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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: mercoledì 1 maggio 2013, 23:27 
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CAPITOLO 12
UN TENDER PECULIARE, UNA PROVA ARDUA, UN AGGIORNAMENTO CORPOSO

Le 735 avevano un tender che non aveva nulla in comune con nessun altro gruppo. Assomigliava ad un 22 mq FS, ma in realtà non aveva con questo un solo pezzo di ricambio compatibile.
Mi viene l'incubo iniziale, dato che le istruzione parlano tranquillamente (in previsione di produzioni future, mai realizzate) di "montare questo pezzo X per la 735, questo pezzo Y per la 740 ecc ecc" che non si siano accorti di nulla e abbiano realizzato un normale tender FS. Prendo alcune misure di base, specie ai carrelli (il passo è diverso!) e mi tranquillizzo, hanno misurato il tender giusto, ma poi per i particolari...si sono persi per strada...
In sostanza, così com'è questo tender è pieno di errori, ogni volta che ne guardo le parti ne salta fuori uno. Devo andare per ordine e studiare ogni parte come se dovessi costruirlo ex novo, per cui è stato un lavoro lungo.
I telai dei carrelli presentano una posizione sbagliata rispetto alle ruote: il foro delle punte coniche è troppo in alto, è come se i fusi anziché corrispondere alle casse esterne del lubrificante, risiedessero molto più in alto, oltre il livello dell'olio al vero. Così sono costretto a stuccare e chiudere i fori con ottone e stagno, e rifarli con la fresa più in basso, in posizione corretta. Ne approfitto per assottigliare le barre della parte bassa del telaio esterno, che sono troppo spesse, è un lavoro a lima noioso ma di grande effetto.

Trovo una foto di una 735 dall'alto. Il tender non presenta nessuno dei grandi sportelli rettangolari per rifornimento d'acqua a fianco della carbonaia, tipici del 22 mq FS. C'è solo una coppia di passi d'uomo imbullonati (uno per lato), qualche chiodatura, un tubo ricurvo (visibile non su tutti gli esemplari) e null'altro. Freso via tutti i particolari fotoincisi che rappresentano gli sportelli inesistenti, e ricostruisco i passi d'uomo tondi in lamierino molto sottile riproducendo le chiodature con un bulino. Aggiungo alcune chiodature da strisce chiodate sottili fotoincise che erano nella scatola dei rimasugli di kit passati.

All'interno mi aspetta un grande lavoro. Deve diventare un tender digitale, cioè ospitare un decoder sonoro, un altoparlante con relativo bass reflex per dargli un suono corposo; voglio dotarlo di una presa codificata e di una presa con micro connettori da computer per il passaggio dei numerosi cavi dalla locomotiva al tender stesso. Questi devono essere posizionati in modo da simulare la piega delle tubazioni dell'acqua che esistevano al vero, con una curva verso il basso, in modo da renderli meno invasivi e dar loro modo di potersi distendere leggermente nelle curve. Voglio poi aggiungere prese di corrente su ogni ruota del tender in modo che la captazione sia infallibile (anche le ruote motrici della locomotiva ne sono dotate).
Ben presto sorgono grandi problemi.
Il tender è una fonte disastrosa di corto circuiti. Gli assali sono isolati da un solo lato e trasmettono dall'altro ai carrelli; sono dunque costretto ad adottare una "calzina" di gomma isolante sui bulloncini che fanno da perno a carrelli, e ad aggiungere talloncini di plasticard sottile ad ogni appoggio del carrello stesso e delle viti. A questo punto ho realizzato quattro tallocini di vetronite ramata, due per lato, che supportano dei sottilissimi fili di bronzo fosforoso da 0,2 (per non creare attrito) che strisciano sul lato interno dei cerchioni.
Al centro del tender ho sistemato una zavorra di piombo, cui ho attaccato un supporto per la presa NEM per il decoder, rivolta verso l'alto: il decoder soggiornerà sotto al particolare del carico di carbone, amovibile, e sarà facilmente raggiungibile e staccabile. Posteriormente, sotto alla boccaporta di carico dell'acqua, ho fresato in legno un supporto per l'altoparlante, rivolto verso il basso, che ne chiude con precisione la parte posteriore aiutando a diffondere le frequenze medie e basse che danno corpo al suono - l'altoparlante è di diametro ampio precisamente quanto la cassa del tender, come quelli che si montano sulle 740 HRR.

