Dalle mie parti (Trieste) la 428 non fu ben vista dalle maestranze. Negli anni '70, messa a disposizione da queste parti, si malediva il servizio tra Trieste Scalo e Villa Opicina, la cui livelletta, con un merci in schiena, era decisamente ostica.
Interpellato dal sottoscritto, mio padre mi ha raccontato la sua prima esperienza con una 428. Anni Sessanta (più verso alla fine che all'inizio). Arriva a Venezia S.L. con un viaggiatori da Trieste, con una bella 636 in testa. Scesi dalla macchina, lui e il socio si sentono dire:" Ve ne tornate a Trieste con quella". "Quella" era una 428 prima serie, che mio padre non aveva sostanzialmente mai visto (e condotto) e il socio (più anziano, per cui primo macchinista) poco.
Vabbè, prendono servizio e partono alla volta di Trieste. Presso l'entrata in curva di Cervignano, evidentemente presa un pò allegramente (ma in regola con il tachigrafo), la macchina fu squassata da un forte boato. Una frazione di secondo, basta. Funzionamento, velocità, marcia, tutto normale. I due si guardano in faccia perplessi. Unica motivazione che è sembrata razionale: l'infinitesimo sollevamento di uno più assi dal binario. Una cosa millimetrica, anche meno.
Per lungo tempo, successivamente, a queste macchine venne interdetto l'itinerario tra Venezia e Trieste, fino a quando non furono effettuati lavori di consolidamento della massicciata (e di rettifica del percorso mi sembra) in certe zone.
Comunque ripeto; mai sentito parlar bene da un macchinista "triestino" di queste macchine. Almeno tra i colleghi del papà. Peccato, perchè a me piacciono un sacco

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Saluti