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 Oggetto del messaggio: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 11 febbraio 2016, 9:49 
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Un saluto a tutti quanti.
Apro questo argomento per raccontarvi di un mio progetto in corso di realizzazione.
Per distogliermi dal rigore della realizzazione di un plastico in scala perfetta, con tutti i particolari al vero fotografati e rifotografati, e poi riprodotti con cura maniacale, e complice anche il lungo inverno, almeno qui dalle mia parti, che fa sognare calde giornate di sole, ho condensato alcune idee che da tempo popolavano i miei pensieri modellistici in un progetto "leggero".
La sfida é quella di realizzare un piccolissimo plastico decorato a 360° riproducente un'isola caraibica densa di vegetazione tropicale. Morfologicamente l'isola si presenta come uno scoglio che si erge a picco sul mare, formato da quel che rimane di un cono vulcanico collassato in ere geologiche precedenti.
Ambientazione fine anni '40, con una ferrovia a scartamento ridotto esercita a vapore, che dal pontile sulla piccola baia si inerpica fino ad un pianoro circa a metà del monte, ove é stata impiantata una distilleria di Rhum agricolo. Qui con il trenino giungono le canne da zucchero che vengono prontamente spremute mediante una calandra azionata da una macchina a vapore statica, alimentata da una caldaia verticale che usa come combustibile il cascame vegetale della spremitura delle canne. La melassa ottenuta verrà poi fatta fermentare in alcune vasche e successivamente distillata con un grande alambicco in rame, e il liquido ricavato verrà fatto invecchiare in botti di quercia conservate in una cantina scavata nella roccia.
E dopo il lungo invecchiamento, sempre per ferrovia il Rhum discenderà al pontile per essere imbarcato.
Il tracciato sarà molto semplice, con binari e deviatoi Peco in scala H0e e una piccola piattaforma girevole nel piazzale della distilleria, home made.
Come mia abitudine userò solo l'armamento di produzione industriale e autocostruirò tutto il resto.
Se la cosa non vi annoia e non siete astemi seriali mi potrete seguire passo passo.

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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 11 febbraio 2016, 11:27 
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I presupposti sono ottimi, attendo gli sviluppi del tuo progetto.
Ciao
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 11 febbraio 2016, 14:20 
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Bene, vedremo. Poi ci farai assaggiare il rhum


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 11 febbraio 2016, 21:56 
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Ricordati anche che perfino le locomotive usate in queste ferrovie industriali bruciavano i residui della canna da zucchero (detti "bagassa", no, non è una parolaccia).


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: venerdì 12 febbraio 2016, 22:00 
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Località: piemonte
Bene, dato che é stato espresso un po' di interesse soprattutto sul Rhum, cominciamo da qui.
Disegnare un qualsiasi tracciato é sempre una operazione molto divertente in quanto, soprattutto all'inizio non ci sono vincoli se non quelli forniti dalla propria capacità di immaginazione. Poi ci si scontra con la tecnica intesa sia nella facilità di reperimento dei materiali che si intendono usare sia con le proprie capacità manuali, e alcune cose devono essere riviste, ad altre occorre rinunciare.
Allora per non essere costretti a ridimensionare drasticamente i lavori i corso d'opera, sono solito cominciare dalle cose difficili, per evitare deludenti ripiegamenti.
E chiederò assiduamente il Vostro consiglio.
In una distilleria la cosa più importante é il distillatore, fatta salva la materia prima e le capacità del mastro distillatore. Di reperire un distillatore in commercio, intendo in scala 1:87, é fuori discussione, ma per fortuna abbiamo a disposizione un buon tornio e la documentazione corposa che si trova in rete oltre che un paio di amici friulani, veri maestri nella produzione di grappe. Il distillatore sarà statico, nel senso che sarà solo un modello di distillatore, non funzionante, e questo mi eviterà noie con l'Intendenza di Finanza, per distillazione abusiva, ancorché off-shore.
Dopo qualche disegno preparatorio, ecco un risultato che potrebbe essere tenuto buono:

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DSC_5642---.jpg [ 216.07 KiB | Osservato 15906 volte ]


Verrà riscaldato da un fuoco alimentato con i soliti cascami di canna essiccati.
E per non farci mancare nulla, ecco qui anche l'etichetta per le bottiglie della riserva:

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DSC_7164--.jpg [ 155.55 KiB | Osservato 15906 volte ]