La cassa degli attrezzi posteriore delle 735 era tutta diversa; più alta, con la parte superiore inclinata. La ferramenta su di essa era tutta un'altra, in ogni particolare. La cassa stessa, anziché essere leggermente sollevata dal pancone sotto su flange, era appoggiata direttamente. Ho fatto che ricostruirla e mi sembra venuta bene.

Le scalette anteriori..ANCORA! Non c'entrano niente con quelle Tecnotren. Dovrebbero essere molto più grosse. Le taglio via e le rifaccio...ma questa volta...novità! Mi è arrivata la meravigliosa rivettatrice inglese di Dick Ganderton, a mio parere la migliore e più completa in produzione, e riesco così a produrre alcune meravigliose e consistenti chodature in scala. Se volete ne riparleremo.
Completo poi il lavoro con nuovi ganci da officina buttando via quelli spessissimi e di forma sbagliata del kit e nuovi ganci per la tenda - la 735 li aveva più lunghi di quelli forniti di almeno 2 mm.

Realizzo poi le porte di ferro dietro alla serranda di legno per sostenere il carbone, più alte, che non vedo mai realizzate nei tender commerciali ma che al vero ho visto, così come sulle foto delle 735 (anche se non tutte, ma sulla 735.100 si).
Per dare profondità al cordone di rinforzo lungo il bordo superiore della cassa del tender, tutto attorno, saldo un filo di ottone e lo stagno accuratamente curando l'allineamento; un particolare che da moltissimo al modello. Devo ancora farlo attorno alla carboniera...

Per Carlo Pezzini: anch'io ho reso il tender isostatico, alla maniera delle vecchie carrozze RR! Due appoggi a lato del perno di un carrello (ricavati da bulloncini da 1,4 mm avviatati attraverso il telaio del tender) e perno arrotondato per l'altro carrello, in modo da dargli 3 gradi di libertà. Spesso si arriva alle stesse conclusioni cercando di risolvere gli stessi problemi...

I respingenti conici del kit non li ho usati: sulla 735.100 erano stati sostituiti. Questi, molleggiati, sono di mia produzione, fusi a partire da miei master per la E330 di Linea Model di qualche anno fa - mi sembrano ancora belli e funzionano bene.
Mancano ancora alcune cose: scalette posteriori, particolari sotto al telaio, alcune balestre dei carrelli, ecc ma vedo la fine del tunnel.

Mi sembra proprio un tender di una 735, adesso. Scusate la lunghezza del messaggio.


Allegati:
Commento file: Micro spinotto tra tender e loco
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Commento file: Viti carrelli con calza isolante
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Commento file: Insieme del tender 3/4 posteriore
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Commento file: Passo d'uomo e nessuno sportello
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Commento file: Confronto tra scalette 22 mq e 735 rifatta
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Commento file: Scaletta rifatta
Tender scaletta.JPG
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Commento file: Respingenti molleggiati
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Commento file: Cassa attrezzi rifatta
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Commento file: Interno tender con zavorra
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Commento file: Presa decoder e spinotto loco/tender
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Commento file: Prese di corrente aggiunte
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Commento file: Nuovi ganci di officina e tiranti tenda
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Commento file: Supporto altorparlante in legno fresato
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Commento file: Doppio appoggio isostatico su un carrello
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Commento file: Porte di ferro aggiunte dietro alla serranda di legno
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Ultima modifica di Riccardo Olivero il giovedì 2 maggio 2013, 14:39, modificato 1 volta in totale.
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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 2 maggio 2013, 13:45 
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Commento; il bordo superiore della cassa (mia opp.) e un'po spesso e da una visione meno realistica del tender! Credo che la cassa per carbone va bene com'e.
Velimir


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 2 maggio 2013, 13:54 
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crhav ha scritto:
Commento; il bordo superiore della cassa (mia opp.) e un'po spesso e da una visione meno realistica del tender! Credo che la cassa per carbone va bene com'e.
Velimir

Il tender della 735 aveva il bordo della cassa più pronunciato rispetto al tender standard F.S. e Riccardo ha fatto bene a rendere tale particolare più spesso.

p.


