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 Oggetto del messaggio: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: mercoledì 18 maggio 2011, 17:11 
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Iscritto il: sabato 10 luglio 2010, 21:29
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Non ho mai provato una profonda simpatia per le loc. 428. Non che non andassero bene, anzi, erano affidabilissime, come tutte le loc dell'epoca. L'unico inconveniente che poteva dare e spesso capitava, era il blocco sul contattore C3 aperto. Questo blocco, che altro non è che un contatto ausiliario del contattore,costituito da uno o più settori di rame applicati su una basetta di materiale isolante che segue il movimento del contattore e che tramite delle spazzoline solidali alla parte fissa del contattore, controlla i movimenti del contattore. Quando capitava che in 1° tacca la loc trazionava, ma nelle tacche successive non esludeva il reostato, andavi a colpo sicuro. Una pulita al rame e la funzionalità era ripristinata. Poi poteva capitare che perdesse aria il combinatore motori, dalle elettrovalvole o dalle camere del servomotore e anche lì si risolveva in poco tempo. Altri guai magari qualche volta per guasti ai MVD ma, nel complesso, molto affidabile. La parte più critica era la meccanica. La loc. frenava poco già di suo e se capitava che avesse la timoneria del freno un po' lasca, non ti fermavi più! Quindi, quando si effettuavano trasferimeti a loc. isolata, l'attenzione era massima. Poi ti capitava che, in testa ad un treno con due o tre centoporte, in discesa tribolavi davvero a fermarti. Per chi è pratico, cito la fermata di S.Paolo Solbrito, con marciapiede corto, in curva in discesa :shock: Se non ci arrivavi più che piano, erano cavoli...
Quindi non avrei mai fatto una discesa tipo la Bardonecchia- Bussoleno o Busalla- Pontedecimo con una 428 isolata. Sulla 1° linea citata, i 428 non ci hanno mai messo ruota...ma sulla 2°, mi è capitato più di una volta in testa al treno.
Però ne parlerò in seguito. Voglio prima citare altre caratteristiche di questo mostro d'acciaio.
Un altro grosso difetto era l'aderenza, le ruote di grande diametro, il peso aderente relativamente basso per la presenza dei carrelli portanti, non contribuivano di certo a migliorare la situazione. La locomotiva era dotata di dispositivo antislittamento che consisteva in un dispositivo pneumatico che andava a caricare l'asse anteriore di ciascun carrello motore, per il senso di marcia, che si azionava tramite un pulsante vicino al comando degli shunt.
Poi il grosso salto di coppia nella transizione da SP a P, dovuta alla grande differenza di tensione:
- in S abbiamo tutti e gli 8 motori, con tensione di funzionamento di 420 V ciascuno.
- in SP i motori sono connessi in due rami da 4 motori ciascuno, funzionanti a 850 V.
- in P abbiamo 4 rami di 2 motori con tensione di 1700V.
Se facciamo un confronto con un 636, vediamo:
- S 6 motori connessi in serie= 566 V.
- SP 2 rami da 3 motori = 1133 V.
- P 3 rami di 2 motori = 1700 V. (tutte tensioni riferite a Vl=3400 V.)
Quindi la tensione, da SP a P, la tensione raddoppia con valori più bassi del reostato (non ho più gli schemi e non posso essere preciso). Ciò rendeva difficile l'esclusione, specie con treni pesanti, al punto tale da costringere la marcia in SP, senza contare i tentativi di slittamento.
La transizione SP-P, conveniva farla a velocità superiore ai 55/60
Ciao, a presto
Guido


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: mercoledì 18 maggio 2011, 21:15 
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Iscritto il: mercoledì 8 dicembre 2010, 19:16
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Dai maestro!!!!.......Conosco questi "mostri" solo sulla carta; fammi vivere qualche emozione del passato

