Ricorre fra poco il quindicesimo anniversario della scomparsa in giovane età, per un male incurabile, di Claudio Cantarella (1998), un “artista” bresciano, un antesignano della scala N italiana.
Negli anni '80, insieme a pochi eletti come Achille Carminati, Claudio Cestaro, Riviermodel, Angelo Pozzati ed altri, diede vita alla "fase eroica" della scala N. In un periodo in cui c'era poco o nulla di italiano, costoro produssero artigianalmente vaporiere, locomotive elettriche, automotrici ed elettromotrici: E 626, 636, 424, 444, 656,645, 646, 428 (in tutte e tre le serie); D 341, (tutte e due le serie) 342 e 345. Aln 880, 668, 990, Ale 840, ed inoltre le “Cento porte”, le “Corbellini”, le “X” e moltissimi Carri merce.
Con il proprio marchio ARMO = Artigiana Modelli, Claudio realizzò praticamente di tutto: dai carri, alle carrozze, la E. 428, la E633 (lastrine in ottone), le D. 250 (motorizzata Euromodell), D245, D213 (derivata da un modello Arnold), D236 (derivata da un modello Minitrix), ALn 668, ALn 556, Badoni (5 diverse versioni), un Köf italianizzato (due livree) e numerose vaporiere.
Inoltre anche un'infinità di accessori: aggiuntivi per loco a vapore (preriscaldatori, pompe, fischi ecc.), macachi, draisine, staccionate, un casello in kit, garitte, macachi, motori per deviatoi, segnali stradali, una fontana in kit, automobili, motorette Ape, ruspe, e così via.
Insomma, tutto un intero mondo in scala N!
Per approfondire il discorso, vi invito a leggere questi esaustivi articoli
Le vaporiere di Cantarella (ArMo)
http://scalaenne.wordpress.com/2012/10/ ... ella-armo/I carri ARMO
http://officine-mercuri.jimdo.com/le-ra ... rri-ar-mo/Conobbi Claudio nel 1992, allora presidente dell'AMB (Associazione Modellisti Bresciani), e lo convinsi ad occuparsi della sezione fermodellistica della mostra bresciana “Città dei Balocchi” che stavo organizzando con lo studio Eidos.
La manifestazione ebbe un grande successo, così la nostra amicizia si consolidò, e ci indusse ad organizzarne molte altre.
Ricordo con nostalgia le serate trascorse a casa sua, nel quartiere San Polo, in compagnia della della sua gentile consorte e del figliolo; a loro voglio dire che io, “Pino” Cagiada, e tutti gli amici, non abbiamo dimenticato Claudio, un vero "Piccolo Grande Uomo".