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 2 maggio 2013, 14:07 
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Riccardo Olivero ha scritto:
...novità! Mi è arrivata la meravigliosa rivettatrice inglese di Dick Ganderton, a mio parere la migliore e più completa in produzione, e riesco così a produrre alcune meravigliose e consistenti chodature in scala. Se volete ne riparleremo.


Ciao Riccardo, ben trovato! Bellissimo filetto, degno del miglior TTM.
Ci puoi illustrare la rivettatrice Ganderton? Forse meriterebbe un filetto apposito, vedi tu.
Grazie, aspettiamo golosi la prox puntata!
Pik


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 2 maggio 2013, 14:16 
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Cita:
crhav ha scritto:
Commento; il bordo superiore della cassa (mia opp.) e un'po spesso e da una visione meno realistica del tender! Credo che la cassa per carbone va bene com'e.
Velimir

Il tender della 735 aveva il bordo della cassa più pronunciato rispetto al tender standard F.S. e Riccardo ha fatto bene a rendere tale particolare più spesso.

p.


Perfetto, ma, cosi da una impressione visiva dei vecchi tender austriaci con bordi ricurvi. Certe volte non si deve esagerare!
Velimir


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 2 maggio 2013, 14:29 
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Mi piace molto questo scambio di opinioni sul bordo del tender. In effetti, tutto ha un costo, specie se si interviene su un kit e non si costruisce da zero, dove si hanno più scelte. Aggiungendo il profilo saldato, ho ottenuto una forma perfetta nella vista laterale, come si evince dalle foto, al costo di un ispessimento della lamiera vista superiormente che, aimhè, non corrisponde al vero - anche questo l'ho notato nelle foto del tender da sopra, per esempio quelle pubblicate sul TT speciale con le foto di Hollnagel a colori del secondo conflitto. Dove il bordo visto di taglio, superiormente, è assai sottile. E' stata una scelta mia, quella per la quale (a mio gusto) il compromesso visivo funziona maggiormente, le fotoincisioni così com'erano presentavano un bordo tristemente piatto, non potendo essere diversamente per ragioni tecniche.
Ho lasciato indietro la bordatura sulla carboniera di proposito perché...essendo in questo caso più sottile e meno sporgente, non sono convinto che l'operazione di saldatura del filo, come suggerisce Velimir, potrebbe funzionare. Potrebbe infatti crearsi una linea troppo marcata, e a questo scopo i vostri commenti sono molto utili.


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: sabato 21 settembre 2013, 9:54 
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Riccardo, ma...il seguito dell assemblaggio c'e(?)...sarebbe interessante vedere tutto l'insieme....e poi, che effetto fa se e verniciata...
Velimir


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: domenica 22 settembre 2013, 17:12 
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Si, riprenderò a giorni. Mesi fa mi è nata una figlia ed ho interrotto un po'.


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 26 settembre 2013, 7:20 
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Perbaccolona! Felicitazioni!


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: lunedì 6 gennaio 2014, 18:33 
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ATTREZZI VECCHI E NUOVI
Come premessa alla ripresa del montaggio della 735, che è già avvenuta anche se lentamente, come da richieste precedenti volevo dire due parole sulla rivettatrice di Dick Ganderton che ho utilizzato per le scalette del tender, e presentarvi la mia più grande novità che mi rende orgogliosissimo : la saldatrice a resistenza. Ne sono orgoglioso perché l'ho costruita in proprio spendendo una decina di euro, dopo anni di tentennamenti e considerazioni dettate dal fatto che sulla rete si trovano molte notizie e qualche progetto, ma l'uno contraddice l'altro...

