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 Oggetto del messaggio: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2011, 14:57 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
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Antefatto

Il 28 novembre del 1922, Anno I dell’ E.F., il nerbo delle forze rivoluzionarie marciò su Roma e, a conseguenza di ciò, S.M. Vittorio Emanuele III incaricò il Duce di formare un nuovo governo.
Non appena conquistato il potere, il Duce intraprese una politica di riassetto delle casse dello stato, di liberalizzazioni e di riduzioni della spesa pubblica. Venne riformata la scuola; si diede seguito ad una serie di rivendicazioni delle associazioni combattentistiche; vennero tutelate le pensioni e le indennità ai reduci e ai mutilati; venne resa obbligatoria la giornata lavorativa di otto ore agl’operaj. In politica estera, l'Italia conquistò la protezione delle minoranze in Dalmazia e l'autonomia di Fiume (che nell’anno II venne annessa alla Patria). Infine s’ottenne anche la revisione, a favore dell'Italia, dei confini delle colonie: fu rettificato il confine di Tripolitania e Cirenaica ed esteso il Fezzan ad alcune oasi strategiche, ed alla Somalia venne annesso l'Oltregiuba.

Tra le varie opere adempiute dal Duce in que’ primi anni di fulgenti innovazioni, un impeto particolare fu da Egli rivolto allo sviluppo delle ferrovie. Il Suo sguardo vigile ed inflessibile ebbe a concentrarsi sulle comunicazioni su rotaja del porto di Genova: arterie vitali pella conduzione delle merci fabbricate dagli opifizi Italiani verso l’imbarco su’ vapori che l’esportavano in tutto il globo, vitalizzando l’economia ed avviando la nostra Patria verso l’ineluttabile ruolo di primaria potenza economica! Verso il destino glorioso! Verso la quarta sponda, verso l’Impero!

Intorno al 1910 gli accessi ferrovieri al porto, procedendo da Ponente a Levante, potevano così riassumersi: galleria della Sanità, d’unione tra i binati della calata del Molo Nuovo e il quadrivio Coscia, e di là con una linea a basso livello con la stazione di Sampierdarena e il parco Forni; galleria rettilinea di San Benigno, d’unione tra il Ponte Caracciolo e il quadrivio Coscia; galleria curvilinea di San Benigno, d’unione tra il ponte Assereto ed il quadrivio Coscia; galleria di San Lazzaro bassa, d’unione tra i binari della stazione marittima centrale, o Santa Limbania, e la stazione di Sampierdarena mediante una linea ad alto livello; le due gallerie Campasso, d’unione tra i binari della stazione marittima centrale e degli ex Magazzini Generali ed il parco Campasso e quindi le linee dei Giovi; galleria della Traversata e San Tomaso, tra la stazione centrale marittima e la stazione Brignole.
Nei 1910 ebbero inizio i lavori di costruzione delle gallerie di raccordo (detta delle Grazie o di Carignano) tra le calate orientali del porto e le stazioni di Piazza Principe e Brignole, con un tracciato che si articolava in due gallerie a semplice binario affiancate, le quali, iniziando dalla calata delle Grazie a levante del Molo Vecchio, si separavano poi quasi sotto la verticale di Piazza De Ferrari in un "ramo occidentale" verso una camera di biforcazione in Traversata a 216 m dallo sbocco della preesistente galleria San Tomaso, e un "ramo orientale" che sboccava in stazione Brignole terminando in un'asta di manovra.

Ma l’opera di perforazione, resa assai difficle dall’orografia e dalla geologia del sito, penosamente languiva e, al sorgere dell’Anno I, non poteva dirsi ancora terminata.

[fonte: “La ferrovia ligure”, del Betti Carboncini Adriano]

(continua)


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2011, 17:31 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 17:07
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Sommo Alalà attendo con ansia la continuazione della narrazione delle gesta del DUX.
A noi.
Toc.
Camerata Carlo Pezzini


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2011, 18:48 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 18:26
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Località: Friuli Venezia Giulia
Meno male che la curiosità mi ha fatto aprire questo argomento di discussione ( gli abitanti della perfida lo chiamano post ) :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2011, 18:53 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
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Dm ha scritto:
gli abitanti della perfida lo chiamano post


Della perfida Albione vorrete dire, camerata ... lieto che neppure voi sopportiate costoro!

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2011, 18:55 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
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Roma, gabinetto privato del Duce.

- Pavanati! Subito qui, perdiana!

- TOC! Dite, Eccellenza.

- Cos’è questa nota sul mio scrittojo? Chi l’ha menata? Essa afferma che le nuove gallerie del porto di Genova ancora non son praticabili! E doman l’altro sarò laggiù pell’inaugurazione! PAVANATI! (e qui tirò un gran pugno che fece rovesciar il calamajo) Partiamo subito, invece: fa’ preparare il treno, e senz’alcun indugio; tender al massimo carico, sabbiere e oliatori colmi sino all’orlo, caldaja in pressione, il Fascio ben in vista sulla locomotiva. Condurrò io stesso. Deh, non scordare d’imbarcar tortellini, zampone e sangiovese: ho a noja la triste cucina di magro di que’ paraggi, boja d’un mond leder. E che non manchi, in cabina, la cassetta colla dotazione dei manganelli!