Saluti, andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: mercoledì 18 maggio 2011, 23:55 
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Iscritto il: sabato 10 luglio 2010, 21:29
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Appurato che il 428 non era una macchina da montagna, potremmo pensare che svolgesse un egregio servizio sulle linee pianeggianti. No, non è così. Ho avuto ancora l'onore di guidarle quando erano limitate a 115 Km/h e vi posso garantire che ci voleva una buona dose di coraggio, specie su certe linee. La locomotiva era dotata di due smorzatori antiserpeggio, disposti tra i carrelli. Tali smorzatori erano dotati di due puntalini per apparecchio con lo scopo di verificarne l'efficenza e prima della partenza, occorreva premerli tutti e 4, poi alla prima fermata di una tratta percorsa ad almeno 90 km/h, occorreva controllare la risalita degli stessi, segno che la pressione nei cilindri idraulici era ok. In caso contrario la velocità andava limitata a 90 km/h fino a termine corsa. Malgrado la presenza degli smorzatori, la locomotiva conservava comunque, la tendenza ad assumere moti anomali, anche in rettilineo. Ricordo ancora con un certo disagio, un transito a 115 a S. Damiano d'Asti, in testa ad uno straordinario per Bari. Cominciai a vedere l'avancorpo danzare, subito dopo la curva, con un moto che sembrava inarrestabile con forti colpi alla rotaia. Un colpo di freno riportò la situazione sotto controllo ed il fenomeno non si verificò più. La stessa cosa mi capitò sul vecchio ponte in ferro tra le stazioni di Torino Stura e Torino Dora. Questa volta mi capitò sui 100 km/h e temetti di volare nel sottostante torrente. Questa macchina veniva disinvoltamente utilizzata come sostituta del 646, quando queste non erano disponibili e tante volte venivano appioppati treni al limite della prestazione, e qui erano tragedie. Slittate a non finire, impossibilità, in certe tratte, di effettuare il P, con perdite di minuti e grandi riscaldamenti di reostato per riuscire ad effettuare un Parallelo che non si riusciva ad escludere, anche perchè l'IR era tarato a 1500 Amp. ed era facile farlo aprire. Per due volte ho dovuto richiedere rinforzo. Una volta in uscita da Milano C.le, verso Torino, all'altezza del triplo bivio Seveso. Mi fermo al segnale a via impedita, al verde cerco di ripartire: 1°, 2° tacca fermo, alla 3°, comincia a slittare e non c'è stato verso di risolvere la situazione. Dagli sabbia, premi l'antislittante, punta il moderabile. Niente. O ferma o slitta. Telefonata, 20' di attesa e poi una spinta in coda fino a Certosa. Ho avuto problemi fino a Torino ed il treno pesava neanche 400t.
A Torino la macchina venne inviata in officina per la constatazione e per eseguire la riparazione che avevo richiesto. Rilevarono che un asse motore era scarico di quasi 5 t. che erano caricate all'altro asse. Lo squilibrio era dovuto alla non giusta regolazione delle balestre della sospensione. Però il 428 con i treni leggeri non andava così male :mrgreen:
Alla prossima
Guido


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 7:16 
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Iscritto il: giovedì 14 ottobre 2010, 20:34
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Ti ringrazio, Sincrono, i tuoi post sono sempre magnifici! Le 428 sono state le locomotive che ho amato di più da bambino: quando prendevo un treno e al traino c'era un 428 la gioia era doppia. Poi crescendo ho cominciato a scoprire i problemi che davano e la fatica dei macchinisti per guidarle. Però che belle che erano, che imponenza!


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 7:38 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
Messaggi: 2776
Località: Legnano (MI)
Insomma...un mostro...ma dai piedi d'argilla! :wink:
Grazie Sincrono per la cortesia e disponibilità alla nostra richiesta di aneddoti su questa "bestia" delle ferrovie nostrane!!!
Come al solito leggerti è uno spettacolo, ci fai vivere momenti di lavoro che un "normale" appassionato nemmeno si sognerebbe!