Un'altra cosa fondamentale per un'isola caraibica sono le coperture in lamiera ondulata, non siamo nella rainforest, ma comunque in una zona soggetta a piogge persistenti, per cui é opportuno realizzare dei fabbricati per proteggere i macchinari ed evitare di annacquare il Rhum.
Le lamiere ondulate sono di difficile reperibilità, ed allora ce le produciamo in casa.
Uno stampo realizzato con spaghettini Barilla (mi scuso per la pubblicità…) e dei ritagli di alluminio dei vassoi di lasagne.
Questo il risultato:

Allegato:
DSC_5781--.jpg
DSC_5781--.jpg [ 247.07 KiB | Osservato 15906 volte ]


E per dare una idea della produzione e delle dimensioni:

Allegato:
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Per stasera é tutto, mi sono meritato un mojito


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: sabato 13 febbraio 2016, 7:15 
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Ciao Chicco

Ti seguo con interesse e non poca preoccupazione .....

A fine w.i.p. sarai a rischio cirrosi epatica !!! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Ciao, Marco


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: sabato 13 febbraio 2016, 10:19 
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Grande Chicco!

Conoscevo il progetto e fino dal primo momento ho espresso il mio interesse a seguire gli svolgimenti dell'opera; a mio parere ne verrà fuori qualcosa di molto bello visto l'originalità del tutto e la bravura dell' autore nella realizzazione di accessori ed aggiuntivi in fotoincisione e non..

Buon lavoro,
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: sabato 13 febbraio 2016, 20:42 
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Una piccola nota sul rum: in italiano e anche in inglese si scrive senza H, rhum è francese: se immaginato nei Caraibi, il produttore potrebbe essere anche in un paese di lingua spagnola e in spagnolo si chiama ron. Tienine conto se fai delle insegne visibili.
Il distillatore quanto è venuto grande? O meglio piccolo... :shock:


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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 18 febbraio 2016, 22:10 
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Località: piemonte
snajper ha scritto:
Una piccola nota sul rum: in italiano e anche in inglese si scrive senza H, rhum è francese: se immaginato nei Caraibi, il produttore potrebbe essere anche in un paese di lingua spagnola e in spagnolo si chiama ron. Tienine conto se fai delle insegne visibili.
Il distillatore quanto è venuto grande? O meglio piccolo... :shock:


Per certo siamo nelle Antille francesi, quindi Rhum, anche perché intendo usare come insegna questa bella etichetta degli anni '40. Rhum agricole per tutti!

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DSC_7164----.jpg
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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: giovedì 18 febbraio 2016, 22:36 
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Località: piemonte
Ricominciamo a lavorare con la descrizioni dei un altro elemento fondamentale per la realizzazione del diorama.
Anche se non indispensabile per un esercizio sostanzialmente a spola, distilleria - pontile, una piattaforma girevole ha sempre il suo fascino, e mi occorre comunque anche come giracarri per l'inoltro del materiale all'interno della distilleria, per cui mi sono messo a progettare una piccolissima piattaforma sul tipo di questa:
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Wagon_turntable---.jpg
Wagon_turntable---.jpg [ 170.53 KiB | Osservato 15479 volte ]


Tina e piattaforma vera e propria sono state tornite da una barra di alluminio, e dato che intendo alimentarla, per non complicarmi troppo la vita con prese di corrente rotanti, ho preferito limitare il movimento a 180° inserendo un perno di arresto. In questo modo l'alimentazione può avvenire con due semplici fili elettrici che non si attorciglieranno al perno. Una fresatura semicircolare ospita il perno e stabilisce gli arresti e un'altra fresatura analoga ma opposta consente il passaggio dei fili elettrici. Il movimento sarà meccanico ed avverrà da remoto, per il tramite di un cavo da contachilometri di una bici. Più facile a dirsi che a farsi...