La rivettatrice di cui sopra l'ho conosciuta leggendo i libri sulla costruzione di locomotive in "4mm scale" di Guy Williams. E' un attrezzo costruito artigianalmente in pochissimi esemplari, ho scritto a Dick e ci ho messo un bel po' a convincerlo a produrmene una, perché non era più richiesta da tempo. Pensavo mi costasse una cifra astronomica e invece alla fine ..80 Euro..secondo me non si è coperto le spese.
Si tratta di una attrezzo che è di per sé un piccolo gioiello di precisione costruttiva e di intelligenza di concezione.
Si basa sul concetto che per realizzare una chiodatura realistica ribattendo il metallo, bisogna che il colpo sia sempre della stessa intensità: da qui il fatto di avere un peso scorrevole su un cursore verticale, la cui corsa viene regolata in altezza tramite un collare regolabile - facendo alcune prove si trova la profondità voluta sui vari spessori che si usano.
Secondo, un chiodo viene bello se un punzone ribatte da una parte, ma un 'incudine riceve dall'altra, in modo che il chiodo diventi a testa rotonda. Così lui fornisce punzoni vari, a richiesta, per i vari diametri, e incudini corrispondenti, si vedono a fianco dell'attrezzo e si possono sostituire in un attimo.
Terzo, per fare una fila di chiodi bisogna farli in modo rettilineo (eventuali imprecisioni di qualche centesimo nel modello sono del massimo realismo, osservate una locomotiva vera), e tutti allo stesso passo/distanza. A questo scopo c'è un cursore orizzontale regolabile che permette di avanzare il lamierino in battuta, cosicché si va dritti; inoltre, attorno al foro dell'incudine c'é un dentino sollevato, che Dick realizza a richiesta nello spessore - punzonato un chiodo, si sposta il pezzo e si appoggia il chiodo già fatto a quella battuta, che crea così la distanza tra un rivetto e l'altro. Insomma un attrezzo completo e geniale.

La saldatrice a resistenza é un mezzo fantastico, ma non ce l'ha nessuno perché per comprarla già fatta ci vogliono 500 dollari. Ma in pratica cos'é? E' un trasformatore che tira fuori al massimo 12V (meglio se anche 6) e che abbia almeno 5 Ampere (meglio se 8/10 Ampere), cui si collegano in uscita due cavi - facenti capo ad un elettrodo l'uno ed una pinzetta l'altro, e li si mette in corto tramite un pedale mentre si tocca il pezzo da saldare. Il calore è esattamente nel punto dove si tocca ed è istantaneo, fino al rosso del pezzo! Le scintille sono nulle a 6V e risibili a 12V, e non c'è nessun pericolo, lavorando a basso voltaggio. NON FATELO A 220 V SE CI TENETE ALLA VITA! Quindi questo incredibile macchinario non è altro che....UN CARICABATTERIE DI QUELLI VECCHI NON ELETTRONICI! Così ne ho preso uno (età:30 anni) con trafo da 5 A e uscita regolabile 6/12V, ho sostituito i cavi e li ho collegati ad una pinzetta/coccodrillo uno e ad un vecchio manico di saldatore rotto l'altro, svuotato della resistenza. Come elettrodo una mina di carbone da 3 mm, reperibile in cartoleria, utile per le matite da muratore. BASTA! Il pedale/interruttore è un pedale di quelli per cambiare i canali degli amplificatori da chitarra, venduto già fatto, 9 Euro. Ho aggiunto una ventola tipo quelle da computer dentro la scatola del caricabatt...no, saldatore a resistenza, giusto per aiutare il piccolo trafo a non morire giovane.
Credetemi, dopo avere usato una volta un saldatore a resistenza, penserete immediatamente come facevo prima senza!?!? Non esistono più saldature impossibili, si conta fino a "2" e anche il montaggio più ostico è risolto. Ho già fatto molte prove, ma se a questo punto dovesse rompersi dovrei subito costruirne un altro. Indietro non si torna. Buonasera a tutti!
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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 9 gennaio 2014, 8:39 
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cito " inoltre, attorno al foro dell'incudine c'é un dentino sollevato, che Dick realizza a richiesta nello spessore - punzonato un chiodo, si sposta il pezzo e si appoggia il chiodo già fatto a quella battuta, che crea così la distanza tra un rivetto e l'altro."