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 10:09 
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Iscritto il: venerdì 13 aprile 2007, 10:51
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Per quello che ne so io, i problemi dei 428 erano.....i 636 ed ancor di più i 646. Il 428 era una "vaporiera elettrica", una locomotiva che richedeva accorgimenti ed attenzioni in fase manutentiva e nella condotta. Tutte le macchine erano potenzialmente diverse, e diversa era la risporta per ogni mano di "maestro". Poi c'era chi le amava e chi non le sopportava. Andando per estremi, un bel 428 curato dal proprio deposito d'appartenenza e condotto da un agente preparato e fine conoscitore della macchina poteva, grazie alla sua potenza ed ai dispositivi regolati al meglio e ben tenuti, effettuare un'eccellente prestazione, anche su livelletta. Sennò non sarebbe stato possibile mettere a questi locomotori "l'Italia sulle spalle" dagli anni '30 agli anni'60, no? Ma la macchina "triste", giù di controlli, e con "un ragazzino" al maniglione, allora si che come ogni buon puledro scalciava, eccome!!!

E la frase iniziale? Ecco qua, coetanea del 428, il 636 (anzi, molte unità anche di poco più anziane). Il 636 era "il locomotore", ovvero una macchina dalla condotta estremamente semplice e regolare, robusto nel senso che ben manutenuto o mal tenuto poco importa: il limite del gruppo era solo la capacità oggettiva di traino, connessa alla potenza. Quindi una macchina che spunta sempre, che va in ogni caso e che al limite, con treni robusti o su pendenze, si "siede" sul 60-70 km/h. Bhe immaginatevi come il personale di macchina possa essere stato per molti anni "diversificato" nei ruoli, negli atteggiamenti e nelle aspettative dal contatto con due macchine così diverse.
Poi il 646, ovvero il 636 senza i limiti del 636. La chiave di volta: da lì in poi il 428 è sempre più stato mal tollerato nella condotta, infinitamente più impegantiva, ed anche nell'attenzione manutentiva, scemata a poco a poco. Da qui, ma questa è storia, la fatica degli anni '80 nella trazione anche di merci non particolarmente "tirati" o degli ultimi locali di sole 4-5 vetture.
Non so se conoscete una persona intelligente, capace ma intransigente, un brutto carattere ma infondo una brava persona: il 428 era questo.


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 12:19 
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Messaggi: 1791
Località: la città delle tre T...
Argomento davvero interessante!


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 13:24 
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Iscritto il: sabato 10 luglio 2010, 21:29
Messaggi: 284
il Masselli ha scritto:
Per quello che ne so io, i problemi dei 428 erano.....i 636 ed ancor di più i 646. Il 428 era una "vaporiera elettrica", una locomotiva che richedeva accorgimenti ed attenzioni in fase manutentiva e nella condotta. Tutte le macchine erano potenzialmente diverse, e diversa era la risporta per ogni mano di "maestro". Poi c'era chi le amava e chi non le sopportava. Andando per estremi, un bel 428 curato dal proprio deposito d'appartenenza e condotto da un agente preparato e fine conoscitore della macchina poteva, grazie alla sua potenza ed ai dispositivi regolati al meglio e ben tenuti, effettuare un'eccellente prestazione, anche su livelletta. Sennò non sarebbe stato possibile mettere a questi locomotori "l'Italia sulle spalle" dagli anni '30 agli anni'60, no? Ma la macchina "triste", giù di controlli, e con "un ragazzino" al maniglione, allora si che come ogni buon puledro scalciava, eccome!!!

E la frase iniziale? Ecco qua, coetanea del 428, il 636 (anzi, molte unità anche di poco più anziane). Il 636 era "il locomotore", ovvero una macchina dalla condotta estremamente semplice e regolare, robusto nel senso che ben manutenuto o mal tenuto poco importa: il limite del gruppo era solo la capacità oggettiva di traino, connessa alla potenza. Quindi una macchina che spunta sempre, che va in ogni caso e che al limite, con treni robusti o su pendenze, si "siede" sul 60-70 km/h. Bhe immaginatevi come il personale di macchina possa essere stato per molti anni "diversificato" nei ruoli, negli atteggiamenti e nelle aspettative dal contatto con due macchine così diverse.
Poi il 646, ovvero il 636 senza i limiti del 636. La chiave di volta: da lì in poi il 428 è sempre più stato mal tollerato nella condotta, infinitamente più impegantiva, ed anche nell'attenzione manutentiva, scemata a poco a poco. Da qui, ma questa è storia, la fatica degli anni '80 nella trazione anche di merci non particolarmente "tirati" o degli ultimi locali di sole 4-5 vetture.
Non so se conoscete una persona intelligente, capace ma intransigente, un brutto carattere ma infondo una brava persona: il 428 era questo.


