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 Oggetto del messaggio: Oltre a Walschaert...che fine hanno fatto...?
MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 11:27 
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Salve ,
che fine ha fatto MGM , l'Etr 500 della Acme, il Breda che ioveva uscire a giugno/luglio, le casse in sostituzione della Hornby , etc etc...?
Quello che vorrei dire , senza rimproverare nessuno , è che non dovremmo stare a criticare più di tanto i produttori , in quanto è nel loro primo interesse ( soldi ) far uscire i modelli , ma vi possono essere anche delle variabili non di loro stretto controllo , che influiscono profondamente.
Per cui , vedo abbastanza inutile un treadh dove si sanno solo mezze verità, sussurri o per sentito dire.
Attendiamo i modelli , e poi scateniamoci pure sulle critiche.
Concordo comunque sul gravissimo fatto di chi ha già versato degli acconti e non riesce minimamente a comunicare o ad aver una risposta.
Penso che da ora in avanti , per un qualunque produttore , a meno che non si chiami Lemaco et similia , sia impossibile azzardarsi a chiedere un qualsivoglia anticipo per future produzioni.
In Francia è la prassi , ma la serietà dei produttori d'oltralpe ( associata ad un mercato di dimensioni ben diverse , sia per numero che per cultura degli appasionati ) è ben diversa dalla nostra italietta.
salutoni!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Oltre a Walschaert...che fine hanno fatto...?
MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 11:58 
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claudio.mussinatto ha scritto:
In Francia è la prassi , ma la serietà dei produttori d'oltralpe ( associata ad un mercato di dimensioni ben diverse , sia per numero che per cultura degli appasionati ) è ben diversa dalla nostra italietta.
salutoni!!


Claudio, d'accordo con te su tutto il resto; ma sulla scena fermodellistica francese, siamo sicuri che sia più vasta di quella italiettiana? Non sarà la solita leggenda fermodelcommerciale?
(sperando di non scatenare le solite chiacchere da pippaioli dei consumatori di modelli, che con i fermodellisti han sempre meno a che fare)

Ciao!


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 12:12 
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"Consumatori di modelli pippaioli"è troppo bella! :wink:


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 12:16 
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Locorevue ha tra le 6 e le 8 pg ogni numero dedicate alla pubblicità dei negozi , annunci pubblicitari di distributori di torni , frese , saldatori etc, Nelle novità modellistiche del mese , trovi più produttori che propongono aggiuntivi per migliorare le varie produzioni industriali,ed infine i kit.
Per far capire ti racconto questo piccolo epidsodio.
ho avuto uno scambio epistolare con Gerard Huet , artigiano costruttore di bellissimi kit in ottone di carri francesi a norma Proto 87 , quindi con un bacino di utenza ben più piccolo della canononica Ho.
Di un solo carro aveva venduto la bellezza di 100 kit , a 90 euro l'uno...
Penso che questo , associato alla qualità dei lavori che vedi pubblicati su Loco revue e l'esistenza di una rivista come Voie Libre , solo sullo scartamento ridotto e la presenza di moltissimi appasionati della scala 0 chiariscano ogni dubbio .
Per ora siamo campioni del mondo nel calcio , ma nel fermodellismo siamo a metà della serie B....


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 12:29 
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Bisogna dire che non è solo un problema di clientela, ma per le ditte (anche le estere) operare in Italia è fonte di maggior costi e problemi (che son poi costi anche questi).
Qua costa quasi tutto di più (Iva, costo della manodopera, costi di contabilità, poste, corrieri, costi bancari, ...) e non si è tutelati per niente.
Un mancato pagamento diventa un... parziale pagamento o un quasi niente dopo anni e anni di spese e trattative.
Tutto questo si tramuta in prezzi d'acquisto più alti.
Non sono produttori, grossisti, negozianti esteri più bravi, ma solo il fatto di NON esser qua.
Certo che se il numero di fermodellisti italiani aumentasse (e comprassero in Italia), la forbice calerebbe...


