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 Oggetto del messaggio: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 1:07 
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Tutti i ferrovieri che si rispettino, nel corso della loro carriera, hanno sicuramente qualcosa da raccontare.Tante sono le situazioni che possono verificarsi durante l’esercizio, spesso sconosciute ai non addetti ai lavori e spesso situazioni che sfiorano il surreale se poi condite da una buona dose di sfiga!!! Io non ho tanti anni di servizio, ma....... sentite quello che mi è capitato nel lontano 1997 , in un “tranquillo” mercoledì notte, di fine novembre……

Erano circa le 21:00 e avevo appena finito di cenare alla mensa di Firenze SMN. Dopo aver preso il caffè con il socio, esco di fuori per fumarmi una sigaretta e godermi lo spettacolo del piazzale di stazione. Dovevo attendere circa 10 minuti per la “corsetta” per la stazione di Campo di Marte perchè alle 01:45, dovevo fare l’espresso 842 Roma Trieste. L’espresso 842, era un treno composto da 16 carrozze, era abilitato a viaggiare in rango “B”, pesava circa 950 tonnellate ed aveva sempre come locomotiva titolare una E 656 Bolognese o Mestrina.
Scesi dalla corsetta, io e il socio, andammo a vedere un po’ di televisione nella saletta del p.d.m. in fondo al binario 1 e a goderci un bel calduccio anche perché faceva un freddo cane, e dopo Prato, aveva fatto tanta di quella neve che a malapena si vedevano le rotaie!!! Si erano fatte quasi le 22:30 e decido di farmi una “pennichella” su quelle stupende e comodissime poltrone; prima però mi volli informare su come viaggiava l’842; il DCO mi disse che deveva partire ancora da Roma ……..Cominciai già a pensare male, ma mi feci coraggio e sorridendo rimisi la sveglietta alle ore 01:30. (ora parlo al presente)

