Gr471 ha scritto:
[....................................................Mentre la tecnica di quel libretto è stata ampiamente superata e surclassata dalle nuove tecnologie, la filosofia di base è più che mai valida e molti sedicenti fermodellisti farebbero bene a studiarsela a a comprenderla.
La filosofia del plastico ............ !!! Bravo Gr471
Questo, secondo me, l'elemento fondamentale che segna il solco netto tra quello che fu, negli anni che vanno dal '70 ai primi anni '90, nella ideazione, realizzazione e gestione di un plastico ferroviario.
Vignano. Il nome di un plastico che ha segnato una svolta.
Noi fermodellisti che oggi siamo a cavallo dei "50" vedemmo un cambiamento radicale tra quelli che erano i pur affascinanti plastici creati con finalità promozionali dalla Rivarossi ed il plastico del compianto Enrico Milan.
La scarsità di materiale italiano sia di trazione che ancor più rimorchiato ci portava ad investire tempo e denaro sul plastico e gli accessori ad esso correlati.
Non si perdeva tempo sui forum a disquisire sul millimetro in meno od in più di questo o quel modello ma i plastici erano più belli.
In questo senso i manuali, nelle epoche appena successive (mi sono bevuto e ribevuto "I Treni in miniatura" ed il "Manuale completo dei tracciati" di Beverini e Parodi, i preziosi scritti di Italo Briano........) davano spunti e consigli importantissimi sulla realizzazione dei piani stazione, sui tipi di tracciato, il movimento e la magia della ferrovia ante digitale.
Sono convinto che il manuale migliore in assoluto non esiste e che le cognizioni si apprendono con tempo e pazienza; leggendo le riviste italiane ed anche straniere...
La sensazione è, comunque, che ci sia stata una involuzione nella maggior parte dei plastici dove, a fronte di un utilizzo ormai alla portata di tutti del digitale non vi è una capacità realizzativa che possa rendere nemmeno lontanamente la FILOSOFIA di un Vignano.
La FILOSOFIA imperante oggi è, secondo me, finalizzata ad ottenere il massimo dal digitale.
Per certi versi giustissima ma questa grande opportunità non è supportata dalla capacità (il più delle volte VOGLIA !!) di FARE IL PLASTICO.
Il mio modesto consiglio è quello di riprendere i vecchi numeri delle riviste (per i fortunati che li posseggono) , vecchi manuali come quello del Beverini e Briano e cercare di ritrovare lo spirito che animava noi "vecchi" (ma allora giovani......) fermodellisti oppure farsi indigestione degli speciali di Joesph Brandl guardando i suoi boschi, le sue siepi e le scarpate lungo la ferrovia ...........
Fatto questo e metabolizzata questa "FILOSOFIA" ............ pensare pure a luci dei fari che si accendono a treno fermo, suoni vari, panto che si sollevano con le scintille ecc...ecc.....
Altrimenti è "solo cinema" ed un film dura poco .........