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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 21 gennaio 2016, 13:55 
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Iscritto il: mercoledì 28 agosto 2013, 14:28
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Rimango impressionato da tanta progettazione e precisione, è già un super modello il solo telaio del plastico !
Unico dubbio per esperienza vissuta, ma le mie botole son molto più grandi, è l'esigua luce ( un foglio di carta se ho ben letto ) degli incastri per le inevitabili dilatazioni stagionali del legno.....
Complimenti e saluti,
Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 21 gennaio 2016, 15:14 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Mille grazie del suggerimento Andrea, lo terrò sicuramente in considerazione!

Visto che da qui a questa estate sarò sicuramente indaffarato con la realizzazione del piano binari, avrò modo di inserire i tasselli un certo numero di volte in varie condizioni di umidità e temperatura: vi farò sapere, ma, nel caso, la carta vetrata è sempre a portata di mano. :wink:

Saluti,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 26 gennaio 2016, 22:29 
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Purtroppo di morsetti non se ne ha mai abbastanza quindi, mentre la colla asciuga, se ormai l'ora è tarda e non posso più usare la sega o la levigatrice per lavorare le ultime cornici, una delle cose che posso fare per impiegare in modo utile il tempo è quello di iniziare la progettazione della piccola rimessa TV della stazione di Caprazzino.

Come nella caso del fabbricato viaggiatori, anche in questo caso mi sono servito per il progetto di Google SketchUp, ma differentemente da quanto fatto in precedenza, questa volta mi sono basato sulle piantine che vi ho mostrato la volta scorsa. Il primo passo è stato importare in SketchUp le immagini: c'è una comodissima funzione "Importa" dal menù File che richiede solo di specificare le dimensioni della immagine nella scala del modello che si vuole creare. Dopo avere importato pianta e prospetti frontali e laterali, l'ambiente di lavoro si presenta così.

Immagine

A questo punto, dopo avere nascosto i due prospetti, ho iniziato la lavorazione della pianta, cercando di rispettare quanto più possibile il disegno. Al momento ho deciso di lavorare in scala 1:1, quindi ho ritenuto sufficiente la precisione del millimetro: sicuramente, quando passerò alla lavorazione in scala 1:87 scenderò sicuramente fino al decimo di millimetro.

Immagine

A questo punto ho estruso i muri fino ad arrivare all'altezza delle architravi delle porte, che ho completato ove necessario con gli archi regolamentari, procedendo poi in modo analogo fino ad arrivare alla base del tetto, regolandomi in altezza ed angolo per mezzo del prospetto laterale. Ne ho approfittato anche per realizzare la decorazione al basamento e le cornici delle porte di accesso.

Immagine

A questo punto una bella mano di colore permette di iniziare ad apprezzare meglio il risultato intermedio: per maggiore uniformità ho scelto per questa versione preliminare gli stessi colori del fabbricato viaggiatori di Caprazzino. Per quanto riguarda il tetto, ho dovuto fare uso di entrambi i prospetti: quello frontale per riprodurre la posizione e le dimensioni degli arcarecci, quello laterale per i correnti.

Immagine

La parte più complicata è stata trovare le giuste dimensioni in scala delle capriate. Fortunatamente mi è venuta in aiuto una dispensa del corso di Tecnologia dell'Architettura dell'Università degli Studi di Matera (link) che mi sono accuratamente studiato prima di realizzare il mio modello.

Immagine

In questa immagine ho volutamente omesso gli arcarecci e la copertura con le tegole. Il risultato finale invece, visto dall'interno della rimessa, con un poco di ombre ed una passata di rendering, lo potete vedere nella foto che segue, che mi pare tutto sommato abbastanza convincente, per quanto decisamente spoglia.

Immagine

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 2 febbraio 2016, 23:37 
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Buona serata agli amici del forum!

sono felice di potervi dire che ho terminato la fase di falegnameria per il piano di stazione. Tutti i tasselli sono stati completati e lo schema del tracciato incollato con pazienza al piano di compensato.

Immagine

Ho potuto così riprendere il lavoro di posa del sughero che come potete vedere dalla foto qui sopra si era interrotto più o meno all'altezza del termine della rampa di accesso. Vista la presenza di raggi di curvatura decisamente più ampi e volendo, al contempo ricercare una maggiore precisione di posa, ho deciso di passare da tre strisce di sughero larghe 10mm a due strisce da 15mm. In questo modo posso sfruttare meglio la traccia della mezzeria stampata da Templot.