Il riposino non si può dire che sia tranquillo…..c’è un collega Fiorentino che bestemmia perchè la moglie ha sbattuto con la macchina, un altro si lamenta perché il caffè della macchinetta automatica fa schifo e dice “l’è meglio un calcio nei coglioni”, c’è quello che parla di calcio che poi, immancabilmente va a finire sulla politica e sulla “topa”, poi la televisione ad alto volume, treni in transito, l’altoparlante……va bè, dormirò bene a casa domani!! Intanto si sono fatte le 01:40 e l’842 viaggia con 10 minuti di ritardo, ma se l’appennino non ci riserva delle sorprese, con l’oraro largo che l’842 ha, si dovrebbe arrivare a Bologna in orario.
Dato che ormai sono sveglio, tolgo l’allarme dalla sveglia, esco a fumare e a prendere un po’ di aria. Mentre finisco la sigaretta, l’altoparlante annuncia l’aumento di ritardo a 20 minuti; chiamo il DCO per sapere cosa è successo e mi dice che la locomotiva a dei problemi e che viaggia a velocità inferiore a quella prevista. Chiedo se il collega ha riferito il tipo di problema e mi conferma che i colleghi di Roma hanno escluso una terna di motori e che viaggiano con deficienza di prestazione…..guardo il socio e dico “che culo, stasera scendiamo e spingiamo il treno a mano. Che facciamo, cambiamo la macchina?....no no, mi risponde, “andiam così che a Bulogn arivem lo stess”…. Mi faccio due conti e decido che non effettueremo il cambio trazione, tanto non è la prima volta che si “sale” sull’appennino con 9 motori…..pazienza!
Dopo 25 minuti, alle 02:10 ecco che entra in stazione l’842, ci portiamo in testa al binario 5 e sentiamo dai colleghi Romani cosa è successo…. “a oh, avemo escluso er 7, l’8 er 9 perché scatta er relè de massima, probabilmente c’è na massa e poi sta machina, ogni tanto, puzza de bruciato….boh???...ce vedemo” Io e il mio socio ci guardiamo e con un mezzo sorriso saliamo in cabina; mentre il collega carica la zona, faccio un giro in corridoio e in effetti un leggero odore di plastica bruciata si sente, ma all’apparenza non sembra niente di serio, puo essere uno dei motori della terna esclusa…..il dubbio rimane e tempo per verifiche approfondite non c’è.
Intanto il segnale si dispone a via libera; siamo pronti. Ora la condotta diventa abbastanza impegnativa con 3 motori di meno e con quel peso dietro quindi decido di effettuare l’avviamento con il P.A.C., facendo lavorare la locomotiva con uno sforzo, il più costante possibile. Pronti del capotreno e via!....Do circa una pomellata ogni secondo, arrivando fino a 550 Ampere di assorbimento. Nella combinazione di SERIE, non si sente tanto la mancanza di 3 motori e sembra che la nostra E 656 184 del deposito di Bologna, tiri abbastanza bene ma so che fra poco non sarà così!!!
A reostato escluso, comincio a dare gli shunt di campo in successione, cercando di far prendere più velocità possibile per effettuare la transizione, a velocità più elevata del solito, ma la curva che costeggia il deposito locomotive di firenze Romito non ci aiuta in questo!!! Nel frattempo comincio a sentire quell’odore di bruciato ……. A circa 50 Km/h effettuo la transizione in SERIE PARALLELO; ora le cose si complicano….perchè in questa combinazione motori e con una terna esclusa, sono attivi solo 6 motori. in un attimo, la corrente si porta al massimo valore e devo regolare l’esclusione del reostato molto lentamente, per non superare i 600 Ampere, altrimenti l’avviatore retrocede facendo diminuire la corrente.
Adesso lo sforzo della locomotiva si sente tantissimo e tirare fino a 95, verso Rifredi, è cosa assai difficile...... Intanto, e a fatica, attraversiamo Firenze Rifredi a 80 Km/h; adesso fino a Castello posso tirare a 130 ma in queste condizioni se supero i 120, è un miracolo!!.
Appena la corrente scende a valori inferiori a 350 ampere, decido di fare il PARALLELO; tolgo gli shunt e porto il banco in “P”….la corrente totale e a circa 1700 Ampere sul rosso, mentre adesso quell’odore di bruciato comincia a sentirsi e lo sente anche il mio socio che con aria preoccupata guarda intorno per vedere se nota qualcosa di strano…..magari del fumo, ma niente.
Intanto l’842 ha preso velocità e tra tante difficoltà abbiamo superato Firenze Castello a 110 Km/h; non posso andare più di così e non posso fare il SUPER PARALLELO, avendo 3 motori di meno.
Dopo circa 3 Kilometri passiamo Sesto Fiorentino sul filo dei 125. Dopo pochi kilometri manco a dirlo il ripetitore dei segnali capta il codice “180”, quindi per la percentuale di peso frenato che ho, devo rallentare a 100 Km/h. Così faccio mettendo il banco sullo “zero intermedio” e proseguendo per inerzia.
Implacabilmente captiamo il codice “75” che ci avvisa la via impedita; faccio il riconoscimento e con un gesto di stizza, porto a “0” il banco e comincio la frenatura per arrestarmi al segnale. Telefono al D.M. di Prato che mi comunica di marciare a vista fino a Calenzano per un guasto al blocco!!!!!!!Giro la chiave sul “supero rosso” del ripetitore dei segnali e comincio ad effettuare un altro difficoltoso avviamento ma stavolta qualcosa non va.
