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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 20:03 
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Nome: Giuseppe Randazzo
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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 21:02 
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qdp ha scritto:
Marco non capisco quando affermi :"Questo ponte per farlo diventare a doppio binario occorre quasi raddoppiare l'altezza,.." riferito alla foto postata da max63
A me sembra che l'altezza tra un ponte a singolo o a doppio binario non cambi in maniera sostanziale. Forse con una luce maggiore potrebbe aumentare l'altezza, se non si hanno degli appoggi intermedi.
Questa foto mostra un ponte credo a doppio binario e l'altezza in proporzione ad un ponte a binario unico non mi sembra raddoppiata, basta guardare il parapetto sui camminamenti.

Immagine

Ma forse non ho ben capito quello che volevi dire......


Allora l'altezza del ponte di quella fattura, in linea di massima, dipende da quattro valori:
- lunghezza della campata
- altezza dell travi inferiori
- peso statico da supportare
- carico dinamico, cioè rapporto peso/velocità.

Dalla foto mi pare una campata attorno ai 24-30 metri, costruito con strurra, che in parte pare saldata, e travi del traliccio ad H trafilate, quindi non con il vecchio sistema di piatti e angolari chiodati, a fronte di ciò la struttura è abbastanza snella.
Diversamente torniamo al mio discorso di prima.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 21:37 
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Vado leggermente OT ma ora che scopriamo marco58 esperto anche di ponti oltre che di elettronica ecco un quesito che spero possa esaudirmi... :mrgreen:

Come costruire l'arcata superiore del Trisannabrucke da mettere qui sulla campata centrale ?
La lunghezza è esattamente 1 m... ovvero 38 cm in meno della reale riduzione in scala visto che l'originale è 120 m.

Immagine

L'originale è questo:

https://www.google.it/search?q=Trisanna ... d=0CCIQsAQ


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 22:35 
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Senza mancare di rispetto a nessuno e con estrema simpatia e stima per entrambi, un elettronico che impartisce lezioni di statica a un architetto è il massimo...
:lol: :mrgreen: :shock:
Ciao,
Ciro


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 23:39 
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Allora, per quanto riguarda ponti sono anni che anch'io stò studiando per farne uno, quindi mi sono documentato, e senza entrare nel calcolo delle strutture a reticolari a traliccio, ho capito che le proprorzioni e le basi di ragionamento sono quelle che ho esposto.
Ho anche recuperato dei disegni, anche se non perfettamente leggibili, in quanto sono scannerizzazioni di fogli ricavati per via oleografica decenni fa da lucidi fatti a mano.
Quindi confrontando delle foto anche mie e quote rilevate su ponti reali ho buttao giù qualche schizzo.
Notare che per quanto riguarda FS e alcuni costruttori del passato, si tendeva ad usare arcate +/- standard, ad esempio 67 e 87 metri li ho trovati su alcune linee.
Detto cio.
Per i ponti a traliccio, tipicamente si cerca di costruire reticoli triangolari aventi angoli di 60°, quindi triangoli equilateri, pertanto sapendo la lunghezza e il numero di puntoni a triangolo si ricava immediatamente l'altezza. La presenza del puntone al centro del tiangolo dipende dal modello di trave adottato. Tutte le altre parti trasversali del traliccio non partecipano alla portata, ma alla rigidità torsionale, ed al mantenimento del parallelismo delle travi longitudinali.
Nel disegnare un modello di tali ponti occorre stare attenti alle linee ed ai nodi di applicazione delle forze, diversamente si costruirebbe un ponte irrealistico, ovvero al reale che sarebbe troppo pesante o non porterebbe neanche se stesso.