Immagine

In presenza di intersezioni ho sperimentato più metodi. Sicuramente quello che giudico il peggiore consiste nel far proseguire le due strisce lungo il corretto tracciato e di accostarne altre due in corrispondenza del ramo deviato. In questo modo si viene a creare una punta che tende a slabbrarsi: potete intravvedere quanto vi ho descritto nello scambio in primissimo piano nella foto precedente.

Immagine

Ho trovato molto più solido invece è far divergere le strisce esistenti seguendo il profilo delle rotaie esterne del deviatoio e giuntare le nuove due in corrispondenza del cuore, come potete vedere nello scambio in secondo piano qui sopra. Per sagomare in maniera corretta il sughero delle strisce interne, dopo avere incollato uno dei tratti del corretto tracciato, posiziono una seconda striscia di sughero e la fisso temporaneamente con delle puntine da ingegnere; poi con un righello traccio la futura linea di taglio.

Immagine

Questa, una volta liberata la striscia di sughero dalle puntine, tenderà naturalmente ad assumere il corretto andamento curvilineo necessario per riempire lo spazio vuoto, andamento che seguo con precisione utilizzando un paio di forbici ben affilato. A questo punto un poco di colla vinilica è quanto necessario per incollare la striscia al piano. Il risultato parziale relativo alla radice destra lo potete vedere nella foto qui sotto.

Immagine

Il bello di questo lavoro è che è assolutamente silenzioso e quindi lo posso effettuare anche alla sera tardi, al rientro dal lavoro, cosa di difficilmente avrei potuto fare con le opere di falegnameria. Sebbene un poco tedioso, soprattutto nella fase di taglio delle strisce, il risultato è subito ben apprezzabile ed inizia a restituire in modo più chiaro l'andamento dei binari di stazione. In breve tempo sono riuscito a stendere tutto il primo stato ed ho portato a termine buona parte del lavoro per il secondo strato, come potete vedere da questa immagine.

Immagine

Al momento ho completato i binari dall'uno al tre, mentre c'è ancora qualcosa da fare sulla radice sinistra degli ultimi due binari e del raccordo industriale. Tra le varie colle che ho provato, i risultati migliori li ho ottenuti con la Pattex Millechiodi: asciuga in fretta, non cola e nella maggior parte dei casi non ho avuto necessità di utilizzare contrappesi per bloccare il sughero in posizione, se non in alcuni punti con raggi di curvatura piuttosto stretti. Purtroppo la quantità di colla da usare è piuttosto alta, ma fortunatamente non ci sono sprechi.

Immagine

Per i primi moduli della stazione nascosta utilizzai della colla vinilica, come potete vedere qui sopra: per questo motivo dovetti comprimere ciascuna delle strisce. In quel caso utilizzai una pressione piuttosto bassa, circa 15g/cm2, ottenuta con tre bottiglie da 1.5L, mantenuta per almeno 24 ore. Sicuramente in questo caso, sebbene sia necessaria più colla, la spesa è inferiore, ma i tempi di applicazione sono decisamente più lunghi.

Appena terminato di stendere il sughero inizierò la lavorazione dei nuovi deviatoi: al momento mi sono informato su come realizzarli nella maniera più accurata possibile, avendo molto ammirato il lavoro di Enzo Carbone, che ringrazio per le preziose informazioni e per la documentazione fotografica!

A presto!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 10:29 
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Iscritto il: giovedì 21 giugno 2012, 14:23
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Località: Massa Finalese (MO)
Tutto molto bello e interessante.

Scusa un dubbio. Ma le aree in mezzo ai binari di stazione, dove solitamente la massicciata è in genere più o meno livellata (almeno, una volta era così, oggi meno), pensi di riempirle con il ghiaino o hai in mente altre idee?


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 11:09 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Ciao Davide!
La mia idea era di riempire le aree con un fondo a base di terriccio essiccato di spessore adeguato, così da ricreare una base terrosa su cui poter lavorare anche sull'asse verticale ove necessario, con canaline, scoli, etc... Ho trovato vari esempi convincenti in giro:
1. come creare un terriccio realistico (circa a metà);
2. vecchiotto ma valido (verso la fine della pagina);
3. tantissimi ottimi spunti (adoro la zona del piano caricatore a pag.3);
nonché il bellissimo e sempre valido Miba Modellbahn Praxis "Modellbahn landschaft".

Salutoni,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 11:32 
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Iscritto il: lunedì 27 febbraio 2006, 18:00
Messaggi: 1497
Complimenti molto interessante,seguo con interesse,saluti.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 9 febbraio 2016, 21:37 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Finalmente è terminata la posa del sughero così ho potuto impiegare parte del week-end per concludere il lavoro tagliando il sughero e separando dunque fra loro i tasselli.