Sull’amperometro vedo l’indice della corrente assorbita che si muove in modo anomalo e sento la locomotiva che strattona leggermente. Appurato che non ci sono assi che slittano decido di affacciarmi dal finestrino per vedere se noto qualcosa di strano e vedo uscire del fumo dalle prese d’aria a circa metà locomotiva. Cazzo…..grido al socio, guarda fuori!!! Si affaccia anche lui e vede che stiamo lasciando una leggera scia di fumo azzurrognolo. A questo punto metto a “0” e spengo la ventilazione motori per non alimentare un eventuale incendio; apro la porta del corridoio e vedo una nuvola di fumo e una puzza acre e irrespirabile, hanno invaso la cabina A.T.. Non vedendo fiamme, e pensando ai passeggeri, decido di tirare avanti fino a Prato in modo tale da poter ricercare l’avaria con più calma e se è possibile porvi rimedio.
Chiamo il DM di Prato e gli comunico il problema e, con estrema collaborazione, mi avverte che mi ricovererà al 5 per liberare la linea. Superata la sezione di blocco guasta siamo quasi a Prato e chiedo al nostro “caimano” di fare un ulteriore sforzo per arrivare in stazione; rimetto in trazione escludendo piano piano il reostato e sempre con leggera difficoltà, raggiungiamo i 30 Km/h e per non creare ulteriori problemi al potente “caimano” decido di non indebolire il campo ai motori
All’improvviso la locomotiva fa due strattoni molto violenti e in cabina A.T si cominciano a vedere delle sfiammate spaventose. Immediatamente apro l’interruttore rapido, abbasso il pantografo e per grazia di Dio riesco a tirare dentro il binario 5 tutto il treno per inerzia. La locomotiva e avvolta dal fumo e dalla puzza irrespirabile. Penso subito a qualche contattore, anche perché una massa o un corto diretto, avrebbero fatto scattare le protezioni e di conseguenza, l’I.R. I passeggeri cominciano a scendere e vedendo il fumo che ancora esce dalla locomotiva, cominciano a preoccuparsi visibilmente. Intanto abbiamo maturato dieci minuti di ritardo; sono le 02:45!!
Non potevamo aspettare ancora; faceva freddissimo, il treno non aveva più il riscaldamento (R.E.C.), ed eravamo bloccati. Salgo in macchina edopo essermi accertato dell’assenza di fiamme in cabina A.T. tiro su il pantografo, faccio partire la ventilazione motori e reostato diretta per soffiare via il fumo. Provo a dare il R.E.C. che si inserisce regolarmente e questo mi da la certezza che il problema risiede sul circuito di trazione. Insieme al socio cerchiamo di capire da dove venivano quelle sfiammate e potevamo vederlo, solo reinserendo in trazione. Così feci e appena messo il banco in SERIE, vicino alla porta di accesso della cabina alta tensione una sfiammata bluastra e molto violenta, avvolse il primo gruppo di contattori……. Dovevamo entrare e vedere cos’era successo.
Effettuate le operazioni di messa a terra entriamo in cabina e troviamo l’amara sorpresa…..il contattore di linea “A” inserito sul primo ponte del reostato, il suo caminetto spegniarco, il supporto e parte dei cavi, erano quasi completamente bruciati!!!! Si vedevano chiaramente i contatti totalmente fusi; sicuramente per scarsa pressione di contatto, se poi calcoliamo l’esposizione a correnti più elevate a causa della terna di motori esclusa, il risultato è lì davanti ai nostri occhi!!! Non c’era nulla da fare in quanto non avevamo più la continuità del circuito di trazione; non rimaneva altro da fare che chiedere “riserva”. Mestamente, dopo aver informato il dirigente di Prato e il DCO di Bologna, telefono al 303 di Firenze Romito per richiedere la locomotiva di riserva e comunico che a causa della locomotiva titolare guasta, abbiamo una eccedenza di peso virtuale pari a 140 tonnellate. Subito mi tranquillizza dicendomi che sta già avvisando la coppia di riserva e al più presto avrebbe mandato la locomotiva di soccorso.
Intanto avevamo maturato 30 minuti di ritardo, ma sapere che tutto ciò non dipendeva dal nostro lavoro, mi rincuorava un po’; intanto con il mio socio, Romagnolo purosangue di Faenza, e il capotreno scambiamo quattro chiacchiere per passare tempo, tranquillizzando anche i numerosi passeggeri infreddoliti che venivano ad informarsi su cosa fosse successo. Dopo circa venti minuti arriva la locomotiva di soccorso; una bella E 656 (mi sembra la 410) condotta da una coppia fiorentina che conoscevo bene; “o bella, che tu fai qui?” mi dice il collega sorridendo; “aspettavo a voi per un caffè” rispondo scherzosamente salutandolo mentre il mio socio stava tirando giù qualche bestemmione in dialetto!!!! Dopo aver organizzato ed effettuato la manovra di aggancio, siamo quasi pronti per ripartire. Prova freno, scambio di consegne, saluti ai colleghi di Firenze che rientreranno in vettura. Chiedo al mio socio se vuole mettersi al banco ma sapendo che sono appassionato e che questo lavoro lo faccio molto meglio di tanti altri colleghi, mi dice “ stai fermo lì che va bene così”…..gli sorrido senza dire niente. Appena il segnale si dispone a via libera, con un lungo fischio di protesta partiamo alle 03:30. Sembra tutto finito? oh no!!. Il bello deve ancora venire!!