Il Pavanati, congedatosi col saluto romano e con un secco TOC dei tacchi, s’avviò senza indugiare.

Roma, Livorno, Pisa, la Spezia ed infine la ridente Genova … macinò la fiammante 685 chilometri su chilometri, instancabile, col Duce ai comandi, sprigionando nella gelida notte nubi di candido vapore e scintille corrusche, colla luna piena che faceva risplender glorioso il Fascio di lucido ottone applicato sul portello della camera a fumo. All’alba, precisa e puntuale a guisa d’orologio svizzero, lasciati gl’iscambi della stazione Principe s’incuneò pei binari portuali, tra lo sbigottimento dei camalli e di conducenti e fochisti delle fumiganti 830 che manovravan sulle banchine. Il Duce smontò con un agile balzo e salutò romanamente il Podestà di Genova, che l’attendeva.

- Ecco le gallerie, Eccellenza. Vedete? Pajon complete, ma dell’una d’esse ancora s'oppone l’ultimo diaframma: è roccia viva, Duce, e della più resistente.

- Sorbole! Le avete tentate tutte, nevvero, Podestà? Avete messo al lavoro i prigionieri politici, che n’abbiam le celle piene (e gli zibidei pure)?

- Lo facemmo, Duce. Ed abbiam saggiato persin le trivelle pneumatiche del Sommeiller, del Grandis e del Grattoni, che pure traforarono il Frejus: nulla da fare! Si spuntano!

- Poh! Mi pare assai strano: non vorrei si battesse la fiacca. Orsù, menatemi nella galleria: lo voglio veder da vicino ‘sto diaframma dei miei zibidei!

Montarono su d’un piccolo locomotore Decauville e, traballando sulla piaccola e malferma rotaja, s’inoltraron arditamente nella buja galleria.

(prosiegue)


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: venerdì 18 novembre 2011, 15:06 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
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Constava, la galleria, d’un lungo rettilineo scavato nella roccia viva. A bordo del locotrattore, che procedeva cautamente nelle viscere del terreno, due operaj dell’impresa; sul vagoncino al traino, il Duce, il podestà ed il Pavanati. Il fanale ad acetilene projettava una luce spettrale e trepidante sui conci che rivestivan le pareti del traforo.
Ad un tratto, mentre già s’avvistava la porzione di roccia che neppure le trivelle del Grattoni avevan potuto violare, s’udì da dietro le spalle una fortissima esplosione. L’onda d’urto che ne conseguì sbalzò il locomotore dalle rotaje, s’alzò un gran polverone e la fiamma dell’acetilene vacillò sin quasi a smorzarsi: ma, per somma fortuna, si riebbe.
Il Duce rincuorò gli accompagnatori:

- Tranquilli, camerati, ci son qui io! Ghe pensi mi, boja d’un mond leder!

Ma dalle viscere della galleria s’udì un ghigno lugubre e torvo. Poscia comparve un losco figuro che reggeva una lanterna a petrolio: sordido, curvo, bieco, magro, allampanato, colla pallida ghirba per metà celata da una berretta da operajo unta e bisunta di sugna dalla quale spuntavano come foglie di spinaci ciocche ancor più unte di capelli luridi e incolti e che, con voce roca e minacciosa, profferì:

- Sorpreso, veh? Son qui per fermarti, prima che combini chissà che guaj, magari per un ventennio intero. Il mio nome è Mengozzi Arnaldo inteso “Bàkunin”, di Mengozzi Attilio e Fiorazzi Filomena, nato a Forlì, e di fede anarchica. Mai sentito il mio nome? Ma bando alle ciance: morrò, ma morrai anche tu, boja d’un mond leder! Moja Sansone, con tutti i filistei! Evviva il socialismo, evviva Turati e la libertà!

Ma il lestofante non aveva fatto i conti col Duce.

- Pavanati, passami il manganello n. 121, quello minerario, coll’impugnatura di guttaperca ed il nerbo incrostato di carbone del Sulcis!

Ed, in men che non si dica …. PIM, PUM, PAM, la sinfonia soave delle manganellate inferte sonoramente sul cranio villoso del Mengozzi risuonò giojosa nella galleria, amplificata vieppiù dal rimbombo e dall’eco. Il Pavanati legò l’anarchico come un salame e tutti tiraron un sospiro di sollievo. Ma …

- Sorbole, Eccellenza! E mo’ chi ci tira fuori di questa topaja, corpo d’una trivella?

Ma neppure il Podestà di Genova, neppure il Pavanati stesso avevan fatto i conti col Duce!
Ghermì, spumante di rabbia, un piccone ed un badile ch’erano a bordo del Decauville. Strappò dal petto la camicia nera, sputò sul palmo delle mani e dagli, prese a sferrare colpi veementi ma regolari e costanti sulla parete di roccia. Non trascorse neppure un mezz’ora quando s’aprì nella roccia un forellino, che a poco a poco s’allargò divenendo un pertugio, un forame, un varco, una breccia, un tutt’uno colla galleria!