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Nella foto qui sopra potete vedere il primo tassello già rimosso dal telaio del plastico. Per tagliare il sughero ho proceduto in due fasi: prima, con l'aiuto di un righello metallico ed un cutter affilato -lo stesso che uso per tagliare il compensato-, ho inciso il sughero facendo quanta più attenzione possibile a non danneggiarlo. In caso di distacchi ho provveduto a rincollare il pezzo ed a bloccarlo con un morsetto come vedete a sinistra.

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Poi ho utilizzato una spatola, preventivamente affilata con la mia fida levigatrice e l'aiuto di un acciaino, per scendere attraverso le connessure dei tasselli e liberali da eventuali residui di colla. Qui sopra potete vedere il risultato finale del taglio; sono abbastanza soddisfatto: il taglio è netto, senza slabbrature nel sughero. La quantità di colla penetrata tra un tassello e l'altro è decisamente minima e non ha opposto particolari resistenze al taglio.

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Passiamo ai deviatoi: i profili di binario che utilizzerò sono arrivati qualche mese fa e sono rimasti al sicuro dentro la loro confezione antiurto fino ad ora. Ho scelto dei Peco SL-102F per il binario codice 75 con traversine in cemento armato precompresso (cap) dei binari 1 e 2 e dei relativi deviatoi (in rosso qui sotto), dei Peco SL-100F per il binario codice 75 con traversine in legno dei binari 3 e 4 e dei relativi deviatoi (in verde) e dei Peco IL-1 per il binario codice 60 delle restanti parti della stazione, compresa la rimessa locomotive (in arancio).

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Per meglio realizzare le geometrie di cui ho necessità -quasi tutti i deviatoi sono curvi per ottimizzare lo spazio e creare un andamento più fluente- ho progettato tutti i deviatoi con templot e li ho stampati a coppie su fogli A4. Nella immagine qui sotto ho evidenziato in verde gli attacchi "normali" con piastre a quattro caviglie (link), ed in arancio gli attacchi "speciali" con piastre a due caviglie per la zona degli aghi.

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Ispirato dall'ottimo lavoro di Enzo Carbone sul forum (link) ho scelto i prodotti di Weinert per la realizzazione dei miei deviatoi. Poiché il numero totale di attacchi è decisamente elevato e la mia esperienza con questo livello di dettaglio è ancora troppo poca, ho deciso di comprare il materiale per realizzare un solo deviatoio. Il pacchetto è arrivato puntualissimo e molto bene imballato! Le microfusioni della Weinert dono veramente molto belle e sono proprio soddisfatto dell'acquisto. Nella foto qui sotto, a sinistra potete vedere gli attacchi normali, a destra in basso quelli speciali, mentre a destra in alto le controrotaie.

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Prima però di iniziare il montaggio ho dovuto realizzare altri due strumenti da aggiungere alla solita collezione di dime et similia per la produzione dei deviatoi: una dima in due metà per i nuovi cuori, ciascuna con angolo di 5.8°, ed una dima per la produzione delle traversine.

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La prima dima la conoscete già, ne ho parlato qui (link); il metodo costruttivo è sempre lo stesso, soltanto ho dovuto adattare le dimensioni ai profilati di binario codice 75, alti 2mm contro i 2.5mm del codice 100. In particolare ho sfruttato alcuni resti di basetta ramata per la produzione dei circuiti stampati (PCB) spessa 1mm per fare da guida, al posto della vecchia basetta da 1.6mm. Ho anche aumentato il numero di viti da 2 a 3 per meglio irrobustire la struttura ed evitare deformazioni durante la levigatura.

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L'altra dima è anch'essa composta da due parti e mi serve per asportare il rame in eccesso sulle traversine. Questa necessità nasce da una duplice motivazione: innanzitutto estetica, volendo evitare che il rame facesse capolino da sotto lo strato di vernice che dovrò applicare per dare l'aspetto del cemento armato precompresso. In secondo luogo funzionale: infatti non solo è necessario separare elettricamente certe parti del deviatoio, ma ridurre la superficie ramata mi permette di gestire meglio il calore applicato durante la saldatura. Potete intravvedere un esempio della prima traversina finita in alto a destra nell'immagine qui sopra.

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Il funzionamento è semplice: dopo avere riportato sulla traversina i limiti delle aree da conservare, la inserisco nella guida centrale realizza con due strisce di PCB spesse 1mm. Poi con un blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata asporto il rame in eccesso per abrasione meccanica.