Superato Prato, la locomotiva finalmente tirava alla grande e nonostante sia fuori prestazione riesco a stabilizzarla sui 95 Km/h, mentre comincia a nevicare molto intensamente. Attraversiamo Vaiano interamente coperta di neve, mentre ora si comincia ad affrontare il 12/°° dell’appennino. La locomotiva, con un possente rombo, si tira dietro quasi 1090 tonnellate in PARALLELO, fissa sui 100Km/h. Sta sforzando molto ma pare non curarsene mentre aumenta di intensità la nevicata!!!! Fuori non si riesce a vedere quasi niente e sembra di viaggiare su un lungo tappeto bianco, ma la spia verde della ripetizione dei segnali, da un certo senso di sicurezza; comunque occhi aperti.
Quando siamo ormai nei pressi di Vernio, la ripetizione segnali, con il codice 120, annuncia che dobbiamo fermare per una precedenza…. va be tanto ormai stanotte è destino, penso… e giù un altro moccolo dal mio socio!!! Effettuiamo la deviata a 30 per il primo binario e mi fermo quasi sotto il segnale di partenza per liberare di coda. I fiocchi di neve sembrano prugne per quanto sono grandi così decido di scendere a godermi lo spettacolo e a fumare. Il mio socio intanto sborbottando in Romagnolo, decide di dormire un po’ al caldo dell’efficiente riscaldamento del “caimano” fino alla partenza….
C’è un silenzio surreale. Sono le 03:50 e ci troviamo sperduti in mezzo all’appennino Tosco Emiliano nel bel mezzo di una bufera di neve mentre 2 espressi “tuttoletti” ci passano avanti quasi senza farsi sentire tra una nuvola di polvere bianca…..che spettacolo, però vedendo che le rotaie spariscono sotto la fittissima nevicata un senso di leggera preoccupazione lo sento comunque. Dopo 15 minuti di attesa, il segnale di partenza si apre. Aspetto il difficoltoso via dal personale di bordo e appena ricevuto, fischio e metto in trazione la E 656 con il pomello per l’avviamento comandato (P.A.C.). Appena raggiungo i 400 ampere, una superba slittata, mi costringere a retrocedere con il pomello e ad escludere il reostato più lentamente in più tiro un po di moderabile per pulire i cerchioni. La locomotiva rimbomba per tutta la vallata, e appena imbocco Grande Galleria dell’Appennino con le rotaie asciutte, do la massima corrente con il potenziometro e appena le carrozze superano la deviata di uscita, comincio a far prendere velocità all’842.
A causa dello sforzo, all’interno della galleria, si sente un rombo possente ma ormai la minore acclività permette di raggiungere finalmente i 150 Km/h. Poco prima della stazione di Precedenze, quel maledetto ripetitore dei segnali capta il codice “180” costringendomi a frenare a 100 Km/h. 1350 metri dopo captiamo il codice “75” e pensando che i treni che ci hanno superato, avranno ormai liberato le sezioni a valle, capisco che il D.C.O., ha deciso di farci passare avanti da qualche treno; non vi dico la faccia del mio caro collega!!!! Mi fermo al segnale di protezione e decido di scendere a vedere quel posto ricco di storia; non capita spesso di visitare Precedenze. Mentre passeggio in quel posto sperduto 9 Km all’interno della galleria, un forte colpo di pressione mi avverte che un treno ha imboccato il portale lato Vernio e decido di godermi lo spettacolo mentre il mio socio ridendo mi dice “ te sei tot matt!!” gli rispondo “dai scendi giù” e lui “te mi fai una pugnetta” scoppio a ridere mentre un espresso con 15 carrozze transita sul binario di destra più o meno a 150 Km/h!!! Mentalmente saluto quel posto fantastico e risalgo in macchina in attesa di ripartire. Alle 04:25 circa il segnale si riapre e ripartiamo alla volta di Bologna.
Sulla sezione di blocco che precede San benedetto val di Sambro, stranamente captiamo il codice 180 che ci costringe ad andare a 110 Km/h e cosi fino alla stazione di Grizzana. Col telefonino di bordo decidiamo di contattare il DCO per sapere se ci sono dei problemi e quest’ultimo ci conferma che l’ultimo treno transitato, ha problemi di captazione di corrente dalla linea e che sta marciando a velocità ridotta. Il mio pensiero va subito alle formazioni di ghiaccio sul filo di contatto; non puo essere altrimenti allora decido subito di alzare anche il pantografo anteriore come prevede la normativa. In questo modo il primo fa la funzione di raschiaghiaccio e il secondo capta corrente normalmente. Siamo ormai nei pressi della stazione di Monzuno, sul tratto a mezzacosta, esattamente a “murazze” dove la “freccia della Laguna” ebbe quel terribile incidente; quando all’improvviso si sentono dei rumori forti come se fossero sassate, sul tetto della locomotiva, accompagnati da 2 fiammate che per un istante hanno fatto giorno e per giunta con l’azzeramento della tensione di linea. Ci guardiamo col mio socio preoccupati e pensiamo subito ad una possibile caduta massi ma nello stesso istante ancora una fiammata accompagnata da un violento sparo. Subito ci chiama il dirigente centrale della trazione elettrica ( DOTE ) che ci comunica che stiamo togliendo continuamente la tensione di linea e di verificare al più presto.
