Quello che presento adesso è uno dei possibili progetti che potrei mai utilizzare nel caso in cui iniziassi a costruire il plastico.
Non mi sono spostato poi molto dal mio precedente progetto di Vignola, la linea stavolta è quella per Sassuolo. L'idea di cambiare progetto m'è venuta constatando le difficoltà pratiche che avrei incontrato se avessi dovuto realizzare quello precedente: mettersi un plastico, sia pur costruito a moduli, in cui si usano sostanze chimiche e che è facile all'impolveramento in camera, sopra al letto non è un'ottima idea (specie per me, visto che sono allergico alla polvere, ed anche gli agenti chimici vari comunque non fanno un gran bene). Cambiando location (sala da pranzo, in sostituzione dei classici soprammobili inutili), lo spazio si è un po' ristretto, quindi ho dovuto abbandonare la stazione di Vignola (una compressione l'avrebbe snaturata troppo) per lanciarmi su quella di Sassuolo: un piano binari compatto (anche se l'ho dovuto ridurre ancora un po') e un traffico che potrebbe offrire ottimi spunti. Come mia tradizione, visto e considerato che il traffico attuale è un po' tristanzuolo (elettromotrici belghe variamente colorate e variamente ristrutturate -attualmente se ne contano 3 versioni, ex ATCM (rispetto all'originale belga cambiano pantografi, fischio e livrea) ex FBV (ristrutturate pesantemente) ed ex GTT (ristrutturate pesantemente in altro modo)-), ho pensato di modificare un po' gli eventi storici.
Le versioni sono 2, in entrambe il piano binari originale è snaturato (purtroppo non si può fare diversamente), ma in 2 modi differenti. Ditemi quale preferite (anche se mi sto rendendo conto di avere una preferenza per una versione...).
Anni '70, la ferrovia per la Bassa è chiusa da anni, su quella per Vignola il traffico è appena stato sospeso a causa dello stato dell'armamento e della concorrenza della FCV (ma, come raccontato quando ho descritto il plastico di Vignola, si sta assistendo ad un rinnovamento). La linea per Sassuolo è l'unica a sopravvivere, ma sconta impianti e mezzi antiquati e ultra sfruttati (han fatto la guerra e si sente). Visto anche il traffico merci e passeggeri che la linea riesce a raccogliere, però, si inizia a pensare ad un rilancio. Per prima cosa, si sostituiscono le logore rotaie da 27 kg/m con altre da 36 sulle linee Modena-Vignola e Modena-Sassuolo. Si noleggiano e poi acquistano dalle FS 4 coppie di ALe 880/790, oltre ad un paio di E.626 e una mezza dozzina di carrozze Corbellini, in modo di lasciare il materiale Breda d'origine a ruoli di scorta e/o rinforzo nelle ore di punta. A metà anni ’80 la ristrutturazione delle linee e del servizio ha portato i suoi frutti: si acquistano 4 convogli Firema (di cui 2 a 2 e 2 a 3 casse). Dopo il fallimento nelle trattative per la costruzione di uno scalo intermodale a Scandiano, si decide di adattar il piano binari della stazione di Sassuolo per poter accogliere il crescente traffico merci in modo organico (in un’ipotesi si lascia lo scalo merci con magazzino e piano caricatore così com’è e si modifica la restante parte del piazzale per accogliere i treni merci; nel secondo caso, si realizzano alcune modifiche al fascio principale allungando il 4° binario, mentre si demolisce il vecchio scalo e lo si sostituisce con un piazzale asfaltato con gru a cavalletto per il trasbordo strada-rotaia dei containers). Nello stesso tempo si rinnovano gli accordi con la FIAT per il traffico di trattori presso lo scalo Generali a Casinalbo e si costruisce un raccordo diretto con lo scalo FS, utilizzabile sia dai treni merci che dai treni passeggeri. Nei primi anni ’90 i mezzi acquistati dalle FS sono ormai giunti al termine della loro vita utile e richiedono una sostituzione. Dopo aver scandagliato il mercato dell’usato, si individuano le elettromotrici Belghe tipo AM 54 ed AM 55: se ne acquistano in totale 6 unità; nel frattempo dato l’accresciuto traffico merci, si noleggiano un altro paio di E.626. Nello stesso periodo si inizia a pensare a ricostruire le linee verso la Bassa, con un prolungamento verso Bondeno e di qui Ferrara. L’inaugurazione avviene nei primi mesi del 1996; nell’occasione si inaugura anche il DCO ed il CTC, con l’installazione dei segnali bassi per consentire le manovre senza la presenza del personale sul posto. Con l’istituzione dei servizi diretti Modena-Ferrara, si rinnova il parco mezzi a materiale ordinario: 5 E.652 e 4 convogli composti da 3 MDVC con vettura pilota; a questi si aggiungono ulteriori 5 binati belgi ristrutturati. Gli anni 2000 portano alla liberalizzazione del traffico ferroviario merci, pertanto vengono acquistate moderne locomotive interoperabili; per rinforzare il parco elettrotreni (piuttosto striminzito e che ha costretto al noleggio di mezzi FS a più riprese qualora ci fossero troppi convogli fuori servizio) si acquistano 6 moderni convogli ALe 501/502 (Minuetto FS) soprannominati “Gigetto”. Poco dopo l’ATCM si unisce alla FER. Recentemente si assiste al rinnovamento del parco mediante l’acquisto di ulteriori Gigetti per il servizio sulle linee sociali ed all’acquisto di nuovi FLIRT e convogli tipo Vivalto per i servizi su rete RFI.
