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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 21 ottobre 2015, 21:23 
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Ah, ok. Conoscevo la presenza della CV 19 e non mi spiegavo tutti questi bizantinismi. Ma ripeto, in merito so poco o nulla.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 27 ottobre 2015, 23:25 
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Buona serata agli amici del forum!

Si sa: l'uomo propone e Dio dispone. Nonostante tutta la buona volontà nell'impiegare il weekend per proseguire con le opere di falegnameria del plastico, talvolta capita di ritrovarsi con la schiena bloccata, magari a causa dei continui sbalzi dal caldo al freddo, come è capitato a me un po' di tempo fa. Un sabato mattina, al posto di scendere dal letto ho preferito "rotolare", nome con il quale io e la mia dolce metà abbiamo ironicamente battezzato la manovra, quindi di prendere in mano seghetto ed accessori vari manco a parlarne.

In questi casi, complice anche una domanda fattami da un amico del forum, può essere saggio occupare il tempo dedicandosi alla progettazione di quella che ritengo la parte più complicata del mio plastico, ovvero la rampa elicoidale che da Caprazzino porta a Frontino. Mi sono liberamente ispirato a "Bezau" comparso su MiBa-Planung Endbahnhöfe di F. Rittig e G. Peter (link) ed a vari articoli apparsi su MiBa Spezial, in particolare ad uno apparso sul numero 41 a firma di Loisl.

Immagine

In questo schema in basso a sinistra potete vedere che, per mascherare l'elicoidale che sale dalla stazione nascosta alla quota del livello principale del plastico, l'autore ha allargato una delle spire dell'elicoidale. Ho pensato di fare una cosa simile: qui sotto potete vedere la progressione dei livelli.

Livelli 0, 1 e 2
Immagine

Livello 3
Immagine

Livello 4
Immagine

Livelli 5, 6 e 7
Immagine

Partendo dalla stazione di Caprazzino, al livello 0 e prendendo la linea per Frontino, si affrontano due livelli di un classico elicoidale -1 e 2- con raggio 500mm e pendenza 2.8%: ogni quarto di giro si sale di 22mm. Dopo di che si entra nel livello 3, che è un po' una scommessa, ma sono convinto che con un po' di buona progettazione e precisione che la posso fare.

Infatti, se ricordate, lungo l'antenna per Carpegna, tra Caprazzino e Frontino c'è la stazione di Macerata Feltria. Per simulare questa stazione, ho previsto di inserire nell'elicoidale un raddoppio di binario lungo circa 180cm. Questo permetterà dei semplici incroci, magari fra qualche minuetto TD ed delle ALn. Gli scambi del raddoppio saranno sezionati tra il cuore e gli aghi: una zona abbastanza tranquilla.

Dopo di che, per mascherare il raddoppio, ho previsto che il binario al livello 4 appaia all'esterno: la scena ricorderà l'imbocco della galleria Petrelle tra Macerata Feltria e Frontino. L'aumento del raggio di curvatura mi permetterà di ridurre la pendenza dal 2.8% al 2.4%. Infine i livelli 5 e 6 torneranno ad essere una normale elicoidale che si concluderà al livello 7 con l'ingresso nella stazione di Frontino.

Immagine

Questo è l'aspetto esteriore, molto abbozzato, dell'elicoidale. Potete vedere alla base il livello -1 ed il livello 0, poi una fascia verticale in corrispondenza del livello 1 e 2, che si allarga al livello 3 e ancora al livello 4 per creare una seconda scena che, spero, possa servire per distogliere lo sguardo dal cilindro costituito dall'elicoidale. Infine tutto torna perfettamente verticale per celare il resto della salita. E questo sotto è quello che succede dietro le quinte.

Immagine

Ora, come fare per sostenere un elicoidale così complesso, per di più da suddividere in moduli, mantenendo leggerezza e solidità? Beh, prima di tutto c'è la necessità di garantire lo spazio necessario per far transitare i convogli tenendo conto di tutti gli spessori in gioco e di quanto la sagoma limite definita dalla norma NEM 102 (link) si allarghi in funzione del raggio di curvatura (link).

