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MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 12:03 
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Beh, in linea di principio hai ragine, ma non estremizziamo: la licenza di operatore non è la stessa cosa del certificato di sicurezza.

Cita:
Inoltre perchè CESIFER è parte di Holding FS


Qui ci andrei ancora più cauto perché parliamo dell acostituenda autority ferroviaria indipendente che è ancora in difficile gestazione. Se poi questa si prenderà anche le competenze di USTIF, allora rischiamo di vederle sì la fascia rossa e l'SCMT sulla Genova-Casella...
... a meno che contestualmente non si prendano anche delle teste pensanti un un minimo... anzi, parecchio addentro all'argomento.
Personalmente, mi sono già candidato, e chi vuol intendere intenda.


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MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 13:18 
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Attenzione, qui non si parla di "collettivizzare" le ferrovie: anche perché, fino a prova contraria, di linee veramente private in questo paese non ne esistono. Quindi, sono già "collettivizzate".
Attualmente abbiamo un sistema che assomma i vizi del privato a quelli del pubblico: eccesso di regolamentazione e di personale dirigente da una parte, riduzione ossessiva dei costi di manutenzione e di esercizio dall'altra financo a rinunciare ai requisiti minimi di sicurezza.
Mi sapete dire che cosa è migliorato da vent'anni a questa parte nel nostro servizio ferroviario? Le quote di trasporto merci e passeggeri sono diminuite, i costi per gli utenti raddoppiati, le prestazioni in genere decadute. Se questi sono i vantaggi della gestione pseudo-privata, per favore teneteveli.
Un altro fattore di caos è stato senz'altro il passaggio alle regioni, già di per sé enti delinquenziali che hanno come unico obiettivo l'imposizione di tasse ai cittadini e la redistribuzione di privilegi.
Il caso FER è emblematico, in un colpo solo si sono affossate numerose linee che avevano una buona tradizione di efficienza.
Sarà: piuttosto che verso l'europa unita, mi sembra che stiamo tornando all'italia dei comuni, dove principi e signorotti lottano per imporre balzelli e limitazioni a proprio vantaggio.


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MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 14:44 
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Tralascio le considerazioni politiche, che sono OT, e tocco i punti salienti...

Cita:
fino a prova contraria, di linee veramente private in questo paese non ne esistono. Quindi, sono già "collettivizzate".


Sbagliato: in Italia esistono compagnie private. Sempre informarsi, prima di sentenziare...

Cita:
Attualmente abbiamo un sistema che assomma i vizi del privato a quelli del pubblico: eccesso di regolamentazione e di personale dirigente da una parte, riduzione ossessiva dei costi di manutenzione e di esercizio dall'altra financo a rinunciare ai requisiti minimi di sicurezza.


L'accusa è gravissima, non provata (questa sì) e credo si possano ravvisare estremi per un'azione legale se affermi pubblicamente certe cose. Un conto è affermare dei principi, condivisibili o meno, altro è la diffamazione: ti consiglio di stare attento perché gli uffici legali delle ferrovie (purtroppo) sono spesso più efficienti di quelli preposti al movimento.

Cita:
Mi sapete dire che cosa è migliorato da vent'anni a questa parte nel nostro servizio ferroviario? Le quote di trasporto merci e passeggeri sono diminuite, i costi per gli utenti raddoppiati, le prestazioni in genere decadute. Se questi sono i vantaggi della gestione pseudo-privata, per favore teneteveli.


In questi vent'anni, in cui di pseudo-privato non si è visto ancora nulla (il processo di liberalizzazione è stato avviato solo da poco), le quote non hanno avuto affatto l'andamento che dici Tu. Le cose in molti settori sono migliorate (dai, ci viaggiavo anch'io, vent'anni fa, in treno, e me lo ricordo benissimo) e in altri son peggiorate, ma dare la colpa alle soluzioni adottate nell'ultimo lustro significa disconoscere le gravissime colpe delle politiche ferroviarie adottate (ma direi meglio non-adottate) nell'ultimo mezzo secolo di gestione da carrozzone statale.

