@Gr470:
Oltre alle risposte che ti hanno dato MAX5726 e BuddaceDCC, credo occorra fare qualche altra puntualizzazione. Non ti offendere, ma sono cose non facilmente intuibili, a volte anche per chi ci lavora.
processing-2.0b6-windows64, lo dice il nome, è un programma per Windows a 64 bits. Quindi è per processori da Personal Computers e non può essere eseguito nè da PIC della Microchip, nè da AVR di ATMEL, nè da tutti i vari processorini di cui si trova una economica schedina. Il motivo è il seguente. Il programma è fatto di istruzioni. Il compilatore traduce quello che noi scriviamo, in una sequenza di istruzioni adatte al processore scelto. Così, ogni processore dovrà avere il suo compilatore. Ce ne sarà uno per compilare per Pentium, uno per AVR, uno per PIC, etc.. Ed occorrerà dotarsi di quello adatto. Il compilatore esegue la traduzione del file sorgente (scritto da noi) ad un file in linguaggio macchina, che poi sarà memorizzato nel processore. Utilizzarlo direttamente, a linea di comando, non è molto pratico da usare e richiede di digitare lunghe sequenze a tastiera. Per facilitare le operazioni esistono le IDE, ovvero gli ambienti di sviluppo. Si presentano con vari riquadri a video che mostrano il programma in editing e varie altre informazioni. Una volta configurato, la compilazione avviene cliccando un' icona. Ma purtroppo, non finisce quì. Non solo fra processori cambia il set di istruzioni, ma cambiano anche le periferiche. Per attivare un timer, ogni processore avrà bisogno di una propria sequenza di istruzioni. Diversa da processore a processore .
Da quello che ho visto, forse ARDUINO aiuta in questa operazione di impostazione. Ma poi il programma è da scrivere in C, che è un linguaggio che richiede formalismi non molto semplici.
Da questo punto di vista, sarebbe forse meglio un processore programmabile in Basic, un linguaggio a livello un poco più alto. Mi pare che Microchip faccia qualcosa del genere. Il basic non consentirà di entrare in dettaglio su certe gestioni dei dati in memoria, ma per un principiante è molto più semplice da utilizzare. E per lo scopo in oggetto, sarebbe adatto.
Quanto all' inglese. Anche se Arduino è stato ideato da italiani, si appoggia comunque al linguaggio C, di cui è una integrazione. Quindi deve utilizzare le istruzioni del C, che sono parole inglesi. La lingua inglese, in elettronica, è un po' come il latino per i dottori di un tempo. E' universale. I manuali dei componenti elettronici (anche dei processori) sono in inglese. Così si evita il costo e gli errori di tradurre nelle varie lingue.
D' altra parte, però, le istruzioni in inglese non credo siano un problema. Scrivere if al posto di se, si impara presto. Ma il tuo dubbio mi pare che sia nella documentazione. Come tu dici, in essa sono riportate spiegazioni non necessariamente facili. E, per giunta, sono in inglese. E' uno scoglio che chi si occupa di queste cose prima o poi si trova a dover superare.
Ma, alla fine del discorso, la conclusione è questa. E vale per tutti. Se uno ha tempo da spendere e ha la volontà di imparare una tecnica lontana da quelle precedentemente conosciute, allora può cominciare. Per gli altri, conviene orientarsi su altre soluzioni.
Per chi vuole avventurarsi in un' impresa, che comunque ha un suo fascino e può dare soddisfazioni, è bene fare i passi un po' alla volta, dato che all' inizio ci si trova con un mare di domande, senza neppure immaginare dove si potrebbero trovare le risposte. Poi, piano piano, a forza di cercare e di chiedere, si trova una risposta, un' altra, e così via. Ci sono anche libri che insegnano le basi per la programmazione. E potrebbero anche essere un inizio. Per il linguaggio C ce ne sono anche in italiano.
Buone valutazioni.
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Stefano Minghetti
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