Immagine

Per far questo, niente di meglio di uno bello schizzo in scala. Dal basso verso l'alto troviamo, nell'ordine:

  • 4mm di compensato per sostenere il tracciato;
  • 4mm di sughero per l'insonorizzazione;
  • 2mm corrispondenti allo spessore delle traversine;
  • 2.5mm corrispondenti all'altezza delle rotaie.

Questi 12.5mm,che separano il piano del ferro dalla superficie inferiore del compensato sono praticamente inevitabili e vanno a sommarsi ai 65mm definiti come franco minimo in altezza in presenza di linea aerea (la fascia grigia) dalla già citata NEM 102, ma nel mio caso potrei considerare anche solo 59mm, dato che l'antenna per Carpegna non è elettrificata. L'altezza minima tra un livello e l'altro è quindi di 71.5mm, che diventano 77.5mm in presenza di linea aerea.

Lo spazio in verticale da coprire è di 60cm, legato al fatto che il piano di stazione di Caprazzino si trova a 80cm da terra e quello di Frontino sarà a 140cm, per permettere anche a chi non è altissimo -come il sottoscritto- di vedere muoversi i treni senza doversi mettere in punta di piedi.

Quanto allo sviluppo lineare della rampa da progettare, l'elicoidale è preceduto da tratto in curva e controcurva lungo 1.3m, seguito da un tratto curvo ad ampio raggio lungo 1.1m e dovrà essere formato da un numero di giri pari ad N+1/2, poiché dal basso si entra ad ore 6 e si esce ad ore 12 dall'alto. Le formule per calcolare la pendenza 'p' e la differenza di altezza 'dH' tra un piano e l'altro sono dunque:

p = 60cm/(1.3m + 6.28*0.5m*(N+1/2) + 1.1m)
dH = 6.28*0.5m*p

Volendo dH > 71.5mm otteniamo una pendenza minima del 2.28%. Considerando una pendenza massima accettabile del 3%, gli unici valori accettabili di N sono 6 (p = 2.63%, dH = 82.6mm) e 7 (p = 2.31%, dH = 72.6). Poiché con N=7 si ottiene una differenza di altezza di poco più di 1mm superiore al minimo, ho scelto N=6.

Ora che conosco il numero di giri, posso aggiustare dH secondo convenienza: se diminuisco dH, ad esempio da 82.6mm a 80mm (10mm ogni 45°), cala la pendenza dell'elicoidale, ma deve aumentare la pendenza delle rampe di raccordo, dal 2.63% al 3.33%, decisamente inaccettabile per un tratto in vista in cui sarebbe bene contenere la pendenza entro il 3%. Al contrario, se aumento dH, ad esempio da 82.6mm a 88mm (11mm ogni 45°), allora la pendenza delle rampe di raccordo cala dal 2.63% al 1.17%, decisamente più soft.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 21:43 
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Buona serata agli amici del forum!

Dopo tutto il tempo speso al computer per la progettazione della rampa elicoidale tra le stazioni di Caprazzino e Frontino -dovrete pazientare ancora un poco per la seconda parte- non vedevo l'ora di rimettere mano ai lavori di carpenteria. Per questo, dopo avere ordinato le rotaie per il piano di stazione, ho cominciato a lavorare sulla rampa elicoidale che collega la stazione nascosta a Caprazzino.

Vediamo di contestualizzare un poco. Ricordate il cappio di ritorno?

Immagine

In alto a sinistra, vicino al muro, c'è un deviatoio destro. Il ramo deviato immette nel cappio di ritorno, mentre il ramo corretto porta al tratto di collegamento di cui mi occuperò oggi.

Per contenere la pendenza del tracciato entro il limite del 3%, la rampa inizia prima del deviatoio, per essere precisi proprio nel punto di giunzione dei moduli. Non solo, subito dopo il deviatoio, il ramo deviato ridiscende verso il piano della stazione nascosta. La base della rampa è dunque in parte in pendenza semplice ed in pendenza e contro pendenza. Per questo motivo, negli scorsi mesi, ho dovuto prima di tutto affrontare il problema di raccordare nel modo più dolce possibile il piano della stazione nascosta con la rampa in salita.