Cita:
Un altro fattore di caos è stato senz'altro il passaggio alle regioni, già di per sé enti delinquenziali che hanno come unico obiettivo l'imposizione di tasse ai cittadini e la redistribuzione di privilegi.


Qui non faccio commenti, però secondo me esageri.


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 Oggetto del messaggio: Re: Rete Ferroviaria Italiana o Rete Ferroviaria Europea?
MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 16:51 
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Nome: Andrea Brogi
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Omnibus ha scritto:
In prospettiva più ampia e sempre con visione europeista, penso che si dovrebbe arrivare ad un’unica rete comprendente tutte le ferrovie esistenti nei paesi aderenti alla Comunità europea.
Voi che ne pensate?
Omnibus


Direi che i corridoi (contestatissimi) della AC/AV costituiscono lo scheletro portante della rete europea
e che, intrinsecamente, dovranno essere normalizzate come rete unica europea,
sia per tipologia di alimentazione che di segnalazione e sicurezza...


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MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 20:28 
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Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 10:34
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G-master ha scritto:
Attenzione, qui non si parla di "collettivizzare" le ferrovie: anche perché, fino a prova contraria, di linee veramente private in questo paese non ne esistono. Quindi, sono già "collettivizzate".

Se parli di infrastruttura ciò non è possibile perchè le linee ferroviarie fan parte del demanio. Se parli di società private che espletano servizio su binari RFI queste ci sono.
Cita:

Attualmente abbiamo un sistema che assomma i vizi del privato a quelli del pubblico: eccesso di regolamentazione e di personale dirigente da una parte, riduzione ossessiva dei costi di manutenzione e di esercizio dall'altra financo a rinunciare ai requisiti minimi di sicurezza.

Possiamo discutere su certe eccessive prudenze di RFI o di eccessive complicazioni (che cmq sn state snellite...pensa a pochi anni fa quante tonnelate di moduli si scambiavano le stazioni, pensa solo che ora c'è una piattaforma in rete da dove possono monitorare la circolazione. Ma da qui a dire che son diminuiti i costi di manutenzione....è un pò esagerato. O volevi dire che per "economie di esercizio" si son trasformate in fermate molte stazioni allungando spesso el sezioni di blocco e/o di incrocio?
Cita:
Mi sapete dire che cosa è migliorato da vent'anni a questa parte nel nostro servizio ferroviario? Le quote di trasporto merci e passeggeri sono diminuite, i costi per gli utenti raddoppiati, le prestazioni in genere decadute.

Forse 20 anni fa le ferrovie erano più umane, c'era il concorso per l'abbellimento delle stazioni, c'erano i PL custoditi dai casellanti, ogni stazione aveva la sua bella biglietteria e la gestione merci...Ma siamo sicuri che quelle FS fossero realmente un modello di efficenza?
Cita:
Se questi sono i vantaggi della gestione pseudo-privata, per favore teneteveli.

Beh, ma nessuno sta dicendo che RFI vada privatizzata.....ma semmai il contrario. E si sta dicendo che ben vengano più operatori....
Cita:
Un altro fattore di caos è stato senz'altro il passaggio alle regioni, già di per sé enti delinquenziali che hanno come unico obiettivo l'imposizione di tasse ai cittadini e la redistribuzione di privilegi.

Mi sembra una polemica prettamente strumentale. Secondo me il passaggio alle regioni ha permesso di intraprendere dei concreti progetti di rilancio per molte linee. O preferivi le scalcinate Gestioni Commissariali Governative, dove tutta la baracca era portata avanti da funzionari inviati dal Ministero dei Trasporti, spesso ben lontani dal capire le vere potenzialità delle linee?
Cita:
Il caso FER è emblematico, in un colpo solo si sono affossate numerose linee che avevano una buona tradizione di efficienza.

