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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 13:35 
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Già. Mi ha preceduto max63. Se si riscalda il persolfato jn soluzione a 40 gradi ci mette proprio poco tempo. Io l'ho comprato su ebay, mi pare 7 euri a busta (1kg). Aggiungo che il pennarello si trova nei negozi di elettronica, ed è tipo un uniposca con la punta molto sottile.
Poi quello che hai coperto con il pennarello si toglie immergendo le traverse già erose in soluzione di soda, calda, e viene via.
Ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 15:18 
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Perfetto!
Grazie mille dell'informazione: devo ancora imparare tante cose. :D
Per fortuna che ci siete voi!

Saluti,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 8 dicembre 2016, 13:44 
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Nicola.Testoni ha scritto:
Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC.


Che roba è ? Mi incuriosisce molto...


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 9 dicembre 2016, 16:07 
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Sarà -una volta terminato- un aggiornamento del mio vecchio e fidato booster, da collegarsi ad una Rasberry Pi 3.
Come mi è stato suggerito, questa volta il segnale DCC verrà generato dal micro del booster e non dal PC, in maniera del tutto simile a quanto fa SPROG.
Da parte mia aggiungerò una retroazione sulla corrente assorbita dall'impianto e la gestione del binario di programmazione separata dal resto dell'impianto.
Sto cercando ancora di capire se potrò avere accesso ai sorgenti di Rocrail, ma l'autore non si sta dimostrando la persona più accomodante di questo mondo.
Se la cosa dovesse degenerare passerò a JMRI che fortunatamente è ancora open source e, come RocRail, gira sia su PC che su Rasberry.

Saluti,
Nicola

P.S.
So che un oggetto simile esiste già, che c'è materiale migliore in giro, etc etc...
Ma a me piace sperimentare e autocostruire: mi dà molta più soddisfazione che comprare.
Un po' come cucinare da sé o mangiare fuori casa... :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 9 dicembre 2016, 18:56 
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Nicola, ti serve una fresa?

Tu sai che c'è un tale (io) che con un suo amico ne sta costruendo una. Ora, mancano i disegni costruttivi e a realizzarla uguale solo per la meccanica ci vogliono dei mesi (e secchiate di dadi autobloccanti e bulloni), e la parte elettronica/software non è ottimizzata (prima o poi 'sto esame dobbiamo darlo, se non si vuole finire fuori corso di secoli), ma per ora, funziona benone. Oddio, funziona disegnando con una matita su un foglio perchè il proxxon da usare come fresa il mio socio ancora non l'ha comperato. Tutta in alluminio e ottone, design curato nei minimi dettagli (insomma), forse è robusta e forse è affidabile :mrgreen: . Se si hanno a disposizione file in g code, necessita di PC con porta parallela (diffusissima oggigiorno :mrgreen: ).


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 20 dicembre 2016, 23:49 
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Buona serata agli amici del forum!

Il lavoro sul doppio inglese procede bene, ma sta richiedendo più tempo del previsto. A differenza dei deviatoi semplici ho dovuto intervenire molte volte per sagomare gli attacchi, sia in corrispondenza dei due cuori, sia in corrispondenza degli aghi interni. Come potete vedere dalla foto qui sotto, oltre alla solita zona delle controrotaie del cuore, dove ho dovuto rimuovere la parte interna dell'attacco per fare posto alla controrotaia stessa, ho dovuto intervenire anche sulle tre coppie di attacchi speciali più vicini al cuore. In questa zona infatti gli attacchi così come rimossi dalla piastrina risultano troppo lunghi ed andrebbero a toccarsi, generando un corto circuito.

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In totale per per questo doppio inglese ho impiegato 86 attacchi normali e 66 attacchi speciali, circa una volta e mezzo il numero impiegato di un deviatoio semplice. Solo il taglio e la carteggiatura di tutti gli attacchi mi ha richiesto quasi 3 ore: il risultato però mi soddisfa.

Terminata la saldatura degli attacchi mi sono dedicato alla preparazione dei cuori, entrambi rettilinei ed a 12°. Per l'unico inglese di Caprazzino ho deciso di ispirarmi ad un analogo deviatoio -ora rimosso- presente fino a Maggio nella stazione di Cesena. A giudicare dalla fotografia qui sotto, il deviatoio in questione ha un cuore monoblocco, e la distribuzione del metallo tra la punta del cuore e le giunzioni  tende a degradare uniformemente piuttosto che a terminare bruscamente. Per rispettare le norme NEM e la lunghezza delle controrotaie di Weinert, che andranno installate ai lati del cuore, ho allungato di una traversa le zampe di lepre.

