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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: venerdì 29 giugno 2012, 11:43 
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Iscritto il: mercoledì 18 gennaio 2006, 22:17
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Il tratto di rotaia dove é inserito il pedale (é praticamente una controrotaia?) e il circuito é isolato dal resto del tracciato del plastico?

RF


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: venerdì 29 giugno 2012, 13:34 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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Personalmente come pedale preferisco un elemento elastico posto vicino alla rotaia, in modo tale che non la tocca a riposo, ma tocchi sicuramente la ruota quando questa ci passa sopra, chiudendo il circuito.
Il circuito postato da Marcello è molto semplice, ma non è isolato dal tracciato: personalmente preferisco isolarlo a costo di una complicazione circuitale: brevemente, collego il pedale e l'altra rotaia ad un fotoaccoppiatore con ingresso in AC (così si attua indipendentemente dalla polarità delle rotaie) e a valle di questo realizzo la logica che mi interessa, completamente isolata dai binari.
L'altra controindicazione del pedale è che questo non funziona con rotabili con ruote in plastica, tipo TTM kit (ovviamente...) :D

saluti

Max


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: sabato 30 giugno 2012, 10:40 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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Il circuito proposto da Marcello (PT) è splendido per semplicità e sicurezza di funzionamento.
Non andiamo a complicarci la vita con cose strane e macchinose come i fotoaccoppiatori o altro!
Certo, se ruote che captano corrente ci restano ferme sopra i condensatori non si caricano, ma non succede niente di preoccupante poichè la corrente che attraversa le bobine degli scambi è minima e perfettamente sopportabile.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: sabato 30 giugno 2012, 11:31 
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Gr471 ha scritto:
Da prove effettuate in casa su quelli che possiedo ho potuto notare che i miei reed sono pressochè insensibili se si avvicina un magnete (di quelli che adoperiamo abitualmente) verso il centro dell'ampolla, mentre la massima sensibilità si ha alle estremità, sia che ci si avvicini radialmente, che assialmente.
Concordo che non è il caso di utilizzarli per correnti di potenza, ma solo di eccitazione: i miei infatti pilotano solo dei transistors.
In quanto al pedale, beh, mi sembra definitivamente superato.

Ho usato spesso i reed anche e specialmente fuori dal modellismo. Per eccitarli il campo magnetico deve essere parallelo, non trasversale alla bobina. Si trovano anche dei piccoli elettromagneti per far funzionare i reed come normali relè, e sono fatti in modo che il reed sia infilato dentro la bobina.
Ecco perchè funziona in verticale.
La calamitina "per reed" che vendono genera un campo magnetico dalle sue estremità.
Ecco perchè con un magnetino piatto succede che passando sul reed lo faccia scattare due volte.
In modellismo li metto sempre paralleli al binario, per questo scattano col campo del motore della locomotiva.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: sabato 30 giugno 2012, 11:44 
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Iscritto il: venerdì 25 aprile 2008, 12:15
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snajper ha scritto:
Ho usato spesso i reed anche e specialmente fuori dal modellismo. Per eccitarli il campo magnetico deve essere parallelo, non trasversale alla bobina. Si trovano anche dei piccoli elettromagneti per far funzionare i reed come normali relè, e sono fatti in modo che il reed sia infilato dentro la bobina.
Ecco perchè funziona in verticale.
La calamitina "per reed" che vendono genera un campo magnetico dalle sue estremità.
Ecco perchè con un magnetino piatto succede che passando sul reed lo faccia scattare due volte.
In modellismo li metto sempre paralleli al binario, per questo scattano col campo del motore della locomotiva.
Tutto giusto; non capisco però l'ultima frase, o meglio, non ricorre nel mio impianto dove i motori delle locomotive, anche se di tipo G (possiedo qualche Fleischmann), non influenzano minimamente i reed, tranne la Gr740 e derivate Hornby.
Le mie loco, munite di un magnetino rotondo posizionato opportunamente sotto il telaio, passano sui reed a velocità modesta (circa un terzo o un quarto di quella massima), la chiusura impulsiva dei reed aziona un circuito elettronico e meccanico e fa scattare il cambio di binario e la disalimentazione di quel tratto e la loco, per inerzia, si ferma pochissimo dopo (qualche centimetro) senza influire più sui reed.
Invece la 740, che emana un campo magnetico molto "lungo", tutt'altro che puntiforme, si ferma proprio sui reed che restano chiusi e inibiscono il funzionamento di tutti i meccanismi correlati.
Posso cambiare elettronica solo per questa ciofeca di macchina?