Il lavoro è cominciato incollando una copia del piano binari sul compensato e posizionando due spessori costruiti impilando uno sull'altro delle striscioline di cartone spesse 0.6mm, ottenute dalle confezioni di cereali di cui è ghiotta mia moglie. E' importante che il cartoncino sia compatto, in questo modo anche se sottoposto a pressione non si assottiglierà con il tempo.

Immagine

Controllati gli spessori sul ramo deviato, ho ripetuto lo stesso procedimento con il ramo corretto. Nel frattempo ho anche iniziato a preparare i pezzi di compensato da 4mm che costituiranno la base della rampa dopo il deviatoio: in questo caso i supporti in cartoncino sono stati costruiti tenendo conto dello spessore del legno. Al confine del modulo, per avere un supporto più stabile, ho utilizzato 3 pezzetti di compensato sagomati a misura; alternativamente avrei potuto usare uno dei listelli da 14mm dopo una passata alla levigatrice per asportare qualche millimetro in eccesso.

Immagine

A sinistra potete invece vedere la soluzione adottata per il supporto del deviatoio. Ho scelto un cartoncino da 0.5mm così da poter avere un maggior controllo sulla pendenza. La lunghezza di ciascuna striscia è stata calcolata in modo da creare un profilo liscio. Per chi sia interessato al metodo, ho utilizzato una curva cubica del tipo h = a + b.x + c.x^2 + d.x^3, così da poter impostare per ciascun estremo altezza e pendenza: un foglio di calcolo come Excel aiuta molto in questo caso.

Immagine

Il risultato è questo: dal basso verso l'alto, ciascuna delle 12 strisce è progressivamente più lunga della precedente. Non ho trovato necessario smussare il piano risultante perché l'applicazione dei 4mm di sughero per l'insonorizzazione è più che sufficiente per attenuare i gradini.

Immagine

Sistemata la base della rampa, ho collocato sul posto i pezzetti di compensato da 4mm e smussato le inevitabili imperfezioni nel raccordo tra la parte in legno e quella in cartoncino. Dopodiché ho completato il resto della rampa discendente con adeguati spessori ed aggiunto il sughero.

Immagine

La lente della macchina fotografica è un giudice impietoso. Guardando questa foto infatti mi sono accorto che l'attacco della rampa discendente non era come volevo: il cambio di pendenza sul ramo deviato infatti risulta troppo brusco. Per questo motivo ho fatto una piccola correzione utilizzando 3 fogli di cartoncino bianco da 200gr/m2 di spessore.

Immagine

Soddisfatto del risultato finale e dopo un sufficiente numero di giri di prova senza problemi, sono potuto passare in questi giorni al resto della rampa in salita. Separato il modulo d'angolo dal plastico per poter lavorare meglio ho tagliato a misura i segmenti di rampa.

Immagine

Per ridurre al minimo gli sfridi ho scelto di dividere la rampa di questo modulo in quattro parti, ciascuna corrispondente ai rinforzi diagonali. Al contrario del modulo precedente, dove ho usato degli strati sovrapposti di cartoncino, in questo caso, vista l'altezza dei supporto ho scelto di utilizzare dei listelli di legno, a mo' di pilastrini, che potete vedere qui sotto. Come sempre ho controllato con il calibro a nonio che l'altezza fosse conforme a quanto progettato al computer.

Immagine

Una volta incollati i supporti, ho controllato che i quattro pezzi della rampa si accostassero bene gli uni agli altri e che non impedissero il transito sull'anello di ritorno. A questo scopo ho utilizzato la carrozza più lunga che percorrerà il plastico, la semipilota MDVE: infatti, tanto più lungo è il rotabile, tanto maggiore sarà lo sbandieramento -aumento della sagoma di libero passaggio sul lato esterno della curva- e lo spanciamento -aumento della sagoma di libero passaggio sul lato interno della curva. Ma come potete vedere qui sotto, a quanto pare non vi sono problemi di sorta.

Immagine

Ultima prova da fare prima di incollare i tratti di rampa è quella alla flessione. Non voglio infatti che il peso di un rotabile in transito deformi troppo il piano della rampa, con il rischio di causare un deragliamento. Un buon modo per controllare questo comportamento è caricare la rampa con un peso decisamente superiore a quello dei rotabili: io ho scelto una bottiglia d'acqua da 2 litri appoggiata sul fianco.

