In Marklinfan porto avanti due discussioni dedicate al trasporto del vino e a quello dell'olio.
Vivo a Imperia da quarant'anni, ma ho legami stretti con la Puglia, terra di nascita di mio padre.
Faccio una divagazione tornando sull'olio per fare una piccola precisazione su quanto letto nella discussione.
Imperia è stata in passato una città forte esportatrice di olio d'oliva, tuttavia, ed è bene ricordarlo, nella maggior parte si trattava di olio proveniente dal sud, Puglia prima di tutto, dalla Spagna o dalla Tunisia, che veniva poi lavorato nelle numerose aziende locali. La materia prima, normalmente olio ad altà acidità, raggiungeva Imperia su cisterne ferroviarie se in arrivo dalla Puglia, in nave, se proveniente da altri paesi del bacino mediterraneo.
Imperia Oneglia era collegata alle raffinerie tramite raccordi ferroviari. Imperia Porto Maurizio, sede della raffineria SAIRO, aveva solo un impianto di scarico dei carri che, tramite una condotta, consentiva il trasferimento dell'olio dai carri agli impianti di raffinazione.
La provincia di Imperia, infatti, pur avendo storicamente una particolare dedizione alla coltivazione degli ulivi, non era (è) in grado di produrre la quantità di olive corrispondente all'olio effettivamente prodotto in loco . Ciò accade naturalmente anche in altre regioni d'Italia, ieri come oggi. Alcune aziende imperiesi avevano addirittura rappresentanze in Puglia, che in Italia è la regione maggior produttrice di olio d'oliva.
Oggi non si usano più i trasporti ferroviari e marittimi, ma solo grosse autocisterne.
Fortunatamente oggi le cose al sud sono cambiate per lo straordinario aumento della qualità del vino e dell'olio meridionale che consente anche la commercializzazione diretta di questi prodotti.
Trasporto vino:
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