Inizio con la tua citazione: Ma la macchina "triste", giù di controlli, e con "un ragazzino" al maniglione, allora si che come ogni buon puledro scalciava, eccome!!!
In quegli anni e fino alla fine degli anni 80' di personale impreparato, proprio non lo trovavi. Anche i più giovani, come ero io all'ora, arrivavano alla qualifica dopo aver frequentato nove mesi di scuola da Aiuto Macchinista, aver superato l'esame finale, dopo aver viaggiato quasi sempre a coppia fissa su treni merci e viaggiatori per almeno 3 anni. Alla fine dovevi superare un nuovo esame, dove ti torturavano per almeno 1 ora e se sbagliavi qualcosa, volavi fuori e non potevi più presentarti fino al prossimo concorso interno, infine, la corsa di prova che, guarda caso, era sempre effettuata con un 428 ( ti dice niente questo?). Se poi ti bocciavano di nuovo, potevi ritentare presentando domanda presso un altro compartimento. Dopo aver superato l'esame finale, viaggiavi per 6 mesi senza nomina e se tutto andava bene, riuscivi ad ottenerla, altrimenti, tornavi indietro. Ci sono agenti, bocciati più volte, che hanno terminato la loro carriera, da AM. Quindi di ragazzini, al maniglione, proprio non li trovavi.
Poi...è successo quel che è successo, tenendo comunque presente che è impossibile anche oggi ,trovare al banco un incapace, anzi.
Poi per il 428, i gusti sono gusti. Un conto è ammirarle per la loro imponenza, un altro viaggiarci sopra per ore ed in condizioni difficili. Gelate in inverno, un forno in estate. Infelice manovrare, con i merci, per la scarsa agilità della macchina, per la scarsa capacità frenante, ecc... Certo non è una macchina nata per manovrare con i merci ma neanche per trainare treni a forte composizione e su linee acclivi. E' una macchina inadeguata alle aspettative, poi venne comunque utilizzata per mancanza di risorse. Ma il 428, avrebbe dovuto morire già negli anni 60' L'ing. Bianchi, che la progettò, perse il posto, proprio per lei. Scassabinari, con scarsa aderenza, tendente a moti di serpeggio, scarsa capacità frenante, problemi alle trasmissioni, di onerosa manutenzione (quando effettuavamo la visita normale, dopo soli 1500 km di percorrenza, era la normalità livellare le boccole, gli assi cavi, il Friedmann, con non meno di 30 Kg di olio) e invivibile per il PDM.
Certo, per il personale che proveniva dal vapore, il 428 era un lusso! io stesso, dopo aver "sniffato" un po' di trifase, quasi la trovavo comoda.
Saluti
Guido


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 14:18 
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Cita:
Poi c'era chi le amava e chi non le sopportava