Immagine

Immagine

Ho quindi iniziato la lavorazione del primo set di rotaie ed aghi; ciascun set è costituito da 5 pezzi: una rotaia lunga esterna, rettilinea alle estremità e curva al centro, due brevi rotaie rettilinee che costituiscono il prolungamento delle zampe di lepre, e due coppie di aghi flessibili, uno costituito da due tratti rettilinei, l'altro da un unico tratto curvo. Come potete vedere dalla foto qui sotto, ho come sempre riportato con un pennarello le porzioni di rotaia su cui dovrò intervenire: in particolare questa volta dovrò lavorare su entrambe le facce degli aghi, asportando una sezione lunga 4mm anche dalla parte interna dell'ago, al fine di facilitarne il movimento da parte dei tiranti.

Immagine

Per realizzare la rotaia più lunga che, come ho detto, è curva solo al centro, ho seguito questa strada: ho prima azzerato la curvatura sul mio surrogato di "track roller", poi ho inserito la rotaia fino a raggiungere l'inizio del tratto curvo. A questo punto ho iniziato pian piano ad incrementare la curvatura, avendo cura di percorrere solo il tratto centrale della rotaia. Dopo qualche passaggio sono riuscito a far corrispondere la curvatura del pezzo con quella del progetto.

Prevedo almeno un altro weekend per terminare il lavoro di sagomatura e posa delle rotaie: queste vacanze di Natale saranno sicuramente di aiuto.

A presto!

@Bomby
Sì, mi ricordo della fresa: ne avevamo parlato all'ultima fiera.
Io un paio di anni fa comprai questa (link) in kit per l'università, comprensiva di testina al laser.
Mi sa che la ditta deve avere qualche problema, dal momento che non vedo più la possibilità di acquistarla...


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2017, 18:47 
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Buona serata agli amici del forum e felice nuovo anno!

Le vacanze di Natale, così come quelle estive, sono un periodo decisamente proficuo per avanzare i lavori su Caprazzino. Quest'anno mi sono posto come obiettivo per queste due settimane di pausa di completare il lavoro sul doppio inglese ed iniziare quello sulla nuova centrale di controllo, tanto per distrarmi un poco dalla lavorazione dei deviatoi ora che il peggio è passato.

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Per effettuare un lavoro per gradi e verificare che il tutto funzionasse a dovere, ho deciso di lavorare su metà deviatoio alla volta. Terminata la saldatura dei cuori ho proceduto a saldare in posizione i contraghi interni. La distanza che potete osservare in foto tra zampa di lepre e contrago è necessaria per mantenere l'isolamento elettrico. Per ridurre al minimo questo spazio, così che possa al contempo garantire un buon isolamento e non essere percepita dalle ruote dei mezzi in transito, ho utilizzato come dima un foglio di cartoncino spesso 0.5mm, come potete vedere qui sotto.

Immagine

Per un posizionamento preciso ho prima saldato provvisoriamente la rotaia all'attacco più vicino al cuore, poi ho inserito il cartoncino, infine ho corretto -se necessario- la posizione del contrago. Solo a questo punto ho saldato il contrago anche ad un secondo attacco.

Lievemente diverso è stato il montaggio della coppia di aghi interni. Avendo deciso di procedere per la realizzazione di un deviatoio con aghi elastici, coerentemente con il rinnovo dell'armamento della stazione di Caprazzino, ho dovuto alleggerire il profilo della rotaia su entrambi i lati, come potete vedere dalle due foto qui sotto.

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Ho fissato questo tratto di rotaia, adeguatamente precurvato per alleggerire il lavoro dei tiranti che muoveranno gli aghi, solo all'attacco al centro del deviatoio. Infatti prima di procedere con il fissaggio definitivo a tutti gli attacchi ho preferito fare qualche prova di circolazione. Ovviamente, questo significa realizzare prima tutto il deviatoio, far circolare qualche rotabile e solo a questo punto fissare definitivamente gli aghi. La scelta è dettata dall'esperienza con gli altri deviatoi già realizzati: con così tanto metallo a dissipare calore, il processo di saldatura è praticamente a senso unico. Una volta saldata una rotaia a più di un attacco, rimuoverla richiede una "certa" dose di pazienza.