potresti essere più chiaro ?
Come fai, se necessario, a modificare la distanza tra i rivetti? o questa rimane sempre la stessa?E poi questo dentino è amovibile?
E poi la saldatrice: è davvero così semplice realizzarla come dici?
Grazie e complimenti per la realizzazione della loco, veramente notevole.
Salvo


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 9 gennaio 2014, 10:13 
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Ciao Salvo, diciamo che sull'incudine è scavato un chiodo "in negativo" (quindi un foro calibrato); attorno a questo forò c'è un profilo di spessore anch'esso calibrato e a richiesta - certo, con una sola incudine si realizza un certo tipo di rivetto (diametro) e ad una certa distanza fissa. Diciamo che non si può scendere al di sotto di questa distanza, mentre si può aumentare, ovviamente perdendo ogni riferimento. Mi sono fatto produrre una serie di incudini diverse per una serie di diametri e passi differenti, ovviamente, facendo una piccola analisi dei miei lavori passati e presenti e notando come più o meno anche al vero a seconda dei diametri il passo dei rivetti era una conseguenza e lo si ritrova spesso identico su esempi anche molto diversi.

La saldatrice è davvero facile da realizzare - in pratica, trovato il caricabatterie (un modello da auto e moto di quelli portatili), non resta altro che realizzare la pinzetta e il manico porta elettrodo, dotandoli di cavi piuttosto grossi per reggere gli Ampere senza scaldare. Il pedale/interruttore, per questo stesso motivo, è meglio collegarlo, come ho fatto io, a monte del trasformatore - quindi sui 220V - mentre in alcuni progetti sulla rete lo hanno collegato sulla parte a 6/12 V e dava problemi di tenuta e riscaldamento. Funziona benissimo e non richiede poi molta pratica; la cosa bella è anche che non si hanno parti calde in attesa per ore, la si accende con il pedale - che è un interruttore del tipo "normalmente aperto" cioè finito di premere, stacca - basta un attimo per creare calore, saldare e poi dopo pochissimi secondi è tutto di nuovo freddo e innocuo.
In passato mi sono bruciato un sacco di volte con il saldatore tradizionale.


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 9 gennaio 2014, 11:49 
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celtide ha scritto:
E poi la saldatrice: è davvero così semplice realizzarla come dici?


È terribilmente semplice, ci sono parecchi video su YT di appassionati che se la sono costruita. Uno a caso: http://www.youtube.com/watch?v=gEUn3jsmROk


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 9 gennaio 2014, 16:57 
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Beh questo è un caso un po'...muscolare...anche se il principio è quello: ma noi non vogliamo fondere i metalli, solo lo stagno e conservare i nostri pezzi in ottone!!!! Nel caso del video si parla di pochissimi Volt ma Ampere a centinaia, ed il tutto è pericoloso più che tutto perché una goccia o scintilla di metallo fuso può fare non poco male ad una mano del simpatico ragazzino..o qualunque altro punto del corpo se non non si indossa un grembiule da saldatura.

Nel nostro caso invece è tutto più semplice ed innocuo: la mia saldatrice ha una potenza massima (VxA) di 12x5 = 60W oppure 6x5=30W che possono sembrare pochini, ma nella saldatura a resistenza, essendo il calore estremamente concentrato, valgono il doppio o il triplo rispetto ad una stazione tradizionale di pari potenza. Provare per credere.
In pratica si pinza un lato del pezzo con il coccodrillo, si uniscono i pezzi da saldare e si appoggia lo stagno con un po' di flussante o si usa stagno liquido che lo contiene già. Poi si tocca il punto da saldare con l'elettrodo, senza ancora aver premuto il pedale; solo ora si preme, ed il calore è immediato, tanto che le saldature vicine non ne risentono affatto. Si rilascia il pedale con ancora l'elettrodo a contatto, per non generare scintille che sporcano i pezzi. Finito.


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 Oggetto del messaggio: Re: FS 735.100
MessaggioInviato: giovedì 9 gennaio 2014, 17:26 
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Of course... volevo subliminalmente intendere che costruirla può essere un... gioco da ragazzi. :lol: :lol:


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