Bari S. Spirito ha scritto:
Pur in apparente contraddizione col mio scetticismo dico: con qualche attenzione in più (per esempio le mezzelune di capolinea) e opportunamente invecchiato può senz'altro far passare in secondo piano le sue evidenti imprecisioni; dall'alto, su un tronchino di un plastico, chi volete che vada a fargli le pulci?
Bari S. Spirito dice bene
Dato che la domanda iniziale di Mario era: <<vorrei dare un aspetto più "italiano" a questo carro sacrificando, per la parte bassa, un esemplare del P TTMKit>> ho solo proposto una soluzione che a me va bene per uso plasticistico con tutte le approssimazioni del caso. Giustamente si può fare di meglio solo con la costruzione integrale.
Sulle riduzioni modellistiche in scala si potrebbe scrivere un'enciclopedia, e resta il fatto che al di sotto della scala 1:8 le approssimazioni aumentano in maniera direttamente proporzionale al rapporto di riduzione, e questo é dovuto al fatto che alcuni (troppi) particolari non possono essere riprodotti in scala esatta, pena la totale fragilità del modello. Parlando di carri aperti, per fare un esempio e con tutta la produzione industriale in H0 in mano, se manteniamo in scala esatta l'altezza delle sponde misurate all'esterno, all'interno avremo immediatamente dei risultati di compromesso, dovuti allo spessore del pianale che non potrà mai essere realistico e alla necessità di inserire la lastrina della zavorra.
Tuttavia mettere mano a modelli ormai obsoleti per ricavarne qualcosa di meglio é e rimane un grande divertimento per il modellista.
Sono al momento alle prese con la gru Villeneuve di Jouef per ottenere un modello di Gruz decente, che per altro non é stato mai riprodotto. Non sarà mai la riproduzione esatta del prototipo della grande gru a vapore, ma il divertimento é assicurato e osservata da un metro di distanza potrà fare ancora una bella figura.
Guardate cosa é riuscito a fare Libli II, cui va tutta la mia ammirazione.