Invecchiamo i modelli ? era la domanda .
Sembrerebbe di no , constatando che questo thread non ha sviluppi .
Peccato.
Il penultimo e l’ ultimo post utili sono i miei.
Magari e’ colpa mia ?
Magari e’ perche’ faccio il difficile per come affronto la questione , puo’ essere .
Ma faccio apposta.
Perche’ ? Perche’ la questione e’ complessa . E non perche’ lo dico io.
Se la si pretende facile e’ solo perche’ -in Italia - non si e’ abituati ad analizzarla .
Ed invece e’ necessario un atteggiamento analitico .
Il che vuol dire : farsi delle domande e cercare delle risposte , con metodo .
Quello che vedo , invece , e’ che le domande vengono solo fatte .
“E che male c’e’ a fare delle domande ?” Nessuno , anzi sono parte del processo.
Ma c’e un ma!
Se infatti , si vuole essere analitici bisognera’ chiedersi : che tipo di domande vengono fatte ?
La risposta non e’ forse : sempre la stessa – “Come si fa ad invecchiare ?”
A me sembra di si.
A voi?
Se questo e’ vero , allora , abbiamo sotto gli occhi quale sia il livello della conoscenza della materia diffusa fra i modellisti ferroviari italiani.
Ma anche, quale sia la richiesta di conoscenza.
Il quadro non e’ forse : poca conoscenza diffusa ed alta richiesta di conoscenza ?
Situazione da cui non si esce . Infatti , la discussione ( la nostra ma anche quelle che vedo in giro- sigh ! ) non progredisce .
“Ah, ma non e’ vero ! Se ne parla .”
Si , ma se e’ vero che la grande domanda e’ sempre la stessa : “Come si fa ad invecchiare ?” non e’ strano che ci sia sempre una risposta nuova e diversa ?
Non e’ che , proprio per mancanza di approccio analitico , si tenda a dare una risposta semplice e definitiva ad una domanda sbagliata ed inutile ?
“E allora cosa si fa?”
Ci si fa’ , con spirito scientifico (addirittura!), una domanda : cui con metodo si cerchera’ di dare una risposta .
“Si, ma la domanda e’ sempre la stessa :Come si fa ad invecchiare ?”
Purtroppo , come ho detto, questa e’ una domanda sbagliata .
Perche’ e’ inutile voler sapere come fare una cosa che non si conosce.
La prima domanda, per metodo , deve essere incentrata sull’ oggetto del nostro interesse .
Che , se non si vuole essere fuorviati , non puo’ essere “ Come si fa ? “ .
Ma deve invece essere : Che cos’e’ l’ invecchiamento?
Non e’ ,forse, vero che a questa domanda tutti quelli che chiedono
“ Come si fa ? “, potrebbero dare delle risposte ?
Risposte che non potranno essere tutte uguali , ma che saranno molto importanti per definire l’ oggetto della nostra ricerca .
La definizione che risulterebbe sempre vera ed accettabile non potrebbe essere la seguente ? :
L’ invecchiamento e’ riprodurre sul modello le condizioni del prototipo .
“Si, ma vogliamo sapere come si fa a fare l’ invecchiamento ? O come dici tu a riprodurre sul modello le condizioni del prototipo?”
Volete sapere quale sia la risposta ?
Boh... , tanto non e’ importante.
Infatti il nostro nuovo spirito analitico ci avra’ gia portato a perdere interesse per la impossibile risposta ed a farci la vera domanda :
Cosa osservo sul prototipo ?
La risposta ?
Sono infinite : ombra-ruggine-scoloriture- sporco- colature- ammaccature –usura - cacca di piccione – ecc..ecc..
Ed ecco arrivare altre domande : che cosa ha causato la ruggine ? e l’ ombra ? che cosa ha sporcato ? che cosa e’ colato ? ecc..ecc...
Adesso che abbiamo ridotto l’ opera a tanti piccoli sottoinsiemi di causa/effetto possiamo farci una nuova , circoscritta domanda .
Per esempio : come faccio/ si fa a riprodurre l’ ombra ? (sembra strano , vero?).
Beh, nell’ esempio ne ho scelta una difficile . Ma anche fra le prime da affrontare .
Se vi sembra troppo strano , allora facciamo... : Come faccio a riprodurre lo sporco ?
No, non va bene , perche’ c’e’ ancora un po’ di analisi da fare : quale tipo di sporco ? lasciato da cosa ? su quale materiale ? ...
Allora facciamo – esclusa la cacca di piccione – la ruggine : Come si fa a riprodurre la ruggine ?