Per quanto rigaurda il ponte di Trisannabrucke fai riferimento all'altezza del treno sul P.d.F, che è nota, e confronta le travature, ricavi delle quote +/- veritiere, magari da qualche parte trovi anche le quote principali.
In quel tipo di ponti la portata di fatto la fanno le travi inferiori, l'arcata serve solo a tenerle diritte, così come negli altri ponti a traliccio, da non dimenticarte che si usa il traliccio per avere leggerezza e la minore superficie possibile esposta ai venti.
La trave inferiore pare alta circa 4 metri e quasi sicuramente sono 4, due per rotaia, ci vorrebbe una foto da sotto o i disegni per confermarlo.
L'arco ritengo invece che abbia spessore variabile, direi circa 2 metri al centro e 1,3 all'origine; la larghezza mi pare costante di circa 1,3 metri, lo spessore delle singole lamiere dovrebbe essere 14-16 mm, uno standard per la cosruzioni di ponti.
Per chi si vuole avventurare, decidete se volete riprodurre un ponte costruito prima o dopo gli anni '960, la forma dei singoli pezzi e diversa e lo si nota subito. Tutte le parti sono in ogni caso ricavate da lamiere piegate, in precedenza lavorate anche alla forgia, pezzi di fusione cederebbero subito. La differenza la si nota subito confrontando foto dei ponti originari dei primi decenni del XIX secolo, spesso a maglie fitte di tanti pezzi piccoli, con quelli fatti gia verso la fine di tale secolo, che assomigliavano già a quelli più recenti.
Le pubblicazioni in tal senso, anche solo per avere un infarinatura si trovano, magari bisogna rivolgersi a librerie universitarie.

Ho delle foto di un ponte dove si vedono dei particolari costruttivi ma devo convertirle, e sono fatte con una delle prime digitali uscite sul mercato. Quindi pubblicarle sul mio sito. Non chiedemi che ponte è, chi è della zona lo riconosce, gli altri lo prendano come esempio.

Per iniziare potete guardare qui

http://www.diseg.unige.it/studenti/Infr ... PARTE1.pdf

http://www.diseg.unige.it/studenti/Infr ... PARTE2.pdf

http://www.scribd.com/doc/233989522/tec ... ostruttive

http://www.setecoge.it/upload/pubblicaz ... c8d974.pdf


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 23:40 
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in questo rendering hai il trisannabrucke.....foto tratta da internet


Allegati:
trisannabrucke (1).jpg
trisannabrucke (1).jpg [ 55.84 KiB | Osservato 7297 volte ]
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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 23:52 
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ciruxtrain ha scritto:
Senza mancare di rispetto a nessuno e con estrema simpatia e stima per entrambi, un elettronico che impartisce lezioni di statica a un architetto è il massimo...
:lol: :mrgreen: :shock:
Ciao,
Ciro


Se l'architetto fa l'elettrico, come minimo l'elettronico deve fare l'astronauta :lol: :lol: :lol:

Si ma poi un'architetto è un artista, un elettrico diventato elettronico e pure qualcosa d'altro, è fondamentalmente un matematico. :wink:
Se poi capita chel'elettrico, studia pure :D

Capita che poi gli piacarebbe riprodurre un ponte in particolare: travata unica di circa 118 m, a doppia via inferiore e su tre pile oltre le testate.
Ovviamente riprodotto con tutti le parti visibili nettamente: chiodi compresi. :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2014, 23:54 
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Ehmmm ... uno che vuole riproduure il ponte cosa se ne fa del rendering del figurino, ci vogliono i disegni dei particolari con tutte la quote :lol: :lol: :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 0:24 
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marco_58 ha scritto:
Si ma poi un'architetto è un artista, un elettrico diventato elettronico e pure qualcosa d'altro, è fondamentalmente un matematico.


Caro Marco,
dalle tue battute vedo che il senso puramente ironico del mio intervento è stato colto e ne sono felice. :wink:
Così come apprezzo molto il tuo mettere a disposizione di tutti ciò che hai studiato.
Su quest'ultimo tuo passaggio però permettimi di dissentire e di "difendere" la categoria (sono anch'io un architetto, ndr), smentendo il luogo comune che confonde l'architetto con l'esteta.
Ce ne sono di esteti fini a se stessi purtroppo (dico esteti, non artisti) ma, fortunatamente, non sono tutti così.
Lo stesso qdp sa benissimo che il suo ponte è una nota stonata e, credo, sicuramente provvederà a rimediare, adeguando l'oggetto al resto del suo capolavoro.
A titolo di esempio, per quel che mi riguarda infatti, come hai avuto modo di capire dandomi una mano in altre discussioni elettroniche, se fossi un architetto come lo intendi tu, avrei già finito il plastico da un pezzo piazzando qua e la qualche "semaforo", senza perdere un anno e mezzo per capire le logiche di funzionamento del segnalamento e realizzare le schede ad hoc per gestire consensi di itinerario e concatenamenti... :roll:
L'architetto è un'altra cosa...
http://www.infoflorence.com/Photo/Brune ... la%202.jpg
Con stima,
Ciro


