Considerato che, nomi e sigle a parte, un ACC è come un sistema d'automazione industriale, a parte la riduzione di personale, il bello dell'elettronica di comando è che permette il rilevamemto ed il comando remotato rispetto alla "centralina di gestione" (uso nomi più facilmente interpretabili dai non adetti ai lavori). Nell'automazione industriale si dice I/O remoti e CPU in rete remotate. Quindi portata l'alimentazione generale ad ogni unità locale, con fibra ottica o rame si portano i comandi e si rilevano gli stati.
La differenza è abissale rispetto ad un apparato elettromeccanico, oggi su due fili viaggiano per km miglia di segnali in pochi millisecondi, prima per ogni segnale o comando dovevano partire uno o più fili dalla sala relè per ogni singola apparecchiatura, senza dimenticare che è possibile una diagnostica illimitata ed in tempo reale. In più la ridondanza è abbastanza banale, costi dell'hardware a parte.
Teoricamente da un unica palazzina è possibile comandare in tempo reale (ovvero ritardi contenuti entro il secondo, un niente in campo ferroviario ... giapponesi a parte

) tutta la rete ferroviaria nazionale, Terna fa già qualcosa di simile per la rete di distribuzione elettrica.
Che poi per quattro modifiche al software ti chiedano cifre esorbitani ... solo in Italia, perchè dall'altra parte raramente c'è competenza, all'estero quando si parla di software non ti troverai mai davanti un tecnico meccanico o un ragioniere.
Se non erro (queste sono le mie informazioni), alcuni produttori di hardware per l'automazione utilizzano stesse apparecchiature e stessi sistemi di sviluppo del sofwtare sia per l'automazione industriale sia per la'utomazione dei trasporti, unica differenza sono i contenitori e la forma costruttive, nel settore trasporti si deve considerare l'esercio in situazioni climatiche estreme: -50/+70 gradi, umidità 100% o immersione, maggiore resistenza a urti e vibrazioni.