Immagine

Come potete vedere, la rampa flette eccome, abbassandosi di un paio di millimetri al centro della campata. Fortunatamente avevo previsto questo fatto ed avevo già pronta una soluzione. Ho sagomato a misura quattro listelli quadrati da 14mm di lato e li ho incollati al centro come rinforzo.

Immagine

La struttura così ottenuta è più leggera di un piano di compensato da 10mm di spessore ma tende a flettere decisamente meno poiché al centro lo spessore raggiunge i 18mm di altezza. Come potete vedere qui sotto, la prova bottiglia è superata a pieni voti.

Immagine

Il vantaggio di usare i pilastrini in questo caso è evidente: ho potuto aggiungere i listelli di rinforzo lungo tutta la superficie inferiore della rampa senza dovermi preoccupare dei eventuali sagomature. Sebbene in presenza di carichi più elevati e rampe più larghe sia utile che anche la nervatura poggi sul supporto, nel caso di una rampa come questa si può lasciare che sia il compensato a trasferire il carico ai pilastrini: la deformazione laterale è del tutto trascurabile.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 4 novembre 2015, 7:52 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 14:10
Messaggi: 1373
Località: Ventimiglia
Complimenti ,
un lavoro molto preciso e pulito ,
sicuramente eviterà spiacevoli inconvenienti in futuro .

Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 4 novembre 2015, 8:40 
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Iscritto il: sabato 27 ottobre 2007, 9:02
Messaggi: 2853
Località: Torino
Ottimo lavoro Nicola.
Permettimi un consiglio datomi da un falegname: "evita l'uso della colla il più possibile, il legno, in qualsiasi sua forma (listelli, compensato, MDF, ecc.) è sempre un materiale vivo, se lo blocchi con la colla, non gli lasci spazio x muoversi e inevitabilmente tenderà ad imbarcarsi” aggiungo del mio che se fissi il legno solo con le viti, puoi in qualsiasi momento operare delle variazioni d'opere, se lo incolli, 9 volte su 10 devi rifare il pezzo.
Parlo x esperienza.... :wink:

Ciao
Despx


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 4 novembre 2015, 8:47 
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Iscritto il: mercoledì 18 dicembre 2013, 12:11
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Sono sbalordito dalla capacità tecnica di carpenteria e progettazione, bravo!

ciao
Luca


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 4 novembre 2015, 8:51 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Mille grazie per il suggerimento, despx: l'esperienza di un falegname di professione è sempre da tenere in considerazione.
La colla che uso io assomiglia molto come comportamento alla colla usata per incollare fra loro le stuoie che formano il compensato e per ora non ha dato problemi, ma sicuramente terrò in mente il consiglio che ti ha dato il tuo amico.

Grazie a tutti per i commenti positivi!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 10 novembre 2015, 21:31 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Come potete bene immaginare il lavoro di questa settimana è stato tutto rivolto alla costruzione della rampa elicoidale tra la stazione nascosta e Caprazzino. E credo proprio che per le prossime settimane questo continuerà ad essere il tema principale dei lavori, visto che è di fatto il banco di prova dell'elicoidale principale.

Immagine

Il tratto in questione è evidenziato in rosso nell'immagine qui sopra: come potete vedere la parte allo scoperto si trova tutta su un modulo, mentre la restante parte, in galleria, è suddivisa su altri tre moduli. La rampa gira all'esterno del cappio di ritorno e viene scavalcata due volte dall'elicoidale che sale verso Frontino.

Il progetto della curva, soprattutto delle sue elevazioni è nato ed è stato sviluppato in XtrcakCAD (link), per poi essere esportato in Templot (link) per perfezionarne e smussarne l'andamento. Il risultato, comprensivo di tutto il piano binari di Caprazzino è un documento di 68 pagine, tutte da rifilare a mano, che rappresenta il tracciato in scala 1:1.