Hai dati da portare? Eppure c'erano 4 Gestioni differenti, FP, SV, FBP e FSF...FER ha avuto il pregio di unificare il tutto. Non guardare il caso FCV....lì il conflitto di competenze era dovuto al fatto che la linea era dell'amministrazione provinciale di Bologna (e credo poi del Comune) e finchè agonizzava come raccordo emrci non interessava a nessuno.... cmq ATC non poteva operare al di fuori della tratta sociale...e non aveva mezzi...alla fine si son messi d'accordo ed han fatto la SBV....Mentre a Modena e Reggio Emilia le ferrovie erano delle provincie ed al loro sn rimaste...e mai passate in GCG....Nel Lazio la situazione era un pò più incasinata in quanto l'ACoTraL , consorzio paritario tra le 5 province del Lazio + il COmune di Roma aveva già assorbito le pre-esistenti gestioni STEFER (che era del COmune di Roma) ed SRFN (già di proprietà STEFER). Se poi vuoi andare a ritroso STEFER negli anni '30 aveva inglobato la Lido e la Fiuggi che erano della SEFI e della SFV.
Cita:
Sarà: piuttosto che verso l'europa unita, mi sembra che stiamo tornando all'italia dei comuni, dove principi e signorotti lottano per imporre balzelli e limitazioni a proprio vantaggio.


Bè, ti ricordo la Merano - Malles, abbandonata proprio dalle FS e rinata a nuova vita grazie all'impegno della SAD, anche le linee LFI, dopo una breve parentesi di GCG (FSAS) ora vanno più che bene, idem FCU....Dove sono i balzelli? Semmai i vettori regionali, avendo più sotto controllo le necessità locali, possono meglio calibrare i servizi...vedi la coppia di treni x Perugia gestiti dalla FCU


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MessaggioInviato: venerdì 21 aprile 2006, 22:45 
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MessaggioInviato: sabato 22 aprile 2006, 21:19 
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G-Master te l'ho già chiesto un po' di volte... :D ma mi spieghi perchè una compagnia privata non potrebbe operare in ambito ferroviario? sinora i clienti serviti da privati invece che trenitalia son solo più soddisfatti....


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MessaggioInviato: lunedì 24 aprile 2006, 20:43 
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Sapevo che saresti intervenuto e ti aspettavo a gloria...
Allora, non dico che il privato non debba esserci in assoluto. Dico solo che, considerato il paese in cui viviamo e le sue modalità abituali di gestione della cosa pubblica o privata, è altamente sconsigliabile mettere in mano certi servizi essenziali come il trasporto in mano a chissà chi.
Poi, se ci fossero controlli più seri e non sulle cretinate (come insegna la superfetazione di regole e regolamenti che spesso hanno il solo effetto di paralizzare), se veramente ci fossero dei privati in grado di mettersi al lavoro con l'obiettivo di produrre un servizio efficiente e competitivo anche in termini di costo, personalmente non avrei nulla da obiettare.
Questo discorso applicato alle ferrovie italiane ha funzionato finora in determinati ambiti, ma ho dei dubbi sul suo successo se venisse implementato su vasta scala. Ripeto, questo lo dico considerato che spesso e volentieri la privatizzazione non ha significato un miglioramento del servizio, ma solo un aumento dei costi per l'utente e uno scadimento gestionale. E' successo in Inghilterra e in altri paesi, e questo è un dato di fatto. Può darsi perfino che imparando dagli errori degli altri si possa fare meglio. Già che ci sono, voglio sfatare anche il mito che vorrebbe che io affermassi che le cose andavano meglio sotto la gestione esclusivamente pubblica. Non è vero che fosse così, però c'è anche da dire che le vecchie FS in certi casi offrivano dei servizi anche nel comparto merci molto migliori rispetto a oggi, dove un carro deve necessariamente passare per pochi punti obbligati invece di seguire un itinerario razionale.
Per rispondere agli altri: non mi pare che il trasferimento di competenze alle regioni abbia migliorato le cose o la vita dei cittadini in genere. Per quello che vedo, regione significa tante imposte locali e tanti favori agli amici degli amici, che dal capoluogo si fanno meglio rispetto che da Roma.
E, come in ogni cosa, ci sono anche qui le eccezioni che confermano la regola. Sarà, io sono per il centralismo.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 11:28 
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Riapro il filetto.

