A grandi linee il tracciato in direzione nord sud correva lungo l'argine dell'Arno - senza mai superarlo - fino alla vecchia stazione di Incisa, ancor'oggi esistente in discrete condizioni (anche se ovviamente adibita ad altri usi), dopodiché correva lungo l'attuale via Olimpia per proseguire dritti dritti fino all'attuale radice sud del fascio binari dell'attuale stazione di Incisa, all'incirca parallelamente a via Roma. A parte la vecchia stazione e l'attuale lungarno cittadino - la cui struttura ad archi che si affaccia sul fiume è di origine ferroviaria appunto - della parte nord non sopravvive praticamente nulla: una mia ricognizione di quest'estate mi ha permesso di notare solo piccole porzioni di muri a retta, il sedime è diventato per la maggior parte una lunga teoria di orticelli e pollai, in località La Fonte nei presso di una struttura dell'acquedotto ci sono i resti semiinterrati di un ponte ad archi parallelo all'Arno, probabilmente realizzato per superare un piccolo fosso affluente al fiume. Da quello che ho potuto rilevare, il tratto tra questo ponte all'attuale ferrovia non è percorribile: considerando che la dismissione risale a prima della II guerra mondiale - indicativamente fine anni Trenta - è facile immaginare quanto possano essersi modificati i luoghi anche per cause naturali, come delle frane di porzioni del sedime. Lato nord, nel punto in cui la variante si allontanava dal fiume per "allacciarsi" all'attuale tracciato, suppongo l'esistenza di una breve galleria oggi non più visibile o addirittura non più esistente: proprio in quel punto si incrociano a livelli sfalsati la LL e la DD, per cui in tempi relativamente recenti i luoghi sono stati senz'altro modificati.
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