Libli II ha scritto:
...di Ivano Fossati (che peraltro dedica all'E 428 prima serie la copertina di un CD di cui ora mi sfugge il titolo).
Lampo viaggiatore (sogno di un macchinista ferroviere) – Ivano Fossati – 2003.
In copertina la E 428.096 riprodotta anche nei manifesti che pubblicizzavano il tour.
Dalla mia modestissima raccolta (che comprende anche alcuni titoli già citati):
Ma quando arrivi treno – Edoardo Bennato – 1973;
Train – Leo Sayer – 1974;
Io sono un treno – Gianni Morandi – 1988;
Il grande ritmo dei treni neri - Massimo Altomare - 1988;
Il treno dell'anima - Massimo Altomare - 1988;
Bonjour petit train – una delle "chansons des roues" di Pierre Janvoine cantata da Les Petits Chanteurs à la Croix de Lorraine.
Un petit train de plaisir - Gioacchino Rossini - circa 1890:
sette deliziosi capricci per pianoforte fra cui “En avant la machine!”.
In copertina la riproduzione di stampa d’epoca con due treni pieni di viaggiatori e folla lungo la ferrata ad ammirare.
Sotto un articolo che comincia così: «De toutes les merveilles de ce siècle, les chemins de fer sont, sans contredit, une de celles qui occupent le premier rang.».
A fianco una poesia il cui refrain au galop dice : «Vive le chemin de fer, c’est un éclair. Voyagez fillettes gentilles, répétez gaiement en chemin: c’est beau, c’est charmant, c’est divin!».
Se non ricordo male:
Honky Tonk Train Blues (cantata da Keith Emerson nel 1976) era anche la sigla della trasmissione TV "Odeon";
uno dei versi de Il treno di Riccardo Cocciante diceva: “… il treno adesso vola sulle distese immense di ciclamini viola …” (questo lo ricordo bene perché me lo scrisse su un bigliettino augurale la morosa, che viveva d'arte e d'amore).
Riporto anche il testo dei due brani di Altomare che continuano a piacermi tuttora.
IL GRANDE RITMO DEI TRENI NERI
Si scatenano i ferrovieri - al grande ritmo dei treni neri
lo shake sconvolge le ragazzine - strappa le donne dalle cucine
s'affretta il vecchio col bambino - a twisteggiare col facchino
se chiudi gli occhi pensi al passato - col dolce slow dell'accelerato.
E il ritmo entra nelle ossa, prende il cervello, il cuore scassa
non c'è difesa, domani è ieri, al grande ritmo dei treni neri.
Nessuno chiede perché è successo - perché si samba con l'espresso
dimentichiamoci i giorni amari - col pazzo boogie lungo i binari
e un marinaio col tatuaggio - balla da solo nel sottopassaggio
perfino un manager alla riscossa - non sa reprimere la mossa.
E il ritmo entra nelle ossa, prende il cervello il cuore scassa
non c'è difesa domani è ieri, al grande ritmo dei treni neri.
Una signora fisionomista - si fa un tip tap con il macchinista
una corista avvampa d'amore - se fa il caschè col controllore
ballando si spreme come un limone - anche l'anziano capostazione
uomini in piedi, donne sdraioni - persi nel ritmo dei neri vagoni.
E il ritmo entra nelle ossa, prende il cervello il cuore scassa
non c'è difesa domani è ieri, al grande ritmo dei treni neri.
E il ritmo entra nelle ossa, ti batte in testa una grancassa,
non c'è difesa domani è ieri al grande ritmo dei treni neri.
IL TRENO DELL'ANIMA
Mille semafori ha la vita - ed esperienze a volte faticose
abbiamo rospi da ingoiare - e non c'è spazio per decollare.
Poi con gli amici ritrovati - si resta svegli per notti intere
cercando strategie sicure - il viaggio è lungo si deve partire.
Quanta strada fa il treno dell'anima - porta addosso un lungo brivido - quando parte e se ne va.
E la vita è là sul treno dell'anima - tra ricordi che si buttano - cambia svelta la realtà.
Guardi dall'alto il tuo passato - conquiste rapide e vorticose
quanti sorpassi mozzafiato - ed il prezzo a volte è stato salato.
Ma se ti mischi tra la gente - magari incontri un uomo vero
e ti accorgi che non sei sincero - il viaggio è lungo, lungo davvero.
Quanta strada fa il treno dell'anima - come un lampo passa e visita - le stazioni dell'età.
E la vita è là sul treno dell'anima - sui binari delle ipotesi - chissà dove arriverà.
Ah, la musica dei treni .....
Sergius