Ritengo difficile arrivare ad una unica impresa europea che si occupi di gestire la rete nel suo complesso.
Troppo grossa come dimensione: gli attuali gestori di rete portereebbero l'impresa a superare i 200000-300000 addetti.

certo , in India, Cina e Russia abbiamo reti monogestore ben grandi geograficamente, ma qui si andrebbe sui 150000 Km.

Oltretutto ci sarebbe anche il problema dei contratti del personale e la difficile relazione tra domanda di trapsorto locale e gestore internazionale.

Più probabile una autorità unica per la regolamentazione che sorvegli gestori nazionali (o interregionali).

Nel caso specifico italiano, vedrei meglio lo scoproto di RST, CEsifer e parte di Direzione Movimento e Direzione Commerciale da RFI per assegnarli ad una Agenzia Nazionale per il Trasporto Ferroviario(sede proposta Firenze) che faccia l'equivalente dell'ENAC e del RINA, lasciando RFI e TI sotto lo stesso "padrone", e imponendo un regolamento comune tra rete RFI e reti locali.

In alternativa "federalizzare" RFI, creando una impresa "di proprietà regionalizzata ma non regionale", lasciando TI sotto il Tesoro (personalmente ritengo importante mantenere la presenza di un vettore statale), e accorpando tutte le attività di gestione delle linee in questo nuovo soggetto.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 13:11 
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Più si sottrae alla sfera di influenza delle regioni, meglio è. Il fatto che la Merano-Malles sia risorta non vuole dire che dappertutto sarebbe così.
La difesa dall'autotrasporto comincia imponendo seri limiti alla possibilità da parte di ditte locali di influire nella politica del trasporto pubblico.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 13:24 
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Più si sottrae alla sfera di influenza delle regioni, meglio è. Il fatto che la Merano-Malles sia risorta non vuole dire che dappertutto sarebbe così. La difesa dall'autotrasporto comincia imponendo seri limiti alla possibilità da parte di ditte locali di influire nella politica del trasporto pubblico.


Non vedo perché: le Regioni (non solo l'A.A.) si sono fino ad ora mostrate assai più sensibili ai problemi in oggetto che non lo Stato. Secondo me la difesa dall'autotrasporto viene dalla possibilità da parte degli operatori ferroviari ad accedere seriamente a contratti di servizio, anche se fino ad ora proprio favoritismi verso l'operatore "nazionale" hanno bloccato questo processo che si è mostrato virtuoso in tante parti d'Europa.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 13:43 
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Appunto, chissà come l'ex-società di trasporto pubblico della fiat spesso ottiene trattamenti di preferenza. Che si debba tornare alla situazione prebellica, in cui attraverso la consociata S.T.U. (Società Trasporti Urbani) gestiva appunto le reti urbane di diverse città?
Intendiamoci: non sono contrario al privato in sé e per sé, ma visto come vanno le cose in questo paese sono convinto che certi soggetti e certi approfittatori vadano arginati.
Purtroppo gli enti locali sono maggiormente permeabili a interessi di parte.
E d'altro canto si riscontra una scarsa disponibilità da parte di Prendi-Taglia a migliorare la sua politica nel trasporto locale. Che questo sia funzionale a quanto sopra detto?


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 13:52 
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Purtroppo gli enti locali sono maggiormente permeabili a interessi di parte.


Anche solo per il fatto che sono tanti, troppi per essere "convinti" tutti, non sono d'accordo con la Tua affermazione.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 15:58 
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C'è una sostanziale diversità tra 3 questioni.

1. gestione del sistema di circolazione

2. svolgimento del servizio di trasporto

3. determinazione e incentivi alla ripartizione modale.



Si possono adotare più sistemi.
Io per esempio ne ho proposti un paio che mi piacciono.
Ne ho letti altri che non condivido pur essendo logici.

In realtà l'efficenza di un sistema di gestione pubblico chiama in casua l'efficienza dell'ente che lo gestisce.

E non dappertutto si è a Bolzano. Fermo restando che Bolzano gode di fondi che altri nonhanno.

E che su certe scelte contrattuali e organizzative sipuò discutere.


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MessaggioInviato: martedì 23 maggio 2006, 17:16 
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Con tutto il rispetto, non ho capito cosa intendi dire.


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