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 12:39 
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No , Lucab, non sono per niente d'accordo...
Il punto è che il produttore o il distributore si adegua spesso a quella che è la richiesta del mercato.
Sempre su Loco Revue , questo mese c'è la prova di una carrozza francese , fatta fare da un negoziante con la collaborazione della Ls Model presso la Modern Gala , in Cina.
Posso solo dire che una carrozza con quella qualità, come primo prodotto di un nuovo produttore , in Italia ce la sogniamo!!
Ma la cosa più incredibile è che , nell'articolo della prova , si disquisisca se è giusto che una carrozza arrivi a costare 50 euro (viene qui citata ad esempio la situazione del mercato italino dove quasi tutte le carrozze superano i 50 euro !!! ), ripeto con una qualità che qui , forse , abbiamo solo visto sulle Tee della Roco...
Se il nostro paese è fatto di pippaioli scatolari come dice Pik , e la maggior parte del fatturato è fatta da coloro , non potremo mai avvicinarci all'abbondanza del mercato francese e men che meno di quello anglosassone o tedesco..e ai loro prezzi/qualità.
saluti


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 Oggetto del messaggio: che fine hanno fatto
MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 13:43 
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Nome: Maurizio
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Non lo so perche' vivo in germania,
ma sottoscrivo il fatto che qui il rapporto qualita' prezzo (non sui modelli italiani) e' decisamente migliore!!

Troppi squali, squaletti e simili :?:


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 14:06 
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Iscritto il: mercoledì 18 gennaio 2006, 15:59
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Come sviare da un problema e focalizzarsi su altri aspetti (così si toglie il problema dal...problema)
Vedi Claudio sono d'accordo con te che all'estero c'è una situazione migliore,ma siamo convinti che sia colpa solo dei collezionisti pippaioli,come qualcuno semplifica in maniera forse artefatta?Un conto sono i ritardi di produzione e va bè,però non si poteva pensare che quei tre/quattro produttori andassero avanti a consegnare novità con quel ritmo.
Anche perchè avrebbero messo in difficoltà non solo i collezionisti pippaioli,ma anche la stessa rete distributiva dei negozianti(non si può continuamente riempire il magazzino svuotandolo solo parzialmente).
Un altro conto invece è avere una plletora di artigianucoli che mirano a fottere il prossimo.Ma quello che mi fa imbufalire è che c'è gente che li giustifica e quasi li scusa,anzi si augura che ritornino sul mercato.....
Sai oggi è troppo facile fare della critica agli scatolari (sempre pippaioli),ma chi come me ha quasi 50 anni de ifermodellismo alle spalle,può capirli e giustificarli.Quante fregature sono state prese in nome dell'italianità del modello.
Vogliamo parlare di Bettiart e delle scocche in resina che era meglio che ci facevano le candele per la Madonna con quella resina lì.
Vogliamo parlare di GT le cui motorizzazioni erano fantasmagoriche,ma prive di precisione,vogliamo parlare di Luzzietti,che non si sa quanti modelli riescano a girare,ma per metterli insieme dovevi avere un laboratorio di torneria e uno di orologieria?Vogliamo parlare del grande artigianato italiano che fannomodelli che vanno solo dritti?Vogliamo parlare dei bidonisti che prendevano l'anticipo e poi sparivano?
Non puoi pensare che ci sia un mercato recettivo quando vi sono queste pregressi storici.Certo che è apprezzabile il fermodellista francese,o tedesco o americano.Ma vagli a vendere una carrozza di resina a 80/90 euro solo perchè è serie speciale o unica,vagli a chiedere l'anticipo senza avere credenziali.....
Questo mercato per me ha bisogno di essere moralizzato in tutti i sensi.Solo allora potrà riprendere con maggiore professionalità.Da entrambe le parti.


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 14:33 
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a leggere gli interventi di claudio e di gino... mi verrebbe da dare ragione a entrambi.

E allora... vediamo un po'.

1-Collezionismo puro. Non è un male in sè, lo è quando il collezionista perde la ragione, nel senso che dà più valore alla scatola che al modello, e si rende schiavo. Certo, io preferisco il collezionista "abile", che elabora, perfeziona e migliora. però anche un appassionato privo di particolari abilità manuali che vuole ricrearsi una vetrina di mezzi che lo hanno particolarmente emozionato non va maltrattato. Basta che sia documentato e non si lasci abbindolare dalla limitatisisma versione che è esistita pèer ventii minuti nel 1973 quando un operaio per errore ha dato una mezza pennellata di castano sulla fiancata di una tartaruga...

2-Produzioni artigianali. Nel mondo "esterno", produzione artigianale sa di "roba di lusso" fatta bene e accuratamente. Una Rolls, una Porche, un mobile di pregio sono costruiti con cura artigianale rendono orgoglioso chi li possiede. Nel nostro piccolo mondo le cose vanno all'incontrario. Al 75% un prodotto artigianale puzza di ripiego (gli esempi portati da Gino sono solo quelli più evidenti, ma....), ed è spesso garanzia di estetica approssimata e funzionamento pessimo. Però con prezzi da orologeria. Non sono tutti così, intendiamoci. Però... prima di sganciare i soldi (buoni) pensiamoci e valutiamo.