Immediatamente mi alzo e mi affaccio dal finestrino per vedere cosa fosse successo……..Mi metto le mani tra i capelli e tiro immediatamente la rapida……Il pantografo anteriore è andato completamente distrutto e i bracci divelti toccano il filo di contatto, lo strisciante rotto si è incastrato sopra il cilindro di innalzamento di quello posteriore, fortunatamente senza danneggiarlo. Informo subito il DOTE e gli dico di non ridare asolutamente la tensione perché abbiamo una massa sull’imperiale e c’è il serio pericolo di strappare la linea di contatto.
Il treno era completamente senza riscaldamento e fermo in linea ma fortunatamente a poche centinaia di metri da Monzuno, che raggiungemmo per inerzia, complice la livelletta dell’8/°°. Subito con il mio socio decidemmo cosa fare; innanzitutto dovevamo sezionare il trolley distrutto per eliminare la massa che causava l’azzeramento della tensione di linea, poi dovevamo allontanare i frammenti che rischiavano di strappare la linea…….erano le 05:20.
Mentre il mio socio escludeva il trolley in cabina A.T. con l’apposito coltello sezionatore, ero sceso a terra per vedere se trovavo qualcosa per allontanare i frammenti del pantografo distrutto, e fortunatamente in un carrello della T.E., ho trovato due fioretti per la messa a terra della linea aerea; oltretutto il fioretto, oltre che ad essere isolato elettricamente, termina con un’appendice a uncino ed era proprio quello che ci voleva……..però quanto pesava cavolo!!! Tra la bufera di neve, metto a terra la linea di contatto con un fioretto, e con l'altro riesco ad allontanare il braccio del pantografo che toccava il filo, e a sistemare alla meno peggio i frammenti. Potevamo riprendere la marcia ma con i pezzi che ancora sporgevano di parecchio, non saremo mai riusciti a passare sul tratto a linea bassa che si trova sotto il ponte stradale che scavalca la stazione di Bologna, in più dovevamo assolutamente togliere lo strisciante incastrato sul pantografo integro, in quanto non ero riuscito a toglierlo ed era pericoloso. Tolgo il fioretto dalla linea aerea e dal binario, salgo in cabina e d’accordo con il socio, telefoniamo al DOTE per far ridare tensione e dopo aver dato il nulla osta, sotto la nostra responsabilità, venne rialimentato il binario pari e fummo in grado di ripartire ma con marcia a vista e controllando se i pezzi del pantografo potevano causare seri danni alla linea. Alle 06:15 circa, l’842 si rimise in marcia a 30 Km/h con il mio socio che non ne poteva più e io coperto come un eschimese, affacciato dal finestrino a controllare l’imperiale e la linea.
Intanto stavamo pensando come passare sotto il ponte a Bologna…….improvvisamente il mio socio ha un’idea geniale: “cazzo, ma S.Ruffillo, non c’è la sede della squadra T.E.?” si, gli rispondo… “allora scusa: chiamiamo il dirigente che avvisasse la squadra, facciamo fermata e ce li avranno pure gli attrezzi per togliere sto cazzo di pantografo!!” Immediatamente, ci organizzammo con il DCO e il DOTE, per fermarci a S.Ruffillo……erano le 07:00 circa.
Fermammo sul primo binario, dove già ci attendevano gli operai degli impianti elettrici. Dovevamo aspettare la tolta tensione, ma non prima di un’ora!!!! Avevamo fatto una fila di treni che non vi dico, inoltre cominciavano a circolare i primi treni per i pendolari e cominciava a fare giorno. Nel frattempo avevo bisogno di un caffè e di asciugarmi, perché non mi sentivo più il viso, le mani e tremavo dal freddo. Il bar vicino alla stazione, fù un vero miracolo…… “sa che culo è chiuso…ah …ah” dissi al mio socio…..non ha nemmeno risposto!!!!!!!!!
Dopo esserci meritati una buona colazione, e un attimo di pace, tornammo in stazione per vedere a che punto eravamo. Giustamente i viaggiatori erano a dir poco avvelenati e stanchi, ma lasciammo quest’incombenza al capotreno e conduttore……il mio socio rideva e parlottava in dialetto, non so cosa; il dialetto romagnolo non è affatto facile, avevo capito solo…”purini…il ne poteva piò” Finalmente viene tolta la tensione e dopo le operazioni di messa a terra, un operaio degli impianti elettrici armato di seghetto a mano, salì sul tetto del locomotore e asportò quello che restava del povero pantografo e tolse anche lo strisciante incastrato. Scoprimmo anche cosa era stato a causare la distruzione del trolley, in quanto era rimasto incastrato sui grigliati praticabili dello sfogatoio posteriore…..un tirante di poligonazione della linea aerea che probabilmente, con le sollecitazioni meccaniche dovute al ghiaccio, si era staccato….così ci fu detto.
Non nevicava più, e alle 08:40 finalmente, dopo mille peripezie riusciamo a ripartire. Bologna si avvicina completamente bianca di neve e noi, completamente incazzati neri ma contenti di essere arrivati a destinazione…..con 5 ore e 40 minuti di ritardo!
Qualche giorno dopo mi recai in officina per sapere che cos'era successo alla E 656 184; il capotecnico mi rispose: " la terna di motori esclusa, non presenta masse o avarie, se quei 2 coglioni di Roma avessero verificato che il relè di massima aveva la molla di taratura allentata, potevano fare qualcosa...... per quello che è successo poi (disse ridendo), fatti benedire e grattati i maroni!!!!!!!!