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: domenica 1 luglio 2012, 9:49 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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X Gr471: hai provato a montare il magnete sotto la 740 al contrario? o in una posizione diversa? o a montare al posto del magnete un pezzettino di ferro dolce x concentrare il campo magnetico del motore?

Riguardo al circuito di Marcello, concordo che sia estremamente semplice ed anche funzionale, ma se dovesse generare interferenze durante la commutazione degli scambi, non c'è altra via che l'isolamento completo...

saluti

Max


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: domenica 1 luglio 2012, 15:46 
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Iscritto il: sabato 10 giugno 2006, 8:32
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Forse sopra non sono stato chiaro relativamente alla mia esperienza, per cui aggiungo due foto; reed & magneti Roco, binari N & H0e Roco, motrici Lilliput & Bemo; chiaramente il reed e’ posto parallelamente alle rotaie per problemi di ingombro e il magnete e’ regolato in altezza rispetto alla quota delle rotaie; funzionamento ottimo su una ventina di motrici; scatta una sola volta e comanda i rele’ ( per segnali & scambi )

Immagine

Immagine

Saluti,
Sp


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: lunedì 2 luglio 2012, 11:44 
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max5726 ha scritto:
X Gr471: hai provato a montare il magnete sotto la 740 al contrario? o in una posizione diversa? o a montare al posto del magnete un pezzettino di ferro dolce x concentrare il campo magnetico del motore?
Spiegami meglio questa cosa.
1) Montare il magnete al contrario: dovrebbe annullare o ridurre il forte campo magnetico emanato dal motore?
2) Pensi che un pezzettino di ferro dolce imbrigli e concentri il campo magnetico del motore?
Hai mai provato? Mi restano parecchi dubbi.
Nemmeno la HR, tramite il buon Massimo, è riuscita a prospettarmi una soluzione.
Avevo provato a schermare il motore applicando sotto il telaio una sottile lastra di piombo, ma niente, tutto come prima.
In caso di esperienze positive ti prego vivamente di segnalarmele.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: lunedì 2 luglio 2012, 11:59 
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Iscritto il: domenica 15 luglio 2007, 9:46
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Cerco di dare una spiegazione tecnica e piuttosto ostica: perchè un reed funzioni correttamente, le linee di forza del campo magnetico che lo muove devono essere parallele al reed medesimo. I motori delle mie locomotive sono fatti in modo tale da far uscire le linee di forza parallelamente al modello (anche se questa caratteristica è una perdita per il motore), anche se dentro il motore stesso sono trasversali. E questa non l'ho mai capita! Segnalo ancora una volta che i miei modelli sono in N, quindi molto bassi sulle rotaie.
Non tutti fanno scattare i reed: la mia recente 9F non lo fa, la 86 Intercity BR non ho ancora provato, le macchine da manovra due sì, le altre no. La mia unica macchina americana ci riesce.

Gr471 ha scritto:
2) Pensi che un pezzettino di ferro dolce imbrigli e concentri il campo magnetico del motore?
Hai mai provato? Mi restano parecchi dubbi.

Si usa questa tecnica per concentrare i campi magnetici di diversi sensori di movimento: sono fatti a forma di U, con due cubetti di cui uno contiene la calamita e l'altro un sensore Hall o un reed. Sono distanziati abbastanza da non scattare ma se passa un ferro dolce in mezzo, le linee di campo sono incanalate verso il sensore e questo scatta. No, non hanno dimensioni da fermodellismo.