3-Produzioni industriali. Non c'è modello -da sempre- che non abbia alla sua prima uscita una cappella più o meno evidente. Eppure... si spera sempre che il prossimo ne sia esente. Invece... Ma mentre negli anni '80-'90 erano errori dettati da approssimazione, desiderio di risparmiare (i panto delle ALe 601, fanali delle E 656, le ruote della Tartaruga) oggi vediamo degli svarioni imbarazzanti: modelli che non girano (e non solo FS), colori di fantasia, incisioni peggiori di quelle di 15 anni fa... Se i produttori industriali non hanno mai seriamente posto rimedio a questo modo di fare il motivo evidentemente è che questo comportamento non nuoce alle loro vendite.

4-i furbetti del trenino. Non dico nulla, ma che quanto è accaduto negli ultimi anni sia d'insegnamento. D'ora in poi, chi verserà anticipi per prenotare modelli e in cambio riceverà un pugno di mosche, beh, oltre alla naturale arrabbiatura si prenderà anche la mia divertita derisione. Fermodellista avvertito...

5-francesi. Perdono il mondiale, ma vincono nel fermodellismo. Guarda caso Mehano ha provato con l'italia ed è fuggita a gambe levate. E poi ha fatto la BB 27000. Come mi ha detto il progettista, se in francia fai un modello bene, lo comprano (e tanto), altrimenti te lo tieni. Però non ci sono tutte le chiacchiere o le ripicche degli altri, come la storia della E 402A RR insegna. Diciamo così, fermodellisti forse più preparati ma produtori anche più onesti. Lascio a voi decidere chi è l'uovo e chi la gallina.


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 14:56 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 8:53
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Località: Bruschi
Il mercato comunque mi pare già ampiamente moralizzato.
Oggi come oggi nessuno scucirà più un soldo di anticipo e il prodotto dovrà essere all'altezza...penso che siano finiti i tempi della Bettiart, Gt e compagnia bella.
Senza diprezzare chi mette i modelli in vetrina , sono però convinto che siano la maggioranza e questo fà sì che i piccoli/medi produttori continuino a sfornare modelli nati per essere messi in vetrina, con tutte le approssimazioni o limitazioni del caso.
Ai Francesi vengono vendute in kit delle automotrici in resina , in scala hoe al prezzo di 280 euro...quanti modellisti italiani sarebbero disposti a pagare tanto per un kit e poi , quanti lo monterebbero?
Pochi , molto pochi .
Perciò , il mercato oltre che essere moralizzato , dovrebbe tornare ad essere un mercato legato alla costruzione di un diorama o di un piccolo plastico , in maniera che le vetrine saranno un pò meno degli album da figurine da riempire ma con una piccola palestra dove vengono applicati le miriadi di articoli che abbiamo letto e che spesso le riviste ci forniscono.
Completamente d'accordo , invece sulla scarsa correttezza di soggetti che spesso hanno "fregato"chi attendeva con ansia il modello che in lui risvegliava i ricordi d'infanzia...
Peccato che poi con pseudonimi diversi ritornino sulla scena del del delitto e che la rivista concorrente ne avesse dato elevata visibilità...ma tantè, per cui , da ora in avanti , apettiamo di vedere i modelli non a Novegro , ma in negozio , unica garanzia della capacità di consegnare da parte del produttore.
Per finire , inisto con la mia opinione del mercato francese , dove mediamente , i prodotti industriali sono più curati proprio a causa della maggiore attenzione ( leggi CULTURA ) del cliente e non si hanno le patetiche corse tra i produttori come abbiamo visto nei mesi passati per arrivare primo , saturare il mercato e piantare una bandierina.
saluti


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 15:04 
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Iscritto il: giovedì 19 gennaio 2006, 9:44
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Località: Castelfranci (AV)
Concordo con Claudio,e sto pensando a cosa verrà fuori tra la gara che stanno facendo ACME e Roco per sfornare il TEE Breda a dicembre.
Comunque....staremo a vedere cosa ne uscirà fuori. 8)


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 15:20 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 11:08
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Mi permetto di descrivervi il mio approccio.... :D

Per il mio modesto modo d'agire, è un imperativo NON dare anticipi per qualsivoglia modello, artigianale e no, e il mio negoziante ha la buona abitudine di non chiederli. Resta ,tuttavia, il problema della prenotazione. Sono d'accordissimo che non se ne parla di acquistare un modello se non visto, visti gli ultimi svarioni. Capita molto spesso, però, che il negoziante ordini i pezzi solo prenotati, o al massimo uno-due pezzi in più, e stop. L'azienda produce di conseguenza e tu non vedrai mai il pezzo che magari poteva interessarti...oppure lo vedi a fiere e mercati a prezzi da delirio.