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La traversina è realizzata con PCB da 2mm di spessore, quindi sporge dalla guida, ma si trova esattamente a livello con i due elementi che costituiscono la slitta. Su questi scorre il blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata, la cui larghezza coincide con lo spazio che separa la slitta dalle guide in legno. Poiché dunque legno, guida e traversina sono tutti allo stesso livello, lo spessore asportato coincide solo con lo spessore della carta vetrata. In questo modo riesco ad asportare il rame in modo uniforme e controllato, senza usare acidi o macchine a controllo numerico. Il tutto è anche massimamente economico. Il risultato finale lo potete vedere qui sotto.

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Ho già fatto anche un paio di prove di saldatura tra gli attacchi e le traversine così realizzate: dopo essermi documentato (ottimo questo link di Riccardo Olivero) ed avere fatto qualche esperimento, sono finalmente abbastanza soddisfatto. Il risultato migliore l'ho ottenuto dopo aver carteggiato leggermente le superfici di rame ed ottone con una carta vetrata con grana fine P 320 ed aver steso un leggero strato di flussante in penna (Chemtronics CW8400) che uso spesso per la saldatura dei componenti elettronici. Poi, grazie al consiglio di Enzo Carbone, ho utilizzato una minima quantità di stagno in filo da 0.2mm di diametro per saldare i pezzi fra loro.

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Il risultato finale è quasi perfettamente planare e molto robusto: non sono riuscito a staccarlo nemmeno tirando con una pinzetta, il che mi fa ben sperare nella robustezza dell'insieme. A questo punto ho tagliato tutte le traversine ed ho riportato su ciascuna i limiti della zona su cui andrò a saldare gli attacchi utilizzando due di questi ultimi ed il piano di posa realizzato con Templot come guida, come potete vedere qui sotto.

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Al momento sto ancora carteggiando le traversine: le prime 8 da destra e l'ultima a sinistra sono complete, ne mancano solo altre 22...

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 16 febbraio 2016, 23:13 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Il lavoro sul deviatoio sta proseguendo bene e finalmente inizia a dare qualche soddisfazione. Certo, il fatto che San Valentino sia caduto nel weekend ha decisamente rallentato i lavori, ma la famiglia ha la precedenza. E poi, dopo tutto, questo è un lavoro di pazienza e precisione, quindi meglio affrontarlo con calma e senza fretta.

Purtroppo la lavorazione sulle traversine mi ha richiesto molto più tempo del previsto. Il perché è presto detto: la carta vetrata che utilizzo per rimuovere il rame si degrada troppo rapidamente.

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Come potete vedere dall'immagine qui sopra, la parte a contatto con il rame perde rapidamente la sua "vetratura" (in basso a destra), dopodiché si consuma anche il materiale di supporto (in basso a sinistra) e quindi il cursore risulta inutilizzabile. Vanno quindi rimossi i residui di carta ed incollato nuovo materiale abrasivo. A seconda della carta utilizzata questa operazione va ripetuta con una certa frequenza; la carta che ha dato i risultati peggiori è la carta P320: con questo materiale non sono riuscito a lavorare nemmeno una traversina intera. La seconda peggiore è la tela 150: ha fatto si e no una traversina e mezza. La migliore al momento è la carta P180: sono riuscito agevolmente a fare 3-4 traversine.

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Il risultato finale della preparazione delle traversine lo potete vedere qui sopra. Per velocizzare le operazioni ho lavorato con due cursori: mentre il numero uno è in fase di incollaggio, con il numero due lavoro le traversine. Quando il due è consumato, asporto la carta, incollo la nuova e riprendo il lavoro con il numero uno. Dopo 5-6 ore di lavoro, il risultato è abbastanza soddisfacente, ma contando che dovrò fare altri 16 deviatoi, devo assolutamente trovare il modo di ridurre il tempo per questa lavorazione.

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Differentemente dagli altri deviatoi fatti in passato, questa volta ho iniziato la lavorazione delle rotaie dal cuore: dopo avere rimosso i profilati da un binario con le traversine in cap, ne ho rastremato le estremità con la levigatrice e la dima che vi ho mostrato la settimana scorsa. Sempre facendo uso della dima, ho saldato tra loro le due metà del cuore poi con delicatezza ho estratto il pezzo: confesso che temevo di romperlo o danneggiarlo, visto quanto sono sottili i profilati, invece tutto è filato liscio. Ho poi inserito i sei attacchi e provveduto a saldare l'insieme alle traverse con abbondante flussante e poco stagno.

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Successivamente ho tagliato e sagomato le rotaie esterne e gli aghi: i tratti curvi sono stati preventivamente piegati con la mia macchinetta artigianale per ridurre lo sforzo sulle saldature, mentre le zampe di lepre sono state ottenute direttamente dalle rotaie degli aghi così da mantenere la corretta curvatura.

