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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: martedì 26 giugno 2012, 12:18 
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@ Marcello (PT)
Io adopero i reed; recentemente (dopo un decennio almeno di regolarissimo e impeccabile funzionamento) se ne è incollato uno e ho dovuto ricomprarne.
Oltre alle caratteristiche geometriche, un elemento decisivo per il funzionamento dei reed, fra le altre caratteristiche elettriche, è la loro sensibilità espressa in AT (che in italiano dovrebbe significare Ampere.spire).
Potresti farmi sapere che sensibilità hanno quelli che adoperi tu?
In alternativa (o in contemporanea) puoi farmi sapere di che tipo e marca sono e (anche per MP) dove te li sei procurati?
Te ne sarei immensamente grato.
Saluti.

P.s.: Circa il campo magnetico dei motori delle locomotive che influenzano i reed, anzichè i motori G, io metterei al primo posto quello della Gr740/'41/'43 Hornby, forse (non l'ho provata, ma così dicono) dell'Aln556 e, se le cose stanno così, immagino nel futuro anche della Gr940.

P.p.s.: Circa il modo di applicarli io ne utilizzo uno ancora diverso. Prossimamente vedrò di disegnarlo e pubblicarlo.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: martedì 26 giugno 2012, 14:37 
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Ciao Marcello e grazie per tutte le info decisamente utili.

A questo punto utilizzerò i reed per comandare i relais e le controrotaie per gli scambi, anche se non vedo questa grande differenza di assorbimento di corrente fra le bobine degli scambi e quelle dei relais. Forse ti riferisci alle bobine Hornby, decisamente grosse, ma io utilizzo quelle Fleishmann, Roco. Lima ed anche Casadio: ritagliate dai loro scambi, le monterò sottoplancia con un sistema di leve ed un microswitch che serve a riportare in plancia la posizione dello scambio, come peraltro già fatto nel plastico smontato. Per quanto riguarda i relais, io li uso tutti: Roco, Fleischmann, Rivarossi, Trix e Wiessmann.
Mi stupisce però l'affermazione di Gr471, secondo il quale i reed verrebbero influenzati maggiormente dalla 740 e simili Hornby: avendo il motore, decisamente piccolo, situato nella caldaia e quindi molto in alto rispetto al pdf, mi pare strano che il suo campo magnetico possa influire sui reed!
Stefano


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: martedì 26 giugno 2012, 15:37 
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carthago ha scritto:
Mi stupisce però l'affermazione di Gr471, secondo il quale i reed verrebbero influenzati maggiormente dalla 740 e simili Hornby: avendo il motore, decisamente piccolo, situato nella caldaia e quindi molto in alto rispetto al pdf, mi pare strano che il suo campo magnetico possa influire sui reed!
Stefano
Influisce, influisce eccome, sicuramente sulla mia.
Se ne hai una, prova ad avvicinare qualcosa di ferroso alla caldaia, in prossimità del motore (che poi è lungo qualche centimetro) e ti accorgerai con quanta forza l'attira. E poi fammi sapere.

Resto in attesa di una risposta da Marcello (PT).


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 7:12 
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Puoi trovarli qui:

https://www.distrelec.it/ishop/Datasheets/03748027.pdf

Corrispondono al tipo TRA 291 G, purtroppo non compare la caratteristica che cerchi (almeno mi pare).

Li ho acquistati su quel sito.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 10:03 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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Marcello (PT) ha scritto:
Puoi trovarli qui:

https://www.distrelec.it/ishop/Datasheets/03748027.pdf

Corrispondono al tipo TRA 291 G, purtroppo non compare la caratteristica che cerchi (almeno mi pare).

Li ho acquistati su quel sito.

Ti ringrazio moltissimo. Non è che voglio fare il professore, ma quelli che ho comprato per sostituirne uno scattavano a una distanza un po' inferiore dal magnete permanente riapetto a quelli vecchi che già possedevo.
Allora mi sono andato a studiare la caratteristica tecnica che determina e contraddistingue la sensibilità.
Come puoi osservare anche tu dalla tabella pdf che mi hai inviato, il tuo tipo, TRA 291 G, ha una semsibilità pari a 10..40 TA.
Se gli studi effettuati mi hanno arrecato vantaggi, dovrebbero essere ancora più sensibili quelli del tipo VDA200H, con TA pari a 5...20 e diametro di soli 1,4 mm.
Vedrò di prenderli.
Molti anni fa ne comprai uno già incapsulato da Linea Model (credo di ricordare e, sicuramente, a carissimo prezzo); ebbene questo, a parità di magnete, scatta a una distanza più che doppia rispetto agli altri.
Mi ripropongo ancora, non appena l'avrò disegnato, di pubblicare il modo in cui li posiziono io.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 11:30 
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Operate sensitivity, sia in chiusura, sia in apertura, AT. OK.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 11:47 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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Ecco uno schizzo su come li posiziono io.
Allegato:
Reed.jpg
Reed.jpg [ 57.28 KiB | Osservato 4736 volte ]
In pratica incapsulo il reed all'interno di un tubetto di ottone (o rame), lo saldo da un lato al tubettoo e dall'altro a un cavo, ovviamente con gli ooportuni termorestringenti e guaine non rappresentate nello schizzo.
Saldo l'altro filo all'altra estremità del tubetto che inserisco verticalmente dal basso nella sede stradale fino a portarlo al piano del ferro.
E' robusto, protetto, molto prossimo al magnete del veicolo che transita, in caso di manutenzione o riparazione basta tirarlo dal basso e lavorarci comodamente.