Penso che, Guido, ti avevo un pò anticipato.
Non mi dir nulla della categoria dei macchinisti: per quanto tu ne abbia fatto parte e quindi abbia tutti i titoli per le tue posizioni, io ho avuto occasione di difenderla con atteggiamento da estremista anche più di te. Quando mi è capitato di dire in pubblico che il ferroviere è il lavoro più bello del mondo perchè ti costringe a metterci il cuore oltre che la testa, fior fior di pezzi grossi mi hanno preso per un cretino. Ed hanno sperato che le loro decisioni contribuiscano a far si che la mia posizione, vera, diventi sempre più nel tempo non corrispondente alla realtà. Così infatti è gestita la Ferrovia oggi....
Da cui "ragazzino" simpaticamente detto voleva significare agente che fa un espresso con il 428 la prima volta (evento raro negli 80) non incapace, impreparato o altro. Non mi permetterei mai, credimi. Volevo solo dire inesperto.
Ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 19:07 
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Niente poemiche, la mia presa di posizione intendeva far comprendere che era molto difficile, allora, come penso adesso, che in testa al treno ci fosse qualcuno di impreparato. Pensa che il Capo Deposito istruttore, quando presentavi la domanda, interpellava il macchinista dell'aiuto e chiedeva se secondo lui, fosse maturo per l'avanzamento. Il mio macchinista, qualche mese prima del concorso, mi disse che ero pronto per il passo. E questo dopo che avevo condotto ogni categoria di treno, con tutte le macchine che allora erano nel parco. Quindi ho guidato anche 428 in testa all'espresso. Quello che posso dire è che era veramente un bel rapporto, quello che si instaurava tra la coppia di macchina, a volte freddo all'inizio, ma via, via che si approfondiva la conoscenza, cresceva la fiducia e l'affiatamento. Anche da Macchinista, ho sempre cercato di riversare ai miei allievi, tutto quello che mi avevano insegnato, più quel qualcosa che ti viene con l'esperienza, anche umana. Ne ho accompagnati tanti all'esame e posso dirti che ad ognuno di loro ho trasmesso la passione e la preparazione per poter svolgere il lavoro sempre in sicurezza, rispettando i trasportati e i mezzi assegnati.
Ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 19:47 
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Iscritto il: mercoledì 8 dicembre 2010, 19:16
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Hai ragione Guido; noi del Genio Ferrovieri, siamo stati sempre guardati con invidia dai "maestri"; la nostra preparazione tecnica era risaputa nell'ambiente.......sapessi quanto ho dovuto penare prima di essere preso in considerazione dai colleghi!!!!......... Sai com'è...."tu sei nuovo e non puoi sapere".....ecc ecc ecc, ma quando si accorgono che ne sai più di qualcuno, hai la passione dentro e sei più preparato specie verso le "diavolerie" elettroniche, a volte anche se non te lo fanno capire palesemente, ti accorgi che gli fa piacere essere con un buon socio; mi ricordo l'episodio con le allora nuove E 402, quando il mio socio abituato con i "reostati" mi disse: "prendila te per carità che sei giovane, se no a Firenze ci arriviamo domani"...........permettetemi di ricordarlo, perchè da qualche anno, non è più tra noi......."Ciao Loris, un infinito abbraccio"


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 21:36 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 18:12
Messaggi: 96
Ma che bello questo argomento!!! :D :D
Anche io ho avuto la possibilità di viaggiare su un 428. Devo dire che le impressioni di Guido le rivivo in toto e ricordo i moti di disappunto quando dal piazzale ti presentavi e ti rifilavano i libri del "solito" 428. Una cosa voglio però puntualizzare riprendendo quanto scritto da Guido
sincrono ha scritto:

In quegli anni e fino alla fine degli anni 80' di personale impreparato, proprio non lo trovavi. Anche i più giovani, come ero io all'ora, arrivavano alla qualifica dopo aver frequentato nove mesi di scuola da Aiuto Macchinista, aver superato l'esame finale, dopo aver viaggiato quasi sempre a coppia fissa su treni merci e viaggiatori per almeno 3 anni. Alla fine dovevi superare un nuovo esame, dove ti torturavano per almeno 1 ora e se sbagliavi qualcosa, volavi fuori e non potevi più presentarti fino al prossimo concorso interno, infine, la corsa di prova che, guarda caso, era sempre effettuata con un 428 ( ti dice niente questo?). Se poi ti bocciavano di nuovo, potevi ritentare presentando domanda presso un altro compartimento. Dopo aver superato l'esame finale, viaggiavi per 6 mesi senza nomina e se tutto andava bene, riuscivi ad ottenerla, altrimenti, tornavi indietro. Ci sono agenti, bocciati più volte, che hanno terminato la loro carriera, da AM. Quindi di ragazzini, al maniglione, proprio non li trovavi.