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Circa la sagomatura del contrago, non avendo preparato una dima, ho dovuto lavorare ad occhio: ho rimosso il piede e la parte sporgente del fungo interno del contrago per le prime tre traversine, mentre mi sono limitato ad assottigliare il piede per ulteriori tre (fino alla tacca blu), senza toccare il fungo. Una volta preparato il contrago ho iniziato il paziente lavoro di posizionamento e saldatura degli attacchi Weinert, come potete vedere dalla foto qui sopra. Gli attacchi normali devono essere infilati uno alla volta, mentre gli attacchi speciali possono essere inseriti lateralmente.

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Avendo voluto ricalcare il piano di posa di un deviatoio semplice fotografato in stazione a Cesena tempo fa ho considerato un numero di attacchi speciali pari ad 11. Per essere sicuro che le traversine fossero tutte allineate verticalmente fra loro ho usato una lastra metallica come contrappeso, mentre sono ricorso alla mia fidata dima a tre punti per controllare lo scartamento in corrispondenza del cuore. Qui sotto potete vedere il risultato dopo la saldatura: non sono del tutto soddisfatto, ma sono curioso di vedere il risultato finale dopo verniciatura ed invecchiamento.

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Per quanto riguarda il posizionamento e la saldatura dei restanti attacchi fino alle contro-rotaie, la soluzione più conveniente che ho trovato è quella di lavorare in parallelo su un piccolo numero di pezzi: dopo averli preparati carteggiandoli a dovere per rimuovere l'ossido, li ho inseriti in un unico blocco uno dopo l'altro e li ho poi posizionati facendoli scorrere in corrispondenza delle rispettive traverse a partire dal più vicino all'ultima saldatura. In questo modo ho dovuto sollevare la rotaia dalle traverse una volta soltanto e ho potuto sfruttare l'elasticità del binario per bloccare gli attacchi in posizione.

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Un trattamento simile l'ho riservato per le caviglie delle contro-rotaie, tranne per il fatto che ho dovuto eliminare i due bulloni di fissaggio più interni per avvicinare il più possibile la contro rotaia alla rotaia. Ho ottenuto un risultato soddisfacente facendo uso di un tronchesino sottile ma affilato e carta vetrata P320.

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Circa l'ago, ho proceduto in modo molto simile alla rotaia esterna del corretto tracciato: ho preparato tutti gli attacchi, li ho infilati in blocco e li ho posizionati in corrispondenza delle traverse. A differenza del corretto tracciato, per facilitare la saldatura, ho saldato prima gli attacchi alle estremità e poi ho proceduto via via verso il centro controllando che la punta dell'ago a riposo non si allontanasse mai dal contrago.

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Infine la zampa di lepre: tralasciando i tre attacchi centrali che inserirò per ultimi ricavandoli da altrettanti attacchi speciali, ho saldato in posizione gli attacchi delle estremità e bloccato la rotaia con un punto di saldatura, avendo prima cura di controllare che l'estremità della zampa di lepre e della contro-rotaia fossero ben allineate. Salderò per ultima la contro rotaia dopo aver effettuato un certo numero di prove di circolazione per essere sicuro di non causare ostacoli al rotolamento degli assali.

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Per ultimo, prima di procedere alla lavorazione dell'altra metà del deviatoio, non ho resistito alla tentazione di effettuare una prima prova di circolazione. Per fare questo ho saldato temporaneamente tre attacchi -due alle estremità ed uno al centro- e posizionato la rotaia esterna del ramo deviato avendo sempre cura di controllare lo scartamento con la dima a tre punti.

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Un rapido passaggio con un carro mi ha permesso di tirare un sospiro di sollievo nel constatare che la circolazione avviene senza incertezze anche in assenza delle contro rotaie. Spero proprio di riuscire a terminare il lavoro questo weekend, così da poter valutare appieno l'effetto finale e le proporzioni generali: per ora sono solo moderatamente soddisfatto.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 17 febbraio 2016, 14:05 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 14:10
Messaggi: 1373
Località: Ventimiglia
Ho già espresso il mio apprezzamento per l'ottimo lavoro di carpenteria , ma questo ...

tantissimo rispetto e tanto di cappello !!!!!

