La mia è un'ipotesi, in attesa di un'altra migliore, che per ora nessuno affaccia, a quanto ne so. La dietrologia non c'entra.
Quanto all'apertura della tratta, compiuta senza che neppure i giornali locali ne parlassero, fatto molto strano, e dopo una procedura burocratica anomala, beh, c'è qualcosa che ci sfugge. Peccato che non si possano consultare in proposito gli archivi militari. Se si leggono i giornali dell'epoca si nota che ogni occasione era buona per organizzare cerimonie di diverso genere, adeguatamente pubblicizzate, prima e dopo il loro svolgimento, anche tramite la stampa. Oltre tutto il regime aveva l'interesse a mostrare che, nonostante la crisi dilagata in mezzo mondo a partire dal 1929, continuava a "fare", a realizzare, anche per ridurre la disoccupazione. “Da parte del governo lo sforzo maggiore per cercare di lenire le conseguenze della crisi e in particolare la disoccupazione fu fatto sul terreno delle opere pubbliche, dei lavori stradali, delle costruzioni ferroviarie e idrauliche, dell’edilizia, delle bonifiche, ecc.” (R. DE FELICE, "Mussolini il duce.1. Gli anni del consenso. 1929 - 1936", 1974, p. 88 e n. Vedi anche alle pp. 136 – 137, 139 e note).
La linea Ostiglia - Treviso nacque --fuori tempo massimo-- per l'eventualità di una guerra contro l'Austria - Ungheria ma sicuramente venne tenuta in considerazione dalle autorità militari e politiche, dopo l'avvento del regime fascista, per un eventuale conflitto con il regno di Jugoslavia.
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