Tutto "abbastanza" vero, ma esisteva anche un limbo nel quale si barcamenava un bel po' di personale. I TV208... Anche io da AM ho atteso 1 anno e più prima di fare la scuola da aiuto macch. Entrato a maggio ho fatto un corso (TV 208) di circa 40 gg e sono stato subito messo in macchina, con un collega macchinista certo...ma quante volte abbiamo viaggiato io (TV208) e un AM "approvato". Con il 208 io (e tutti quelli assunti con me) abbiamo viaggiato fino a Ottobre dell'anno successivo prima di fare il corso da AM (quindi dopo 17 mesi!!!). E poi c'erano i 208 istituzionalizzati. Ovvero personale della manovra e/o di altre qualifiche analoghe che prendevano il 208 per venire a viaggiare nei periodi di traffico (estate e vacanze varie) per racimolare uno stipendio infarcito dalle "competenze" del macchina. Ecco questo personale non era proprio il massimo della preparazione e "purtroppo" era utilizzato su tutti i treni. Io stesso da macchinista approvato ho viaggiato diverse volte con manovali che avevano il 208. Era la regola!! :wink:
Ma torniamo al 428.
Ricordo una sonora litigata a To Sm con il CD Piazzale.
I fatti:
Sono un giovin Macch che ha appena finito la scuola e dato da poco l'esame (con corsa prova). Un "approvato" in gergo. Ovvero un AM che può viaggiare da macch ed è in attesa della nomina e che se fa una "cappella" se la può scordare. Sono disponibile alle 11 del mattino. Non c'erano cellulari e quindi mi faccio vivo al mattino verso le 8, con il DL che mi conferma che partirò - con ogni probabilità - verso sera. Approfitto del tempo allora per fare i fatti miei e così trascorro la mattinata. Alle 13 vado a pranzo, invitato dalla famiglia della allora fidanzata (oggi moglie), figlia anch'essa di un macchinista. Mentre siamo a tavola suona il telefono: IL deposito. Il suocero allora si alza già incavolato nero (lui era in turno e quindi si scocciava moltissimo - come tutti gli anziani dell'epoca - se "toccavano" la sua giornata :lol: ) ma mia suocera dice <<No guarda e per lui (indicando me)>>. Vado perplesso al telefono (mi sarò mica sbagliato.... avrò capito male....) e sento la voce del CD distributore che implora: <<presto vai in stazione...c'è un treno abbandonato sui binari di corsa(proprio così)...è un celerone che porta mozzarelle da Napoli e deve andare a Torino>> . Cerco di saperne di più ma quello taglia corto e con fare supplicante mi chiede di fare presto perchè in stazione fanno il diavolo a quattro. Era successo che quel treno doveva passare alle 5 del mattino ed era quindi in lievissimo ritardo :mrgreen: . Il pdm aveva chiesto il cambio aveva fatto l'm40 solo che nessuno li aveva considerati. Loro, esasperati, al compimento della prestazione hanno frenato, abbassato i trolley, freno a mano e via. Parto da casa della fidanzata, masticando velocemente i resti di una bistecca e salutando, con rammarico, il dessert che rimaneva triste sulla tavola a guardarmi e mi avvio di corsa, senza neppure cambiarmi, in stazione. Il caffe? per carità muoviti che è tardi. Li trovo il socio che addentava famelico un panino e che ce l'aveva con questa vita di m..... che non si può stare tranquilli...che chi me l'ha fatto fare.... ecc..ecc... tutti luoghi comuni che i macchinisti utilizzano in occasioni del genere salvo...amare proprio tanto quella vita e rimpiangerla negli anni :D