Adesso si che possiamo cercare od avere una risposta precisa.
E qual e’ questa risposta ? Sicuramente piu’ d’ una . Questo dipende dal fatto che ci sono piu’ tecniche .
Ma anche piu’ tipi di ruggine .
Ed avanti cosi.
Sembra troppo complicato?
Piu’ di cercare di affrontare in una sola volta , fantozzianamente, “ l’ invecchiamento “ (una cosa mostruosa!) o la “ sporcatura “ ( sigh!) ?
“No , pero’ andrebbe bene anche qualcosa di piu’ semplice / basico.”
Non c’e’ da allarmarsi : il livello basic , da primi tentativi , non e’ certo dimenticato ed escluso.
Semplicemente si recupera totalmente e meglio nella sperimentazione pratica che sara’ , all’ inizio , semplice e basica ...
Cosa credete che l’ “approccio analitico” ci faccia diventare subito bravi !!...no,no, quello che fa migliorare e la pratica!
La Corazzata Potemkin , per capirlo bene , bisogna vederlo un sacco di volte !
“Oh , ma chissa’ che attrezzatura ci vuole ?”
Per cosa ?... per fare la cacca di piccione , l’ ombra , lo sporco o la ruggine !
No , no non e’ cosi’.
A parte il fatto che con tutte le domande analitiche che dovremo farci , credo che quelle tipo :
E meglio usare l’ aerografo o la pennellessa ? Sono meglio le terre senesi o gli acquarelli francesi ? E’ meglio il Gunz satinato od opaco? Sono meglio gli smalti nitro per verniciare le petroliere o gli acrillici commestibili ? E meglio il colore cod. Ygh56r3/u6 oppure il fg234/s34* ? Che vernice a scacchi per l’ invecchiamento mi consigliate?
...finiranno in fondo alla lista. Con le relative risposte.
Questi sono solo strumenti . Gli strumenti si scelgono in base all’ esperienza sperimentale .
Quando l’ esperienza e’ alta si scelgono strumenti “alti “ , non prima e non necessariamente.
E soprattutto non viceversa .
Non e’ l’ aerografo che ci fara’ diventare bravi. E’ la pratica.
E’ sempre la pratica che che ci dice quale strumento e’ adatto per fare “quel “ particolare effetto analiticamente osservato ed individuato .
E’ infinita la combinazione di tecniche e strumenti che si possono usare ; per saperle scegliere bisogna aver sviluppato una propria esperienza critica e sperimentale .
Ci credete se vi dico che i modellisti americani di ModelsTrainWeathered , nella loro continua sperimentazione , usano :
lacca per capelli – sale da cucina – wodka – borotalco – gomma arabica ed un sacco di altre cose strane?
Ho fatto il saputello ? Puo’ essere.
Ma e’ perche’ so di avere appreso qualcosa ( il che non vuol dire che io sia cosi bravo nella mia pratica ) .
Una conoscenza che non vedo essere diffusa e divulgata fra i modellisti ferroviari italiani ; anzi , mi sembrano al contrario imperare approssimazione , disinformazione e faciloneria.
Io credo che i forum , fra le altre cose (?), debbano servire per scambiare fra appassionati esperienze , informazioni e conoscenza .
Limitatamente all’ invecchiamento, mi piacerebbe poter condividere quello che so , sicuro che ne avrei sicuramente un arricchimento di ritorno.
Ma l’ unico modo che , io personalmente, vedo possibile per farlo e’ , appunto , di adottare l’ approccio che ho descritto.
Diversamente sara’ per me impossibile mettere a disposizione quello che ho imparato. Oltre che inutile .
Per finire : se sono il metodo analitico e l’ esperienza sperimentale che portano alla conoscenza , non sarebbe forse interessante unificarsi , per una volta, nello stesso esperimento per poter confrontare – in itinere – le difficolta’ e le risultanze di ognuno .
C’ e’ qualcuno interessato ?
Questa domanda , che vuole avere il senso e lo spirito dell’ invito, e’ specialmente rivolta a coloro i quali vorrebbero provare ma non l’ hanno mai fatto , a chi brancola nel buio chiedendo quale sia la strada ed ai curiosi di sperimentare .
Ringrazio chi avesse avuto la gentilezza di leggermi fino a qui , e se cio’ fosse stato di un qualche interesse , allora forse , potrebbe esserlo anche quello che ( molto piu’ brevemente ) avevo gia’ postato sulla materia :
http://forum.duegieditrice.it/viewtopic ... ght=#97123
Sarei felice di leggere qualsiasi commento a questo mio dialogo immaginario .
Saluto tutti.
luca