Qui la realizzazione di una delle fresature semicircolari sul fondo della tina:
Allegato:
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DSC_7146--.jpg [ 160.85 KiB | Osservato 15479 volte ]


Foratura sulla piattaforma per posizionare il perno di arresto:
Allegato:
DSC_7141--.jpg
DSC_7141--.jpg [ 159.62 KiB | Osservato 15479 volte ]


Fresature parallele sulla piattaforma per posizionare le rotaie:
Allegato:
DSC_7149--.jpg
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Ed ecco come si presentano i semilavorati, tina in cui si comprende meglio il discorso delle fresature semicircolari e piattaforma. Il cent lo ha fatto la Zecca dello Stato, ma mi sto organizzando per una produzione home made…
Allegato:
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DSC_7150--.jpg [ 147.79 KiB | Osservato 15479 volte ]


Ed ecco una visione complessiva con la potente 0-4-0 titolare:
Allegato:
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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: lunedì 22 febbraio 2016, 22:52 
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Località: piemonte
snajper ha scritto:
l distillatore quanto è venuto grande? O meglio piccolo...


ecco:

Allegato:
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MessaggioInviato: martedì 23 febbraio 2016, 11:34 
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Chi ben comincia è a metà dell'opera, mi piace molto la lamiera ondulata ottenuta col classico e collaudato metodo degli spaghetti.
Ciao
Massimo


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MessaggioInviato: martedì 23 febbraio 2016, 18:15 
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Attendiamo meraviglie!
Ma, soprattutto, buon divertimento!


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MessaggioInviato: giovedì 25 febbraio 2016, 22:19 
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Località: piemonte
massimo.s.1957 ha scritto:
mi piace molto la lamiera ondulata ottenuta col classico e collaudato metodo degli spaghetti

non é precisamente farina (di grano duro) del mio sacco, ma funziona sempre bene.

andrea (valpambiana) ha scritto:
Attendiamo meraviglie!
Ma, soprattutto, buon divertimento!


ciao Andrea! sempre un piacere leggerti, e spero di non deluderti, quanto a divertirmi, mi diverto.

Allora, proseguendo con l'elenco del materiale da produrre per il plastichetto, si pone a questo punto la realizzazione della macchina statica a vapore e della relativa caldaia di alimento. Potrei accontentarmi di un assemblaggio di vari pezzettini di plastica e di metallo per simulare il motore a vapore che fornisce energia per la calandra di spremitura delle canne da zucchero per ottenere la melassa, ma una visita ad un caro amico che ama costruire modelli di macchine a vapore funzionanti mi ha fatto riflettere sulla possibilità di installarne una veramente funzionante, mossa, per semplificare le cose, ad aria compressa.
Chissà se poi anche la calandra sarà veramente funzionante? Avrei dovuto frequentare una scuola di orologeria in Svizzera...
Mi sono invaghito di questa macchina, con distribuzione ad eccentrici, tipo Allan, semplificata, che tuttavia é piuttosto grande per le mie necessità, anche se di potenza ragguardevole.
Come si vede il motore é un monoblocco in ottone con due forature parallele, una ospita lo stantuffo da 6 mm di diametro e l'altra il cassetto della distribuzione, cilindrico pure esso, più piccolo.

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Le dimensioni tuttavia sono un po' troppo generose, e abbiamo valutato la possibilità di ridurre il tutto. Ne é venuto fuori un motore simile, ma con due cilindri paralleli uniti dalle luci di travaso con lo stantuffo da 4 mm. Qui si vedono quasi tutte le componenti, corpo cilindri, albero motore, bielle e il cassetto della distribuzione. Sarà poi da definire l'aspetto esterno, al vero queste macchine erano molto curate e decorate, e progettare un volano di foggia più adatta all'epoca di ambientazione.

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 Oggetto del messaggio: Re: L'isola che non c'é
MessaggioInviato: mercoledì 2 marzo 2016, 22:45 
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Tenendo in sospeso la macchina a vapore, in attesa di vagliare i preventivi di Franco Tosi, Ansaldo e Cockerill, mi sono dedicato alla rimessa dell'unica locomotiva in servizio, che sarà collocata vicino al mare e al molo. Ho realizzato la struttura in listelli navali inseriti su di una base in mdf per dare un minimo di stabilità alla costruzione, sempre con lo stesso metodo ho costruito quattro capriate e per realizzare le quattro pareti perimetrali ho usato un sottile tranciato per impiallacciatura in legno di ciliegio, che presenta il vantaggio di avere una notevole robustezza e assenza di pori.
Le pareti sono state decorate prima del montaggio, cosa che semplifica molto l'operazione. Il tetto sarà di lamiera ondulata e tutti gli invecchiamenti verranno eseguiti quando avrò completato tutta la serie di piccoli edifici della maquette.
La parete posteriore ha le tavole incise con una punta a tracciare e l'effetto di consunzione é stato ottenuto con una spazzola di ottone, le altre tre pareti hanno i coprigiunti fatti con dei finissimi listelli di carta.
L'atmosfera Caraibica comincia a farsi strada...

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