Le due proposte:
La prima conserva lo scalo merci così come da piano binari originale (scorrete qualche pagina indietro e ritroverete la perfetta riduzione in 1:87), a cui è stato aggiunto un tronchino di sicurezza ed è stato ampliato il raccordo industriale. La modifica principale, però, è nel fascio di fronte al FV: è stato aggiunto un marciapiede lungo in modo tale da accogliere i treni a composizione di materiale ordinario, ed è stata invertita la posizione di una comunicazione per agevolare il testa-coda della locomotiva (modifica fatta quando i convogli non erano reversibili e così rimasta). Il 4° binario è stato allungato ed asfaltato: qui si concentra l’attività di carico e scarico delle merci pulvirenti, mentre dal piano caricatore dello scalo si caricano le piastrelle.
La seconda ipotesi vede il fascio di fronte al FV inalterato (c’è la modifica al 4° binario, ma il resto è uguale a com’era in origine), con l’allungamento del marciapiede. Il magazzino merci e tutto il resto dello scalo sono però stati rasi al suolo, ed al loro posto è stato creato un piccolo scalo intermodale con tanto di gru a cavalletto per il trasbordo dei container. Data la mancanza di spazio (al vero ci sarebbe, ma nei 45 cm di profondità della riproduzione no), dei 2 binari ne sarà usato uno soltanto (il più lungo, l’altro è tenuto in caso di sovraffollamento) dato che altrimenti ai camion non sarebbe lasciato sufficiente spazio di manovra; il traffico nel piazzale è a senso unico: gli autocarri entrano dal varco di fronte al FV ed escono dove un tempo c’era il raccordo attraverso il vecchio cancello (l’azienda è stata demolita ed è stata creata una strada).
In entrambi i casi è stato lasciato lo scambio sul 2° binario che dava origine al raccordo con l’adiacente stazione ACT per Reggio Emilia. Il deviatoio lo immagino bello che fermascambiato ed arrugginito da anni, tenuto lì per non si sa bene quale ragione (ovvero perché a me piace).
Le manovre potrebbero avvenire così, mentre i convogli passeggeri partono ed arrivano sul 1° binario (ovvero sul 3° nel caso del primo progetto per quanto riguarda i convogli a materiale ordinario), i merci arrivano sul 3°; quindi una locomotiva da manovra (potrebbe essere un qualsiasi modello di locomotiva tedesca da manovra pesante, o qualcosa di simile) che risiede nella piccola rimessa aggancia i carri, retrocede verso la piena linea (anche al vero non ci sarebbe lo spazio per creare un’asta di manovra sufficientemente lunga) e spinge i carri verso il binario di carico e scarico (il 4° nel caso di argilla o caolino, dove delle pale meccaniche provvederanno al trasbordo sui carri, oppure nello scalo merci/intermodale); nel frattempo, la locomotiva titolare si sposta sul secondo binario (oppure, se si prevede che ci voglia molto tempo per il carico e lo scarico dei carri, torna verso Modena a fare altro). Terminato il trasbordo dei carichi, la locomotiva da manovra riporta i carri sul 3° per poi ricoverarsi in rimessa (locomotiva fortunata!), mentre la titolare del treno si riporta alla testa del suo convoglio e può ripartire…
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Ho un dubbio: la comunicazione sul primo binario l’ho lasciata comandata a mano mediante i macachi, immagino che già al momento dell’installazione dei motori elettrici non fosse usata di frequente. Mi domando se sia plausibile…