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 6:40 
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emilio444 ha scritto:


È un articolo commerciale, sempre noch.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 6:51 
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Nome: Giuseppe Randazzo
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Condivido pienamente il pensiero di Ciro (non per difendere la categoria professionale...), i luoghi comuni su architetti, ingegneri, medici, carabinieri, elettricisti si sprecano e sono spesso deprimenti se presi seriamente, se decontestualizzati dalla vera professione :)
Lo studio di un ponte lascia pochi margini all'estetica fine a se stessa, quello che ne risulta è sempre un balletto più o meno elegante di travi e cavi che scaricano e lavorano con le forze in gioco. L'estetica è una conseguenza. Artisti come il nostro Renzuccio (Piano) o Pier Luigi Nervi ne hanno fatto un'arte appunto, anche se a memoria non credo abbiano mai affrontato il tema del ponte.

Tornando al plastico, bisogna fare dei compromessi altrimenti si fa notte! Il calcolo da manuale, con angoli, misure, luci ecc non credo serva, sembra quasi un esercizio di stile fine a se stesso. Allora dovremmo farlo per le gallerie, i muri di contenimento ecc... Per progettare un ponte non servirebbe poi conoscere solo le sezioni, le luci e gli angoli ma i calcoli per il dimensionamento e lo studio dei vincoli da fare sarebbero davvero complessi. Andando al contrario invece si può studiare la documentazione esistente e le foto per trarne delle "regole estetiche" che rendano credibile il ponte.

Do merito a Marco per la documentazione e le informazioni che ha cercato e prodotto, ricche di particolari tecnici e costruttivi, un bel lavoro che in ogni caso arricchisce sempre il bagaglio tecnico di un modellista ferroviario :)
Lo ringrazio anche per la spinta (spero non dal ponte) che mi ha dato per l'idea di un cambio di manufatto e lo ringrazio anche per la generosa ed interessantissima documentazione che ha messo a disposizione :)

La cosa più saggia a mio parere è quella di avere un ponte credibile. Il mio non lo era e ne ho preso atto. Con una buona dose di occhio e di buon senso adatterò il materiale esistente in commercio o prenderò in considerazione l'idea di una autocostruzione integrale. Se poi un angolo risultasse di un paio di gradi più aperto o più chiuso e le l' altezza risultasse leggermente sovradimensionata e sottodimensionata, pazienza, me ne farò una ragione. La foto che ho postato, quella che ritrae un ponte a doppio binario, mi pare un buon punto di partenza per delle elaborazioni di materiale esistente in commercio (kibri, faller, noch) o per adattare il progetto postato da Max63.


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MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 6:59 
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Nome: Giuseppe Randazzo
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TZ..... vedo della cartapesta o sbaglio ?..... :wink:


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Chiedo scusa a Giuseppe e Marco, forse è un mio limite, ma non vedo tutti questi problemi ingegneristici: se prendo i disegni quotati di un ponte esistente (nel mio caso dal 1928) che si regge da 100 anni, li porto in scala e lo riproduco ESATTAMENTE, perchè non dovrebbe andare bene?
I calcoli statici ed i canoni estetici non sono stati già presi in cosiderazione da che ha progettato (lo stesso team che ha realizzato la Tour Eiffel nel mio caso!) il manufatto reale? I miei due cent...
Allegato:
02 Ponte di Ronciglione sul rio Vicano .jpg


Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 8:10 
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Nome: Giuseppe Randazzo
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Località: Milano
Cita:
se prendo i disegni quotati di un ponte esistente (nel mio caso dal 1928) che si regge da 100 anni, li porto in scala e lo riproduco ESATTAMENTE, perchè non dovrebbe andare bene?
I calcoli statici ed i canoni estetici non sono stati già presi in cosiderazione da che ha progettato....