Tutto questo ha tuttavia dei risvolti positivi. Non ci si ammala più per i modelli, e si approccia "serenamente" la novità (se c'è bene, se non c'è, risparmio).

Un altro fenomeno che non so se solo italiano è che quasi nessuno rischia. Non rischia il negoziante con qualche pezzo in più in ordine, non rischia l'importatore (ho aspettato, p.es. un modello americano...tre anni :shock: ..ma ho imparato a acquistare in internet quello che mi serve), e rischiano sempre meno, con qualche eccezione, i produttori.

Meglio così.... :wink: più tempo per mettere le mani sui modelli, o per andare a fare il plastico in associazione :D 8) :D ...


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 16:11 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 10:31
Messaggi: 160
Località: Vicino a Montecatini Terme
Era tanto che non intervenivo in questi .... discorsi di fanta-commercio pratico.

Devo essere d'accordo con Benedetto, Claudio e anche con Cortez, in effetti le cose stanno viaggiando in quei termini, la mia aggiunta è solo per ampliare i punti di vista.

Claudio dice che manca "Cultura" ed è vero proprio questo lato del discorso; la cultura deriva da una corretta "informazione" seria, del tipo di quella Stampata su carta, libri, riviste ecc.

In questi anni si sono aggiunte varie fonti di informazione differenti nella velocità e nella affidabilità.

Un tempo si diceva che gli "imbonitori" dei mercati, urlavano più forte per vendere di più, e spesso raccontavano le ... "storie dell'orso", pur di "appioppare" qualche fregatura al primo che non sapeva. ( poco acculturato )

Oggi come allora, ci sono ancora questi "figuri", inoltre si sono aggiunte forme più veloci di comunicazione ( internet ), che favoriscono la confusione informativa, fra cose vere e false.

Basta un "pirla" di turno, che dice quattro menate su di un forum a caso, che molti tra coloro che NON VOGLIONO ( fanno proprio una fatica boia ) leggere i libri o le Riviste; ci credeno, la "bevono", ed ingoiano amo e filo, come dei Pesci.

Poi mettiamoci anche il fatto che, invece di andare di persona a vedere e toccare l'oggetto, ci è più "comodo" scegliere dallo schermo di casa, ( a volte siamo talmente pigri, che ci basta anche un link ), non verifichiamo quasi mai, se chi ci chiede i soldi, sia affidabile nel tempo o solo occasionario.

Finchè comanda il; "io sono arrivato primo", "io lo ho trovato a meno", "io l'ho preso all'estero perchè in italia non si trova" e finchè ci sarà questa "pigrizia" mentale di non "capire" quello che vogliamo fare, non credo che si vada tanto più avanti, nella situazione fra Produttori e utenti finali.

Questo, secondo il mio parere personale è il mercato attuale Italiano, ma come sempre, io sono vecchio e conto solo per uno ...

... Armando(FK)


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 17:48 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
Messaggi: 1504
Località: Firenze
Però i costruttori che si fanno la guerra per uscire prima con lo stesso modello ci mettono del loro: qui i modellisti / collezionisti non c'entrano....

E la realtà è che tutto va a scapito dell'utente (vedi le c****** sulle ultime uscite....)

Saluti

Max


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MessaggioInviato: mercoledì 12 luglio 2006, 21:24 
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Nome: Fabrizio Ferretti
Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:31
Messaggi: 7518
Località: Fabriano
Voglio ficcarmi nella mischia, stavolta, però senza dire troppe cavolate, come invece spesso faccio. Signori miei, purtroppo, questa è la mia personale opinione: il modellista italiano in genere, non è sufficientemente informato. Chiamatela pigrizia, od altro, la maggior parte comprano o criticano per sentito dire, non acquistano riviste, libri, non approfondiscono gli argomenti.
Certo, non per questo il produttore di modelli dovrebbe per forza approfittarsene, ma da che mondo è mondo, il furbo gabba l'ingenuo.
Occorrerebbe a questo punto una maggiore tutela del modellista consumatore, non solo da parte sua e delle riviste del settore, ma anche da un'associazione.
In altri paesi le organizzazioni modellistiche funzionano bene, lo dimostrano i fatti, da noi? Chi tutela, chi difende, chi interviene? Della serie chi se ne frega.
Sembra che io porti i miei argomenti sempre verso questa provocazione, però, finora mi sembra che i fatti mi stiano dando ragione.
Cosa vogliamo fare?
Fabrizio Ferretti.


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