Immagine

Qui sopra potete vedere la parte relativa alla parte allo scoperto della rampa ed alcune adiacenze. Dopo avere rifilato a mano i fogli prodotti da Templot, li ho pazientemente accostati ed uniti con pezzetti di scotch, prestando particolare attenzione a che il nastro adesivo venisse posizionato sul lato posteriore del foglio in corrispondenza dei tratti di binario. Questo mi risulta comodo per la seconda fase, ovvero il riporto delle sagome di libero passaggio.

Immagine

Infatti, una particolarità che ancora manca a Templot è il calcolo automatico dell'allargamento della sagoma limite: purtroppo questa è una cosa da fare a mano, specie se si vogliono dormire sonni tranquilli, senza doversi preoccupare che i rotabili cozzino contro i altri ostacoli. Per fare questo, oltre ad un poco di trigonometria necessaria per calcolare spanciamento e sbandieramento in funzione del raggio di curvatura, è sufficiente estendere l'asse di una traversina su tre, riportare i valori ed unire i punti.

Immagine

Terminata questa fase è giunto il momento di riportare i profili dei sostegni del telaio del plastico ed i punti di separazione tra i segmenti che costituiranno la rampa. Per mia scelta ogni tratto di rampa si interrompe sulla mezzeria del supporto, sia esso da 20 o da 15mm; nel mio caso la rampa è stata suddivisa in 10 parti, che sono state ritagliate dallo schema e numerate per non confonderle in seguito.

Immagine

Questi segmenti, che come potete vedere sono piuttosto irregolari nelle loro forme, sono abbastanza piccoli da permettermi sia di considerare trascurabile lo sghembo tra la testa e la coda di ogni elemento, sia di ridurre al minimo lo scarto nella lavorazione del compensato, come potete vedere qui sotto.

Immagine

In questo caso, dei 10 pezzi ottenuti, tre hanno trovato posto su un resto di lavorazione, mentre i restanti 7 si sono suddivisi lo spazio su una tavola nuova. Ho preferito non incollare ancora i fogli alla carta; lo farò solo in seguito, dopo aver posizionato i pezzi in modo definitivo: non si sa mai che debba rifare qualche pezzo. Altra cosa da controllare prima del taglio è se la tavola scelta sia imbarcata o no, e se sì in quale direzione. La mia purtroppo era imbarcata nel senso della lunghezza: per questo ho disposto le sagome perpendicolarmente alla piega, così da ridurre l'effetto complessivo.

Immagine

Dopo aver riportato le sagome sul compensato con una matita a scatto a punta fine, sono sceso in cantina ed ho messo mano al seghetto alternativo, un po' troppo rumoroso per essere usato in appartamento. Al termine ho controllato che il risultato al grezzo mi soddisfacesse: la foto non pare male. Il prossimo passo sarà una bella passata alla levigatrice a disco e la costruzione degli innumerevoli pilastrini e delle travi di supporto.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2015, 23:29 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Continua il lavoro sulla rampa ascendente verso la stazione di Caprazzino. A differenza del precedente modulo, il tratto di rampa che ho recentemente iniziato a costruire non è sempre perpendicolare ai supporti principali. Ciò si deduce chiaramente dall'ultima foto dello scorso post: i tagli che separano un tratto di rampa dall'altro sono quasi sempre sghembi. Questo comporta che, volendo essere precisi nel mantenere la pendenza costante, è necessario modificare l'altezza dei pilastrini rispetto a quanto calcolato in corrispondenza della mezzeria.

Immagine

Come potete vedere, la differenza di altezza tra gli elementi di ciascuna coppia di pilastrini è spesso trascurabile, dell'ordine di qualche decimo di millimetro. In alcuni casi però la differenza supera il millimetro ed avrei commesso un errore nel non considerare questo fatto. La formula per calcolare la differenza in altezza è abbastanza semplice, nulla che un buon foglio di calcolo non possa tabulare:

dH = D * tan(a) * p / sqrt(1+p^2)

dove 'D' è la distanza tra il centro del supporto e la mezzeria della rampa, 'a' è l'angolo di taglio rispetto alla perpendicolare, 'p' è la pendenza della rampa e dH è l'incremento in altezza. Come ho detto, spesso dH è inferiore al millimetro: questo accade quando l'angolo di taglio è prossimo a 0, ovvero il taglio è perpendicolare alla pendenza. In tutti gli altri casi, è stato necessario controllare al calibro il pezzo tagliato.