La settimana dopo, rifeci l’842!!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 9:25 
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Iscritto il: martedì 18 dicembre 2007, 11:42
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Località: Piossasco (TO)
Bellissimo racconto


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 10:30 
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Iscritto il: sabato 16 settembre 2006, 10:34
Messaggi: 1541
1000 di queste storie!
Però, come si fa ad avere 950 tonn con 16 vetture? quasi 60ton ciascuna, forse erano tutte WL? :roll:
Poi, con quanta eccedenza di peso (%?) è autorizzata a viaggiare una loc di soccorso quando è fuori prestazione? :roll:


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 12:20 
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Iscritto il: mercoledì 24 gennaio 2007, 11:50
Messaggi: 1512
Località: Venezia
Andrea F.S. ha scritto:
Tutti i ferrovieri che si rispettino, nel corso della loro carriera, hanno sicuramente qualcosa da raccontare.Tante sono le situazioni che possono verificarsi durante l’esercizio, spesso sconosciute ai non addetti ai lavori e spesso situazioni che sfiorano il surreale se poi condite da una buona dose di sfiga!!! Io non ho tanti anni di servizio, ma....... sentite quello che mi è capitato nel lontano 1997 , in un “tranquillo” mercoledì notte, di fine novembre……

Erano circa le 21:00 e avevo appena finito di cenare alla mensa di Firenze SMN...
Ammazza che avventura, caro omonimo! Grazie per lo splendido racconto, me lo sono proprio gustato! :D