eheheh è esattamente quello che penso io, forse non mi sono spiegato bene :)
Stai facendo la cosa giustissima, che poi credo è quello che tutti pensiamo, compreso Marco.
Non vale la pena mettersi a fare calcoli che poi sarebbero comunque incompleti, che senso avrebbe???? Copia ed incolla e via!!! Un po' come farò io affidandomi anche a produzioni commerciali.
Inoltre il fermodellismo ha mille ambiti dove il compromesso dimensionale è d'obbligo, spesso un esasperato rigore dimensionale e costruttivo invece di aumentare il realismo lo diminuisce.
Poi, se si volessero approfondire le tecniche costruttive in materia di ponti in acciaio ben venga, un modo per arricchire il nostro hobby. Io anni addietro lessi (e conservo gelosamente) una monografia...della concorrenza.... in materia di gallerie e portali. Chissà se una monografia sui ponti non sarebbe altrettanto utile :)

Ciro, io sono un architetto anomalo, ho lavorato per tantissimi anni nel campo dell' interios design per un'azienda di arredo per rotabili ferroviari, dalla progettazione 3D alla produzione. So più di alluminio, staffe, pieghe, stampi, guarnizioni, viti e bulloni che mattoni e cemento :)


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: il plastico QdP
MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2014, 9:20 
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Allora, lasciamo stare i luoghi comuni, e rimaniamo nell'ambito del ludico, cioè del plastico costruito per passione e divertimento.
L'artista, era riferito al fatto che con una realizzazione del plastico così, un ponte non realistico è come due pugni in un occhio.
L'ironia fa parte del DNA, quindi ...

Detto ciò, in ponte di 15 cm certi dettagli non si notano, e non ha senso una struttura a traliccio così complessa, anche al vero non si farebbe.
Salendo di dimensioni, le proporzioni si notano subito, non dimentichiamo che nella riduzione in scala, prima delle misure colpisce la vista, considerando che vediamo quasi sempre all'inverso, dall'alto al basso, e quando va bene di fronte.
A dirla tutta nei ponti metallici a traliccio, ci sono anche tanti particolari costruttivi che già a 10 metri, se non sai che ci sono, non li vedi, anche se sono in primo piano, oppure sono coperti da: canaline, parapetti, pali, cavi, ecc.
In fin dei conti se andiamo a contare le viti di 6 mm sul frontale di una loco, dobbiamo, per la stessa ragione, contare i chiodi di 22 mm sulle travate di un ponte.
In un qualsiasi ponte, quello che salta subito all'occhio è la parte sulla quale appoggiano le rotaie, a prescindere dal tipo di costruzione, pile e spalle entrano in altri discorsi: orografia e tipo di terreno, pertanto le loro proporzioni non sono strettamente dipendenti al tipo di ponte, quindi alla vista risaltano di meno.
Si tenga anche presente che sul ponte modello, come al vero circolano i treni, pertanto l'occhio fa subito la proporzione.
Poi ci sono le considerazioni sull'epoca riprodotta in un plastico, ad esempio, riprodurre l'attuale punte di Fortezza sulla linea della Pusteria, e poi fermarsi a rotabili in epoca 3 è totalmente anacronistico.
Ad esempio il ponte Kibri postato in precedenza è sostanzialmente corretto, ma direi che si adatta di più ad una linea secondaria dove circolano treni leggeri (max 16 t/asse) piuttosto che una linea in D4.
Se andiamo a fare i calcoli ci accorgiamo che trasportando la costruzione modellistica al reale abbiano ottenuto sicuramente una cosa: il ponte reale crolla per peso proprio; allo stesso modo facendo all'inverso, il ponte modellistico ha una portata doppia. Però non dimentichiamo che la riproduzione in scala è vincolata alle dimensioni minime dei materiali utilizzati.
Per riprodurre un ponte a traliccio, è fondamentale avere anche disegni e foto dal di sotto e dal di sopra, si arriva subito a capire le giuste proporzioni.
Infine ci sono ponti dove si riesce a coniugare le necessità tecniche con l'estetica, direi che è il caso del Trisanna brucke. Il precedente era sicuramente esteticamente più brutto.
Conludendo, la struttura a tralicco, già di per se è gradevole alla vista, e da subito l'idea di leggerezza e imponenza.
Il ponte di Roncilione è stato fatto così per via del luogo e del terreno sul quale appoggia, tra l'altro è stato calcolato con foglio e matita.


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