Ma già il fatto di partire con un taglio preciso ha aiutato a non sprecare legno: ottenere un buon risultato con una sega con guida è piuttosto semplice, basta un righello ed un blocchetto di legno per ottenere un buon riferimento, come potete vedere qui sotto.

Immagine

Il primo morsetto a destra blocca il righello, il secondo morsetto blocca il legno, la cui estremità di battuta lato taglio è stata passata alla levigatrice. Onde evitare brutte sorprese, ad esempio pezzi più corti del dovuto una volta misurati al calibro, è stato importante misurare preventivamente la larghezza di taglio della lama.

Immagine

Preparati i pilastrini, è ora il momento di sistemare i moduli della rampa. Prima di tutto, dopo avere levigato le giunzioni, ho eseguito un semplice controllo, segnando due-tre tacche con la matita che mi torneranno utili in seguito per ricostruire l'allineamento fra i pezzi in opera.

Altra cosa indispensabile, soprattutto considerando che le rampe sono concentriche, è stato levigare anche il taglio interno. Mentre l'operazione sul lato esterno è veramente semplice, quella sul lato interno mi ha dato più grattacapi. Fortunatamente il raggio di curvatura interno era sufficientemente largo da poter usare ancora una volta la levigatrice, però in una configurazione leggermente diversa dal solito.

Immagine

Normalmente cerco sempre di evitare di andare a battuta con il rivestimento del corpo macchina. In questo caso invece mi è risultato comodo proprio per fare perno e asportare poco alla volta l'eccedenza sul lato interno. Purtroppo è molto facile commettere qualche imprecisione ed il risultato alla prima passata spesso non è stato liscio come desideravo perché ho lavorato in pratica pochi millimetri alla volta.

Immagine

E' però stato sufficiente effettuare una passata di carta vetrata appoggiata, ancora meglio se incollata, ad un pezzetto di legno di adeguata larghezza -potete vedere quello che ho usato io al centro della prima foto- per asportare le imperfezioni più evidenti ed ottenere un risultato soddisfacente senza troppo penare.

Immagine

Una volta terminato il lavoro su tutti i moduli, ho come sempre controllato che tutto fosse in ordine posando ciascun pezzo temporaneamente sui rispettivi pilastrini. Appena possibile toccherà ai rinforzi, ma intanto mi gusto il risultato di un altro tratto di rampa in opera.

Immagine

Ci vediamo a Bologna al Model Game: se passate fatemi un fischio!
A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 7:29 
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Ciao Nicola come ci riconosciamo al model game? Voglio farti i complimenti di persona!

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 7:58 
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umbriele ha scritto:
Ciao Nicola come ci riconosciamo al model game? Voglio farti i complimenti di persona!

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Ciao umbriele, sono contento di poterti incontrare di persona! Andrò al model game sabato mattina all'apertura delle casse, alle 10: possiamo vederci alle 11 allo stand del CFB, pad. 29 F 75. Indosserò un badge con il mio nome stile conferenza se pensi possa essere d'aiuto. :)

A presto,
Nicola

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 12:18 
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Purtroppo io ci saro' solo domenica accompagnando sorella e nipotino appassionatissimo di treni:)

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 12:55 
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umbriele ha scritto:
Purtroppo io ci saro' solo domenica accompagnando sorella e nipotino appassionatissimo di treni:)

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Peccato! Ma non ti preoccupare, sicuramente troveremo il modo di incontrarci di persona una volta o l'altra! :)
Buon divertimento e grazie di tutto,
Nicola


NT in viaggio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 18:58 
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Io dovrei essere presente di sabato, probabilmente mi troverai in zona stand 2G. La mia foto segnaletica c'è su tutti i TTM, quindi dovrei essere facilmente riconoscibile!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 novembre 2015, 19:09 
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Bomby ha scritto:
Io dovrei essere presente di sabato, probabilmente mi troverai in zona stand 2G. La mia foto segnaletica c'è su tutti i TTM, quindi dovrei essere facilmente riconoscibile!

Molto bene! Sarà un piacere! :)
Nicola

NT in viaggio


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