Splendeva un sole radioso e trionfante quando il tunnel sbucò sul piazzale della stazione Brignole.
- Posate le rotaje, operaj - ordinò il Duce, e poscia, ai comandi del piccolo locomotore, fresco e riposato come se non avesse fatto sforzo alcuno, sbucò dalla galleria mentre la folla dgli astanti ch’attendevano un direttissimo od un rapido per chissà dove, rapita ed estasiata, intonava all’unisono un altissimo grido festoso:

- DU-CE! DU-CE! DU-CE! DU-CE! DU-CE! DU-CE! DU-CE! DU-CE!

E, con questo, mi accommiato. Voi non ci crederete, camerati carissimi, ma al ricordo di quella fulgida impresa di Sua Eccellenza il Duce mi prende un groppo alla gola da non riuscire più a scrivere!

M.

P.S.: Peccato ch’il Mengozzi, scioltosi dalle corde, profittò del caos per darsela vigliaccamente a gambe …


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: lunedì 21 novembre 2011, 11:46 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
Messaggi: 2776
Località: Legnano (MI)
Fantastico Camerata...come al solito un racconto di quando l'Italia era tutta una fulgia locomotiva nera che muoveva all'unisono!
A Noi...TOC

PS: Il Ghe pensi mi...mi ricorda qualcuno...mmmmm :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: lunedì 21 novembre 2011, 12:08 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
Messaggi: 144
Mattia646 ha scritto:
Il Ghe pensi mi...mi ricorda qualcuno...mmmmm :wink:


Trattasi di pura coincidenza, camerata Mattia .... pura e semplice coincidenza! :wink:

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: lunedì 21 novembre 2011, 13:42 
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Iscritto il: venerdì 2 settembre 2011, 9:38
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Località: Roma Trastevere
Caro Camerata Alalà i tuoi racconti riempiono il cuore di palpitanti e vibranti emozioni.
Bei tempi quando da Genova si partiva e si andava a Nizza e/o Montecarlo col moschetto e la Libli e non come ora con i contratti d'affitto di ignobili tuguri dove alloggiare traditori della patria.
Illuminaci ancora con le gesta del Duce (che ci dà la luce).
TOC!
Roberto


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: lunedì 21 novembre 2011, 14:26 
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TOC!

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: mercoledì 23 novembre 2011, 18:37 
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Alla faccia della cucina di magro, il Mengozzi fu più che rifocillato con abbondantissima focaccia con e senza cipolle recata apposta da alcuni forni di Voltri, focaccia con il formaggio, friesceu e ovviamente trenette e troffie con abbondantissimo e profumato pesto...

Bellissimo "prequel"! Complimenti!

*affonda la forchetta nel piatto di trenette*


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 24 novembre 2011, 10:22 
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Ma Voi parteggiate forse pel Mengozzi? :shock:

:evil: :evil: :evil:

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 24 novembre 2011, 10:43 
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Da sempre! L'Anarchico Mengozzi è un mito. Sto cercando ancora o un modellino della V1 in 1/87 o un pianale ferroviario sagoma italiana in 1/72 :) :) :)

E sopratutto parteggio per "a fugassa da Marinetta a Utri" e "pa a fugassa de Zena" in generale, insieme a frisceu (specialità della settembrata... Ah le *buone* cose del vecchio PCI) ed il pesto: neanche il Duce può mancare di rispetto al cibo ligure, anche se la cucina di quei luoghi è piena di piatti fatti apposta per rifornire di vitamine i marinai...


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 24 novembre 2011, 15:03 
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Iscritto il: lunedì 16 ottobre 2006, 14:44
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saint ha scritto:
L'Anarchico Mengozzi è un mito. Sto cercando ancora o un modellino della V1 in 1/87 o un pianale ferroviario sagoma italiana

Camerata, alludete forse Voi all'aneddoto del treno-razzo, il primo pubblicato dal sottoscritto sull'internete, ove il Mengozzi collaudava un mirabile trovato della scienza?
Se ritenete utile, potrei ripubblicarlo (dovrei avere il brogliaccio, da qualche parte).

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: La galleria delle Grazie
MessaggioInviato: giovedì 24 novembre 2011, 15:22 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
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Alalà ha scritto:
saint ha scritto:
L'Anarchico Mengozzi è un mito. Sto cercando ancora o un modellino della V1 in 1/87 o un pianale ferroviario sagoma italiana

Camerata, alludete forse Voi all'aneddoto del treno-razzo, il primo pubblicato dal sottoscritto sull'internete, ove il Mengozzi collaudava un mirabile trovato della scienza?
Se ritenete utile, potrei ripubblicarlo (dovrei avere il brogliaccio, da qualche parte).


Alludo esattamente quello, comrade (:) :) :)) Vate. E non occorre che vi diate pena, che l'Internete ha più memoria di quello che si pensi!

* esamina i bozzetti per il monumento al Mengozzi da erigere in "Viale dei 648 voti del 6 Luglio 2005", a Santa Clara, Gianozia Orientale *


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