...ed anche per la pazienza e volontà che dedichi nella descrizione delle fasi di lavorazione !!!
Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 17 febbraio 2016, 16:33 
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Iscritto il: venerdì 1 giugno 2007, 22:09
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Località: Grosseto
Ciao Nicola
Mi permetto di inserirmi nel tuo bellissimo trafiletto e di farti i complimenti per il lavoro veramente certosino e tecnico che stai facendo!
Anche io mi sono autocostruito i deviatoi seguendo le specifiche FS per la stazione che sto realizzando e dopo aver scartato (causa alto costo) i bellissimi accessori che invece tu hai usato, ho optato per il recupero delle caviglie dalle traversine stampate dei flessibili Peco.
Per effettuare l'operazione di molatura del rame dalle basette ho utilizzato un altro metodo: a deviatoio finito ho preso il Dremel e con una piccola fresa piana ed ho montato l'accessorio per fare fori in piano ho levigato appunto il rame dalle basette stesse.
Comunque ti rinnovo i complimenti e continuerò a seguirti.
Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 17 febbraio 2016, 17:56 
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Iscritto il: venerdì 25 novembre 2011, 19:13
Messaggi: 2006
Località: Trieste
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Adscendens dominum!
Oltre ai complimenti, sarei interessato ai componenti weinert. Potresti darci un due dritte per identificarli nel mare magno?

Grazie e complimenti
Antonio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 23 febbraio 2016, 23:15 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Innanzitutto grazie per i commenti così positivi: sono contento, nel mio piccolo, di aver scritto qualcosa di utile!

@AlessandroMarchesini: sì, ho pensato anche io ad una soluzione simile, utilizzando una tavola a croce, ma al momento non ho sotto mano l'occorrente. Anche utilizzando un disco fresante di diametro 30mm si ottengono buoni risultati.

@nanniag: non volendo togliere nulla all'ottima descrizione di Enzo Carbone, gentilissimo e disponibilissimo a rispondere a tutte le mie domande, mi limito a citare il suo post (link) ed a correggere la pagina del catalogo Weinert (link) che ora è diventata la 165 al posto della 149. I materiali che mi sono stati spediti sono tutti realizzati in microfusione di ottone e vengono forniti ancora attaccati alle materozze per maggiore sicurezza durante il trasporto. Anche io ho acquistato gli articoli 7253 (48 pezzi, attacco per rotaia in cod. 75 con base per la zona di movimento degli aghi), 7255 (48 pezzi, attacco per singola rotaia in cod. 75) e 74012 (2 pezzi, controrotaia). In futuro considererò molto probabilmente il kit 7256 (156 pezzi, attacco intero per rotaia singola in cod. 75 + 50 pezzi, attacco dimezzato per rotaia singola in cod. 75) vista la forte convenienza economica.

Ma veniamo alle novità. Il primo deviatoio della stazione di Caprazzino è finalmente completo di tutti gli attacchi. Il lavoro sulla seconda metà del deviatoio -quindi, rotaia esterna del ramo deviato ed ago del corretto tracciato-è stato abbastanza rapido una volta che la procedura è stata collaudata. Unico neo, questo weekend non avevo sotto mano il flussante perché era rimasto in facoltà per lavoro... Pazienza, mi sono arrangiato con un poco di alcool etilico, sicuramente ben lungi dall'essere ottimo, ma tutto sommato meno peggio di quanto pensassi.

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La parte che più mi ha dato da fare è stata quella del cuore dove ho dovuto fare un po' di taglia e cuci. Al centro del cuore -e della foto qui sopra- infatti sarebbe risultato molto scomodo e di sicuro intralcio per la circolazione l'uso degli attacchi semplici, quindi ho preferito utilizzare gli attacchi speciali, sacrificando una coppia di caviglie. Per mascherare al meglio il "trucco" ho fatto sì che il taglio dell'attacco finisse sotto la rotaia.

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In pratica, come potete vedere qui sopra, ho preso un attacco semplice ed ho separato la parte con bullone dalla parte senza bullone utilizzando un tronchese la cui lama da un lato è perfettamente verticale. In questo modo il taglio è esattamente a filo dell'attacco dal lato che voglio asportare quindi il taglio risulta sotto il piede della rotaia per circa mezzo millimetro, ma al contempo resta abbastanza piastra da poter effettuare una saldatura robusta. Dopo di che si è trattato di avere abbastanza pazienza per riuscire ad allineare le due metà facendole scivolare sotto alle zampe di lepre e tenerle in posizione mentre si applica lo stagno.

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Altra parte di fondamentale importanza per una circolazione senza problemi è il posizionamento delle controrotaie. In questo caso, oltre a controllare le misure con le dime e con il calibro è stato assolutamente necessario fare svariate prove di circolazione con i mezzi a mia disposizione, carteggiando man mano gli attacchi sulle rotaie esterne ed il piede della contro rotaia fino a trovare il giusto compromesso tra funzionalità e realismo. In questo caso mi sono inizialmente limitato a due soli attacchi, correggendone via via la posizione fino ad ottenere una marcia senza incertezze. Qui sotto potete osservare il risultato finale.