Ultima modifica di Gr471 il sabato 30 giugno 2012, 10:52, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 13:20 
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Ciao GR471.
Credo che provero questo sistema da te proposto almeno per la praticitá ante l´eventualitá di futuri interventi,sembra molto pratico e comodo,ma toglimi una curiositá,in questo caso la testa del reed,o meglio la capsula che lo contiene rimane a filo del pdf.non rimane antiestetico?
saluti e grazie
Bruno


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 18:27 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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Tieni conto che lo schizzo non è in scala, i tubetti disegnati hanno un diametro di 4 mm.; se riesci a trovare dei reed miniatura dal diametro di 1,5 mm (nella tabella proposta da Marcello (PT) ce ne sono da 1,4 mm.) li puoi incapsulare in tubetti da 2 mm. o addirittura meno.
Peraltro più sono piccoli, maggiore è la sensibilità cioè il raggio d'azione dei magneti, e li puoi mettere (ovviamente dopo le opportune prove) più bassi finanche al filo delle traverse.
Una coloratina in ruggine o marrone scuro li camufferà in modo da faticare tu stesso a ritrovarli.
I miei, da 2,3 mm di diametro, li ho incapsulati nei pennini di ricambio delle penne a sfera Pelikan (3 mm.) e sono tutti piazzati in stazioni fantasma in zone nascoste; quindi non li vedo per niente.
Quando sei a prepararli, se mi scrivi, ti fornisco altri dettagli più minuziosi.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2012, 23:19 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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Qui potete vedere come funzionano i contatti Reed in funzione della posizione del magnete. La posizione che dà maggiore sensibilità rispetto alle rotaie è quella parallela alle traversine: ovviamente è più probabile che ci siano contatti spurii dovuti al campo magnetico del motore.

http://www.syntextech.com.tw/pro1-body.htm

Anche se molti modelli sono in grado di reggere correnti sufficientemente elevate, sconsiglio di fargli pilotare direttamente carichi, specialmente se induttivi. Il distacco delle 2 lamelle genera un microscopico arco elettrico dovuto all'extratensione di apertura: in parole povere, quando si apre il contatto la tensione tra le 2 lamelle non è quella di alimentazione, ma può essere molto più alta, per via dell'energia immagazzinata nella bobina. Il tutto porta ad usura precoce del dispositivo. Un'alternativa potrebbe essere quella di pilotare con il reed un timer (il classico 555) regolato in modo tale che dia un impulso solo in uscita di durata prefissata (ad es 1 secondo) indipendentemente dal tempo di chiusura del reed (funzione della velocità del modello).

Io preferisco il classico pedale, con i suoi vantaggi e svantaggi..... oppure un sistema fotoelettrico.

saluti

Max


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: giovedì 28 giugno 2012, 7:49 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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max5726 ha scritto:
Qui potete vedere come funzionano i contatti Reed in funzione della posizione del magnete. La posizione che dà maggiore sensibilità rispetto alle rotaie è quella parallela alle traversine: ovviamente è più probabile che ci siano contatti spurii dovuti al campo magnetico del motore.

http://www.syntextech.com.tw/pro1-body.htm

Anche se molti modelli sono in grado di reggere correnti sufficientemente elevate, sconsiglio di fargli pilotare direttamente carichi, specialmente se induttivi. Il distacco delle 2 lamelle genera un microscopico arco elettrico dovuto all'extratensione di apertura: in parole povere, quando si apre il contatto la tensione tra le 2 lamelle non è quella di alimentazione, ma può essere molto più alta, per via dell'energia immagazzinata nella bobina. Il tutto porta ad usura precoce del dispositivo. Un'alternativa potrebbe essere quella di pilotare con il reed un timer (il classico 555) regolato in modo tale che dia un impulso solo in uscita di durata prefissata (ad es 1 secondo) indipendentemente dal tempo di chiusura del reed (funzione della velocità del modello).

Io preferisco il classico pedale, con i suoi vantaggi e svantaggi..... oppure un sistema fotoelettrico.

saluti

Max

Molto interessante il link che hai citato, ma quello giusto dovrebbe essere questo:
http://www.syntextech.com.tw/pro11-top-body.htm
Da prove effettuate in casa su quelli che possiedo ho potuto notare che i miei reed sono pressochè insensibili se si avvicina un magnete (di quelli che adoperiamo abitualmente) verso il centro dell'ampolla, mentre la massima sensibilità si ha alle estremità, sia che ci si avvicini radialmente, che assialmente.
Concordo che non è il caso di utilizzarli per correnti di potenza, ma solo di eccitazione: i miei infatti pilotano solo dei transistors.
In quanto al pedale, beh, mi sembra definitivamente superato.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: giovedì 28 giugno 2012, 15:00 
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Località: Pistoia
Il pedale ha la caratteristica, di non poco conto, di non necessitare di magneti o dei servocircuiti particolari usati per i reed.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: giovedì 28 giugno 2012, 22:59 
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Si, il link è proprio quello, non capisco come mai ci sia andato a finire l'altro.... misteri del copia/incolla!!!!

Il motivo per cui non ho accantonato i pedali dalla lista dei dispositivi utilizzabili è proprio quello indicato da Marcello.... :wink:

saluti

Max


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: giovedì 28 giugno 2012, 23:34 
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Il sistema a pedali mi ha incuriosito parecchio,non ci badate,sono mie lacune,anche derivate dal fatto che non é tanto che mi sto dedicando al plastico,poi dove sto non ho accesso alle innumerevoli riviste da voi citate,dove sicuramente nei secoli passati saranno state ampiamente pubblicati e descritti.Se qualcuno di voi fosse cosi gentile da spiegarlo in maniera semplice semplice,a mo di poterlo autocostruire ne sarei veramente grato.
saluti
Bruno


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: venerdì 29 giugno 2012, 6:52 
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