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: martedì 3 luglio 2012, 10:14 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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Il problema principale è che il campo magnetico generato da un magnete in aria libera è facilmente determinabile, ci sono in rete molti disegni su come si dispongono le linee di flusso tra i 2 poli: e sperimentalmente si vede ponendo il magnete vicino ad una manciata di polvere di ferro messa su un foglio di carta.... per i motori, non sapendo come sono fatti costruttivamente e come si dispongono le linee di flusso una volta alimentati, quanto sopra non è immediato: per questo suggerisco di fare prove!
Se si introduce un magnete in un campo magn. esistente con polarità discorde (N verso S), il campo magnetico nello spazio circostante si rinforza, se lo si introduce con polarità concorde si attenua, ma può generare una distribuzione di flusso diversa, per cui in un altra porzione di spazio si rinforza ugualmente...
Se invece si hanno campi magnetici variabili, nel senso che possono cambiare anche di segno (cosa che nei motori non è da escludere a priori) quanto sopra avrà effetto solo se il modello viaggia in una direzione: se poi il campo magnetico cambiasse segno anche quando il motore gira nello stesso senso, allora non si avrà alcun miglioramento....
Se si introduce un pezzo di materiale ferromagnetico (il ferro dolce è il migliore...) in un campo esistente, questo viene sicuramente alterato in quanto il ferro costituisce un veicolo di passaggio preferenziale x le linee di flusso. Vale anche nel caso di campi magn. variabili.

Spero di non essermi annodato più di tanto tentando di spiegarmi.... :mrgreen: :mrgreen:

saluti

Max

p.s. la lastra di piombo può servire solo quando si hanno campi elettromagnetici in alta frequenza, vedi onde radio... ha effetti trascurabili sui campi magnetici


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 Oggetto del messaggio: Re: ELETTROTECNICA: i REED funzionano?
MessaggioInviato: mercoledì 4 luglio 2012, 6:21 
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Giustissimo.
Il motore della 740, come quasi tutti gli altri motori, ha un magnete permanente statorico.
Gli avvolgimenti del rotore, attraversati dalla corrente di alimentazione, generano un altro campo magnetico di polarità "opposta" e variabile con l'angolo di rotazione che produce la coppia motrice e il movimento dello stesso.
Mentre l'intensità del secondo campo è proporazionale alla corrente, quella del primo è costante e, soprattutto, prevalente, ma anche fortissima se paragonata a quella di tutti gli altri motori in commercio..
Quindi, in linea di massima e con sufficiente approssimazione, anche in considerazione che in prossimità dei reed le macchine transitano a velocità alquanto modesta, considererei solo il campo generato dai magneti permanenti.
Il suddetto motore, alloggiato dentro la caldaia, è stretto e lungo con le espansioni polari poste una in alto, verso il duomo, e l'altra in basso, appena sopra il telaio.
Sarebbe interessante conoscere lo sviluppo e l'andamento delle linee di flusso del campo generato, ma ho potuto comunque rilevare una sensibile forza di attrazione, avvicinando un oggetto in ferro dolce, alla sommità della caldaia e al di sotto del telaio: linee di flusso che perdurano per tutta la lunghezza del motore (stretto e lungo).
Annullare gli effetti di questo campo magnetico senza influire sull'estetica della macchina nè sulle prestazioni del motore non mi sembra un'impresa facile.
Ma il problema principale non è tanto di annullare il campo originario, troppo lungo (quanto il motore), bensì quello di concentrarlo e ridurlo a una lunghezza di meno di un centimetro.
Ad ogni modo proverò con i tuoi suggerimenti, di cui ti ringrazio, e ... "speriamo che io me la cavo".
Resta comunque evidente la latitanza del produttore.


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