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Nel frattempo ho fatto anche un altro paio di esperimenti: prima di tutto ho verificato la possibilità di incollare gli attacchi alle traversine invece di saldarli. Ho utilizzato la Pattex 100% REPAIR GEL, una colla in gel trasparente dichiarata valida anche per metalli: sebbene la resa estetica non sia il top (sicuramente posso fare molto di meglio cercando di spatolarla in modo omogeneo), la tenacità è ottima ed è possibile rimuoverla semplicemente facendo uso di un cutter affilato.

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Avevo pensato di utilizzare un collante simile per fissare le rotaie agli attacchi -la saldatura è particolarmente inefficace qui- ma penso che opterò per una soluzione meno invasiva a base di colla ciano-acrilica. Altro piccolo esperimento  ha riguardato il materiale con cui realizzare i tiranti degli aghi. In giro ho visto molte soluzioni, ma quella che mi ha convito maggiormente -come robustezza e come capacità di riprodurre la realtà- è quella del doppio tirante, che potete vedere qui sotto.

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Il lavoro va sicuramente molto raffinato nelle forme, in quanto vorrebbe riprodurre questa situazione (fonte Wikimedia).

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Oltre a dipingere di rosso i tirani, dopo aver rimosso la patina verde, dovrò nascondere le saldature dentro la cassa di manovra del deviatoio. Ho provato vari materiali per i tiranti, come potete vedere qui sotto.

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Il più robusto, in alto, è il filo in acciaio armonico da 0.6mm di diametro. Regge benissimo gli sforzi di trazione e compressione per la movimentazione degli aghi, ma non sono riuscito a saldarlo alle rotaie ed al rame nemmeno dopo abbondante carteggiatura. Subito sotto, è un filo in rame da 0.5mm di diametro; è esattamente l'opposto del primo: si salda benissimo, ma altrettanto bene si piega. Stesso risultato per il filo del doppino telefonico, il terzo dall'alto: forse è solo un poco meno duttile. Infine l'ultimo in basso è un filo metallico, diametro 0.7mm, smaltato esternamente, utilizzato dai fiorai per sostenere i fiori nelle composizioni: è un ottimo compromesso perché si salda bene ed altrettanto bene resiste agli sforzi.

Il lavoro continua: a presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 1 marzo 2016, 23:02 
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Buona serata agli amici del forum!

Prosegue indefesso il lavoro sul deviatoio di prova: primo compito per il weekend è stato fissare le rotaie agli attacchi prima di rimuovere il deviatoio dallo schema su carta. Purtroppo, a differenza dei precedenti deviatoi, non mi è stato possibile fissare le rotaie tramite saldatura a causa della difficoltà di rimuovere l'ossido dalle caviglie: le dimensioni, di gran lunga inferiori al millimetro non hanno aiutato.

Per questo ho deciso di utilizzare una colla ciano-acrilica dosandola con la punta di uno stuzzicadenti. Da un errore -una macro-goccia è caduta direttamente sulle rotaie mentre cercavo di dosare la micro-goccia per fissare un attacco- ho imparato che in un caso come questo è bene far cadere una goccia su un foglio di carta plastificata e poi da lì prendere la minima quantità di colla necessaria per incollare l'attacco. Prima che la colla faccia presa ho rimosso la colla in eccesso con l'altra estremità dello stuzzicadenti. Una volta terminato il lavoro ed atteso il tempo necessario per l'asciugatura, ho delicatamente separato il deviatoio dallo schema costruttivo, come potete vedere qui sotto.

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Altro compito da svolgere prima della verniciatura è la saldatura dei cavallotti per la continuità elettrica e la polarizzazione delle rotaie della zona cuore. Questo passaggio non è stato necessario per i deviatoi della stazione nascosta perché il rame delle traversine a cui sono state direttamente saldate le rotaie garantiva un ottima conduzione elettrica. In questo caso invece non posso fare affidamento sul contatto tra rotaia ed attacco quindi sono dovuto ricorrere a piccoli spezzoni di filo di rame, mascherati al meglio delle mie capacità. Il più facile è quello che collega il cuore alle zampe di lepre, visibile nell'immagine che segue.

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Il profilo ad E è molto semplice da realizzare con una pinzetta e consente di realizzare il contatto in una sola passata. Sono partito saldando la parte subito sotto il cuore per poi terminare con le zampe di lepre, cercando di spingere il più delicatamente possibile il tutto nello spazio tra la rotaia la traversina. Qui sotto potete vedere il risultato.