Ciao
Andy


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 13:31 
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Iscritto il: martedì 26 ottobre 2010, 7:34
Messaggi: 1792
Località: la città delle tre T...
Complimenti, un racconto davvero interessante e divertente. Mi ha allietato la pausa pranzo! :D
Spero sia il primo di una lunga serie...
Si vede che fai il tuo lavoro con grande passione, a differenza di altro... "materiale umano" che infesta ferrovie e enti pubblici portandoli al degrado e inefficienza che conosciamo.
Bravo Andrea.


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 13:47 
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Iscritto il: mercoledì 8 dicembre 2010, 19:16
Messaggi: 508
sly ha scritto:
1000 di queste storie!
Però, come si fa ad avere 950 tonn con 16 vetture? quasi 60ton ciascuna, forse erano tutte WL? :roll:
Poi, con quanta eccedenza di peso (%?) è autorizzata a viaggiare una loc di soccorso quando è fuori prestazione? :roll:



Hai ragione, ma ho fatto il calcolo approssimativo con tutte le vetture a carico massimo; ti posso garantire che all'epoca, non trovavi posto nemmeno in piedi, quindi le vetture erano sovraccariche al massimo (compresi tutti i bagagli); in composizione normalmente c'erano anche 2 vetture letti e 2 bagagliai pieni (a volte di persone)!!!! Non prenderli come valori reali, ma teorici anche se non si discostano di molto.
Per quanto riguarda la prestazione, una locomotiva, se supera quella descritta nell'apposita tabella del fascicolo riferita a quel tratto di linea, dovresti ricorrere alla locomotiva di rinforzo; ma spetta al personale di macchina decidere se sia necessara; (ovviamente nei limiti). Comunque ti posso garantire che un caimano, sulla Bologna Firenze riesce tranquillamente a tirare e a spuntare treni di 17/18 vetture anche con una terna di motori esclusa!!! In quelle condizioni sei abbondantemente fuori prestazione!!! Se consideri anche la E 444 secondo le caratteristiche della macchina e di progetto, sarebbe dovuta andare a 200 Km/h con treni di 8 vetture; l'hanno fatto per anni ma con treni di 13/14 vetture!!!!! Il bello delle reostatiche, è che le puoi sovraccaricare e questo sulle tabelle di prestazione delle F.S. non è calcolato.