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Immagine

Ho seguito lo stesso ragionamento e procedimento per la seconda coppia di aghi, quelli esterni. Dopo aver montato la rotaia esterna del deviatoio, ho saldato solo all'attacco centrale la rotaia con gli aghi. Questa volta, vista la piega a 12° al centro del tratto ho dovuto fare una veloce lavorazione in più, ovvero rimuovere un tratto di piede interno in corrispondenza della piega per facilitare la lavorazione e non rischiare torsioni indesiderate sulle estremità degli aghi. Al termine del lavoro il doppio inglese si presentava così, sufficiente per una minima prova di circolazione sugli aghi esterni e sul cuore. Prova fortunatamente superata senza incidenti!

Immagine

Dopo altre otto ore di lavoro sono riuscito a completare anche la seconda metà ed a condurre una prova di circolazione decisamente più seria ed esaustiva. Sebbene non fossero ancora state montate le controrotaie del cuore -sempre l'ultimo pezzo che monto in un deviatoio- ho testato tutte le possibili combinazioni di percorso e direzione con tre diversi mezzi: un carro tipo F a passo corto, un carro Kbis a passo lungo ed una vecchia MDVE Lima. Per mantenere gli aghi in posizione ho usato delle guaine di cavo elettrico poste alla base delle rotaie, tra ago e contrago.

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Superata anche questa prova con successo, ho proceduto a saldare le controrotaie dei due cuori. Poiché anche queste parti sono decisamente critiche per la circolabilità dei mezzi ho provveduto a saldare solo due dei sei attacchi. Ho mantenuto la corretta distanza tra rotaia e controrotaia per mezzo di una dima ottenuta con uno spezzone di traversina di risulta, assottigliato fino a raggiungere la quota prevista dalle norme NEM. Ovviamente ho ripetuto altre volte le prove di circolazione fino a che non sono stato soddisfatto del risultato. Giunto a questo punto ho saldato tutti gli attacchi e rimosso il deviatoio dal template di costruzione: qui sotto potete osservare il risultato finale. Non nego di essere soddisfatto, se non altro dell'aspetto estetico.

Immagine

Finalmente a questo punto ho potuto iniziare il lavoro sui tiranti degli aghi. Dopo aver sagomato come da progetto i vari spezzoni di filo di rame stagnato rigido, li ho saldati alle piastrine di rame, opportunamente isolate e preforate per ospitare la barretta di comando del servocomando. Vista la complessità delle saldature, come potete vedere qui sotto, suggerisco di procedere in modo opposto al mio, ovvero saldare prima i tiranti ciascuno alla propria coppia di aghi, partendo dal più interno, e solo a questo punto saldare i tiranti alla piastrina di rame.

Immagine

Immagine

Ho ripetuto il lavoro su entrambi i lati del deviatoio: dopo aver sistemato le inevitabili imperfezioni delle prime saldature i tiranti degli aghi in posizione di riposo devono risultare paralleli e non in contatto né fra loro né con le traverse adiacenti. Inoltre, i quattro aghi devono essere tutti discosti della stessa quantità dai relativi contraghi grazie all'elasticità dei profilati metallici.

Immagine

La corsa totale degli aghi risulta essere poco meno di 2mm, fortunatamente in linea con le norme NEM. Ovviamente le basette con gli attacchi verranno nascoste dalle casse di manovra.

Ora posso prendermi una pausa e dedicarmi all'elettronica.

A presto!

P.S.
Se siete curiosi di vedere come si muovono gli aghi, potete trovare un breve video qui (link)


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2017, 19:26 
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Nome: Benedict Littlesaturday
Iscritto il: lunedì 18 ottobre 2010, 10:39
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Località: Sutri (VT)
Credo di poter parlare con cognizione di causa, sapendo cosa significa costruirsi un doppio inglese, quindi posso dire che hai realizzato
un capolavoro, assolutamente perfetto, ed i tiranti magnifici, i complimenti ci stanno tutti!!!

Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2017, 20:23 
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Iscritto il: mercoledì 21 dicembre 2016, 20:37
Messaggi: 682
Mi unisco ai complimenti, rimanendo affascinato da tale realizzazione.
Bravissimo


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 3 gennaio 2017, 17:53 
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Iscritto il: giovedì 21 giugno 2012, 14:23
Messaggi: 3791
Località: Massa Finalese (MO)
Che spettacolo!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 10 gennaio 2017, 22:37 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Buona serata agli amici del forum e grazie per i complimenti: mi hanno fatto veramente piacere!