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Altro punto di contatto da curare è il collegamento tra aghi e controaghi: in questo caso è sufficiente un cavallotto a forma di C. Avendo la possibilità, il sistema per rendere veramente invisibile questo collegamento è quello di far passare i fili verticalmente sotto il piano del plastico. Poiché però questa è solo una prova, ho voluto sperimentare un'altra tecnica: sfruttando il diametro abbastanza ridotto del filo di rame (0.5mm), assolutamente compatibile in altezza con l'attacco di Weinert, ho pensato di posizionare il cavallotto in corrispondenza dell'ultimo attacco semplice prima della zona degli aghi.

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Dopo aver segnato la traversa con un pennarello, ho sagomato, tagliato a misura e saldato i due cavallotti alle rotaie. Dosando con pazienza il calore del saldatore, penso di essere riuscito nel mio intento: mi riservo di verificare la resa al termine della fase di verniciatura.

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Ultimo passaggio per completare il deviatoio è stata la realizzazione delle barre per la movimentazione degli aghi. Alla fine, riguardando le foto fatte la settimana scorsa, ho giudicato troppo grosso il diametro del filo di ferro: anche togliendo la smaltatura esterna difficilmente sono riuscito a scendere sotto gli 0.65mm e la barra continuava a rimanere troppo appariscente. Considerando però che nella realtà le barre per ogni ago sono 2 e non una, e che dal lato della cassa di azionamento le barre diventano 4, ho pensato di sostituire il filo di ferro con una coppia di fili di rame nichelati da 0.5mm di diametro.

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Ho sagomato i fili come vedete nella foto qui sopra. La parte piegata verso l'alto verrà saldata alla rotaia, mentre lo spazio tra una barra e l'altra della coppia servirà per mantenere un adeguato isolamento elettrico. Ho iniziato saldando la barra della rotaia più vicina alla cassa di manovra ad un residuo di traversina su cui ho delimitato con il dremel due piazzole. Successivamente ho misurato con il calibro la distanza tra i funghi degli aghi e riportato con un pennerallo la misura su una basetta ramata dello stesso spessore della traversa: entrambi questi pezzi sono mantenuti in posizione con pezzetti di biadesivo per fotografie.

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Dopo avere misurato la corretta lunghezza della barra per l'ago più lontano dalla cassa ho piegato e sagomato i terminali da saldare, schiacciandoli con la parte più vicina al fulcro della mia pinza per aumentare la superficie di contatto. Prima di procedere alla saldatura ho realizzato una piccola deformazione per permettere alla barra più interna di scavalcare, senza toccarla, la saldatura preesistente, come potete vedere qui sotto. Oltre alla precisione della misura, si è trattato di fare qualche prova prima di ottenere la forma desiderata.

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Dopodiché, ho capovolto il deviatoio per depositare due gocce di stagno in corrispondenza dei punti di saldatura delle barre agli aghi. Quindi ho rimesso il deviatoio in posizione normale ed ho saltato le barre agli aghi aiutandomi con uno spessore di sezione 1.1x1.1mm inserito tra ago e controago, realizzato con due sottili strisce di cartoncino sovrapposte.

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L'aumento di quasi del 20% della sezione totale della barra, unito alla flessibilità dei profilati codice 75 ed alla lunghezza e flessibilità delle barre permette un funzionamento affidabile -pare- e molto morbido. La possibilità di accedere con una certa facilità al punto di saldatura mi permetterà di rendere più semplice la manutenzione di questi deviatoi rispetto a quelli della stazione nascosta, tanto che sto quasi pensando di adottare un sistema simile anche per altri deviatoi nascosti.

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Infine il risultato estetico pare abbastanza soddisfacente: certo, l'attacco della barra avviene da sotto l'ago e non sul fianco come nei deviatoi veri, ma penso che nel caso di un plastico operativo sia necessario salvaguardare innanzitutto la circolabilità dei rotabili a l'affidabilità del funzionamento.

A questo punto non resta che dipingere il tutto ad aerografo per vedere l'effetto che fa.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 2 marzo 2016, 8:04 
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Nome: Benedict Littlesaturday
Iscritto il: lunedì 18 ottobre 2010, 10:39
Messaggi: 1198
Località: Sutri (VT)
Essendomi costruito tutti i deviatoi per il plastico in costruzione, con risultati decisamente inferiori ai tuoi, posso solo dire che sei un fenomeno!
Avessi visto prima la soluzione che hai adottato per i tiranti ti avrei indegnamente copiato, ma ormai i deviatoi sono installati :(
Bravo e complimenti, aspetto una monografia di TTM sul tuo plastico una volta finito, questo thread è un manuale di fermodellismo dalla A alla Z.

Massimo


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