Eccolo li il nostro celerone. 7-8 carri chiusi e uno splendido 428 terza serie aerodinamico in testa. Io sono il giovane e il socio - che vuole addentare un altro panino (sempre lamentandosi..è ovvio) mi invita con un grugnito ad accomodarmi al banco. "Sei già macchinista te?" "beh..si" "c..zo...oggigiorno la nomina la danno proprio a cani e porci" dice senza guardarmi. E addenta il suo panino. "Io ho dovuto viaggiare diversi anni per fare l'esame da macch.." "e dopo ho aspettato per 2-3 anni la nomina" e giù con elucubrazioni e brontolii di questo tipo. In effetti, io, dopo 4 anni dall'assunzione ero già macchinista e la cosa che ha fatto incavolare gli anzianotti dell'epoca era che ad aprile ho (abbiamo) fatto l'esame, a maggio corsa prova e nomina 30 giugno. Insomma tra una considerazione e l'altra (del socio) tiriamo su, carichiamo, prescrizioni, un po' di prova freno e via di corsa. Il 428 era già limitato a 100 ma del resto rispetto i veicoli non si poteva far di più. Ed anche a 100 era un bell'andare. Tanti macchinisti "anziani" dell'epoca avevano due terrori. La velocità massima (vai un po' più piano che tanto fai orario lo stesso)e .......la RIPETIZIONE SEGNALI: <<Cosa diavolo (eufemismo :mrgreen: ) attacchi quella stronzata (altro eufemismo :mrgreen: ) che poi ci frena e facciamo ritardo??>> Io insistetti a volerla inserire a tutti i costi (ero un macchinista anch'io cavolo!! :lol: ) ma c'era (se non ricordo male) una Sasib che, immancabilmente, andò subito in frenatura inchiodandoci sugli scambi d'uscita suscitando il comprensibile allarme del personale di stazione e il disgusto del socio che mi rivolse uno sguardo sprezzante senza proferir parola. Avesse potuto, mi avrebbe vomitato addosso una serie di insulti da taverna e quei panini con mortadella con i quali stava mettendo a dura prova la sua capacità digestiva. Sapevo - in quel momento - di aver toccato il punto più basso nella sua considerazione, mancava solo che facessi scattare la macchina. Non accadde, ma un lieve slittamento degli assi (era quasi fisiologico lo slittamento del 428) gli fece inarcare un sopracciglio che prometteva tuoni e fulmini. Precisazione: il socio era un omone di circa 1.85 e pesava 110-120 kg che, insomma, ad un ragazzo di 24 anni un po' di timore incuteva, per quanto io non fossi un tipo mingherlino e impressionabile. Il viaggio, comunque, proseguì e finalmente giungemmo a To PN. Tolto il materiale, il nostro 428 era destinato al DL e ci avviammo seguendo il percorso indicatoci dalle marmotte. All'ingresso in deposito il manovratore ci fa segno di avanzare fino alla cabina. Con circospezione ci facciamo avanti e all'altezza della cabina la "doccia fredda": << vi mando in fondazione per la NORMALE!!>> La normale??? :o come sarebbe? :shock: Con la mente già protesa alla vettura di rientro, il mio sguardo smarrito si volge verso il socio a cercare soccorso. ma incrocia altrettanta costernazione. Scendo dal loc lasciando il socio attonito (colpito a tradimento direi) e mentre frugo mentalmente nel mio "repertorio delle scuse" mi dirigo verso l'uffico del CD Piazzale. Cavolo, un 428 che viene da Napoli a fargli la normale significa... Kg su Kg di olio e vettura stasera....altro che pizza con gli amici. Arrivo e trovo un CD che appena entro ha già capito tutto!!! Mi previene con un sorrisino beffardo: <<dovete fare la normale!>> dice. Cerco subito di arrampicarmi su un vetro insaponato. <<Ma capo noi il treno lo abbiamo preso abbandonato>>. <<Si, ma di turno c'è la normale>> dice lui. <<Ah! di turno (tono trionfante) ma per noi è un servizio straordinario dato che è un treno di un altro impianto>> ribatto come il miglior Perry Mason. <<Benissimo>> conclude lui, <<se è uno straordinario allora ci sta la normale>>. Aveva ragione! Più che un Perry Mason ero un Pirla Mason. Con un servizio straordinario potevano metterti una normale all'inizio o alla fine del turno. Mi ero dato la zappa sui piedi!! :oops:
A quel punto (il socio seguiva con apprensione dietro le quinte la discussione) chiedo l'onore delle armi. <<Vabbè capo>> gli faccio, <<fammi una cortesia, sono uscito in fretta da casa e non ho avuto tempo per mettermi la divisa. Hai qualcosa da indossare per non sporcare gli abiti? Chessò, un grembiule o qualcosa di simile?>>
Lui invece vuole stravincere:<< Allora ti faccio rapporto perchè sei senza divisa>> sibila.
UN ribollire dentro di me mi scuote, mi inalbero e mi gonfio, paonazzo, diventando quasi delle dimensioni del mio socio. Mi metto a urlare: <<chi cavolo (eufemismo :mrgreen: ) credi di essere? la normale te la fai te! la macchina resta lì e te la manovri te! vai a cagare te e quegli stupidi che ti hanno fatto CD!!>> Il tutto accompagnato dagli sguardi increduli del socio al quale mi rivolgo con decisione<<dai prendi la roba e andiamo!!>> L'altro (il CD) comincia a farfugliare che avrebbe scritto, che io DOVEVO fare la normale, che era un ordine e che ero senza divisa. Lo squadro con disprezzo da capo a piedi e gli dico:<< tutto posso accettare e la normale te l'avrei anche fatta. Ma non posso accettare che mi faccia rapporto (perchè non sono in divisa) uno che indossa i pantaloni della divisa con una camicia di flanella a quadri rossi e neri in pieno giugno!!! :lol: >> Su quella frase, che lo ammutolì, ce ne andammo ridacchiando e giunti in sede parlai con il titolare. Gli dissi i fatti e aggiunsi che se mi fosse arrivato da giustificare non sarei più partito senza il preavviso previsto dalla normativa. Il capo - ovviamente - mi giustificò e, soprattutto, il socio occasionale di quella volta, dopo quell'episodio, divenne un buon amico. Il 428 lo ritrovai qualche giorno dopo e sui libri di bordo c'era scritto: normale eseguita da personale di riserva!! :mrgreen: Credo che, alla fine, loro siano stati gli unici a rimetterci... :lol:
Grazie per l'attenzione e scusate se sono stato un po...prolisso.
Ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: giovedì 19 maggio 2011, 22:24 
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Iscritto il: sabato 10 luglio 2010, 21:29
Messaggi: 284
Quella dei manovali abilitati al tv 208 è stata una piaga da non poco. Ma il macchinista, sia esso AMA(aiuto macchinista approvato) o un macchinistone con i baffi, al manovale abilitato che saliva in macchina aveva il dovere di impedire, nel modo più assoluto, che questi si avvicinasse al "banco". Certo, a volte capitava anche che dovevi prestare attenzione che non combinassero guai nello svolgere le loro mansioni. Io entrai nel Gennaio 69', corso al tv 208, 6 mesi in macchina da "baule", o quasi, scuola a Giugno. Bello il tuo racconto, mi ricorda certe situazioni... dove sei in servizio?
Ciao
Guido


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: venerdì 20 maggio 2011, 8:28 
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Iscritto il: martedì 18 dicembre 2007, 11:42
Messaggi: 1652
Località: Piossasco (TO)
Ciao Sincrono, bellissima descrizione come al solito. La E 428 è la macchina che cita Pietro Germi nel film il ferroviere? Quando in merito al suo "incidente" su piazzale di Bologna dice che aveva fatto 8 ore con un mostro di macchina?


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 Oggetto del messaggio: Re: E 428, peripezie e varie
MessaggioInviato: venerdì 20 maggio 2011, 9:13 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
Messaggi: 2776
Località: Legnano (MI)
Complimenti...bellissimi racconti e bellissime situazioni anche se, certo, non sembravano proprio semplice, domanda spassionata ma ignorantissima...NORMALE...cioè? :oops:


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