Ultima modifica di Andrea F.S. il venerdì 4 febbraio 2011, 14:01, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 13:50 
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Mi è piaciuto soprattutto quando racconti di essere andato a cercare qualcosa per dare una sistemata al pantografo e hai trovato un fioretto in un carrello. Lo fanno tutti???? Non credo proprio.....


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 14:05 
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Iscritto il: mercoledì 8 dicembre 2010, 19:16
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Oltre che a te devi pensare anche ai passeggeri e all'esrcizio; in quel momento ho pensato che era la migliore cosa da fare, altrimenti rimanevamo bloccati; se strappavamo la linea, bloccavamo l'Italia intera!!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 14:12 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
Messaggi: 144
Stimatissimo Maestro,

Ovazione all'impiedi per Voi! Bravissimo: e pel racconto, e pell'operato Vostro in qeul nojoso frangente.
M'avete fatto ricordare quella volta che il Duce percorse tutta la Grande Galleria sull'imperiale d'un E431 sostenendo il trolley con un manico di scopa ...

Vincere!
M.


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 16:01 
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Iscritto il: domenica 25 marzo 2007, 13:23
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con le reostatiche il PdM aveva un qualche margine di "adattamento" dettato dall'esperienza e dalla volontà di portare a casa, comunque, il treno.

Con le elettroniche di oggi, il progresso che giustamente avanza, una avaria come questa avrebbe "bloccato" tutto.

Complimenti per l'ingegno e la buona volontà,

vero attaccamento al lavoro


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 16:08 
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Iscritto il: sabato 16 settembre 2006, 10:34
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Con le elettroniche di oggi questo tipo di avaria forse non ci sarebbe stata. Di altro tipo, magari... :cry:


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 17:07 
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Località: PISTOIA
quale, quella del panto che si sfibra?

Non so se fosse successo con una elettronica se si sarebbe potuto continuare con il panto mezzo a penzoloni, o qualche "sensore" al quale risultava il panto alzato, ma che non passava corrente, avrebbe bloccato tutto.

E' solo una ipotesi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: venerdì 4 febbraio 2011, 20:45 
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Beh... se fosse successo con una E402 A, era molto semplice, bastava sezionare il pantografo con gli appositi sezionatori (KT1 o KT2) come sulla E 656; con la E 402 B si fa lo stesso, ma questa locomotiva in caso di rottura del pantografo, è più soggetta ad avarie a causa delle numerose apparecchiature poste sull'imperiale ( tastatori di tensione, supporti isolanti, sbarra collettrice, isolatori passanti, sezionatore rotativo 3000/25 000 Volt ecc...

Saluti, Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: sabato 5 febbraio 2011, 23:31 
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Messaggi: 2268
Località: Roma Tiburtina linea merci
aaaaah niente niente insomma!! Azzo che nottataccia! Certo sentire che di notte c'erano talmente tanti treni espressi da fare precedenze tra loro... adesso di notte sull'appennino ci sono a salire 824-774-1910 e i due periodici da Tiburtina (1602 e 1606) a scendere 833-837-1910-771... per il resto tutti merci! e sono passati 14 anni... mica 60!

certo che l'E656... è una macchina davvero affascinante


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 Oggetto del messaggio: Re: Quel maledetto 842
MessaggioInviato: domenica 6 febbraio 2011, 10:53 
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Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2006, 21:24
Messaggi: 294
Località: Sermoneta (LT)
david7srfn ha scritto:
aaaaah niente niente insomma!! Azzo che nottataccia! Certo sentire che di notte c'erano talmente tanti treni espressi da fare precedenze tra loro... adesso di notte sull'appennino ci sono a salire 824-774-1910 e i due periodici da Tiburtina (1602 e 1606) a scendere 833-837-1910-771... per il resto tutti merci! e sono passati 14 anni... mica 60!

certo che l'E656... è una macchina davvero affascinante

E il povero 842, insieme al fu 846 (Napoli-Venezia/Udine) hanno dato vita al 774, per il quale 8 misere vetture bastano e avanzano!


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