Come vi ho raccontato la settimana scorsa, il secondo obiettivo di queste vacanze natalizie, ormai giunte ben oltre il loro termine, era il montaggio della mia nuova centrale di controllo DCC. Il tentativo è quello di eliminare completamente il vecchio, ingombrante e rumoroso PC che utilizzavo per farvi girare RocRail per sostituirlo con qualcosa di decisamente più compatto. Vista la diffusione ormai raggiunta e considerato il fatto che due dei più importanti software di controllo gratuiti -RocRail e JMRI- entrambi la supportano, ho optato per una economicissima Raspberry Pi 3b (link).

Immagine

Già da sola questa schedina fa ottime cose: una CPU ARMv8 quad-core 64-bit da 1.2GHz asservita da 1GB di RAM (accoppiata decisamente più performante di quella del vecchio PC), rete cablata e wireless, bluetooth, e tutta una serie di porte decisamente utili, tra cui 4 USB per tastiera e mouse -e magari un monitor touch in futuro per realizzare il pannello di controllo. Il tutto in poco più di 8x5 cm: meno di un cellulare...

Ovviamente non può fare tutto da sola: per questo ho realizzato una scheda figlia -un hat in gergo- battezzata per l'occasione rBooster per generare il segnale DCC, per il tracciato ed il bus loconet, e contemporaneamente derivare l'alimentazione stabilizzata della Raspberry senza dover ricorrere ad un secondo alimentatore. Il grosso chip che vedere sul fondo è lo stesso chip che ho utilizzato per la vecchia interfaccia DCC: può gestire fino a 55W, decisamente sufficienti per un impianto piccolo come Caprazzino.

La soluzione non brilla certo per originalità, dal momento che esiste già una alternativa commerciale (link), ma non vedo perché non dovrei tentare di costruire da solo la mia versione del sistema di controllo secondo i miei desideri. D'altra parte esistono anche persone che si costruiscono da se i rotabili...

Nelle prossime settimane, oltre a lavorare sui restanti deviatoi del piano di stazione di Caprazzino, proseguirò con la programmazione dei due strati -rBoster e Raspberry-. Nel frattempo vi mostro il primo vagito del booster che al momento altro non fa se non inviare sulle rotaie il segnale di idle del DCC. Le tempistiche sono decisamente soddisfacenti ed in linea con le specifiche NMRA -le norme modellistiche americane che dettagliano il funzionamento del DCC.

Immagine

Al momento non mi sono posto scadenze per il completamento di rBooster, ma spero di vederlo in funzione entro l'estate, in tempo per i primi giri di ruota in stazione a Caprazzino.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 11 gennaio 2017, 14:30 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 12:44
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Ciao Nicola.
Interessante quest'ultima soluzione.
Puoi dirci qualcosa di più.

La cosa che più mi interessa è poter interfacciare JMRI alla centrale DCC senza utilizzare PC o tablet o telefonini.

ciao


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 11 gennaio 2017, 18:11 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Ciao Alex.
Chiedo scusa se quanto segue è tecnico, ma la risposta alla tua domanda lo richiede.

L'idea è la seguente: JMRI supporta nativamente Raspberry Pi tramite la libreria Pi4J, pertanto permette di accedere ai piedini di input/output per usi generici (GPIO) ed alla seriale. (link1, link2). E' quindi possibile di usare la seriale per inviare all'rBooster i byte che formano il pacchetto DCC secondo il classico protocollo UART: il booster si occuperà di generare il segnale DCC rispettando temporizzazioni e tensioni descritte dalle norme NMRA. Penso inoltre di usare anche il GPIO per inviare i segnali di avviamento e programmazione e ricevere i feedback di corto circuito in atto e acknowledgement a seguito della programmazione del decoder. Inoltre, poiché il microcontrollore me lo permette, penso di usare anche il canale di ricezione della seriale per ricevere dal booster un feedback periodico circa il consumo di corrente.

La cosa è tecnicamente fattibile e non è certo nuova, come dicevo nel mio precedente post. Infatti, spulciando tra i sorgenti di JMRI (link3) ho notato che JMRI supporta anche Pi-SPROG (link4), ovvero la versione per Raspberry di SPROG, una interfaccia/programmatore DCC minimale ma molto carino che più o meno fa le stesse cose che desidero io, anche se non produce separatamente il segnale Loconet e non da un feedback sulla corrente assorbita.

In ingresso alle funzioni che trasmettono i comandi a SPROG arriva una lista di byte che rappresentano il pacchetto DCC, incluso il byte di error-correction (link5): esattamente quello che intendo usare per rBooster. Non so ancora se modificare il codice di JMRI per SPROG, oppure creare un driver ex-novo. Ci penserò...

Saluti,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 11 gennaio 2017, 19:59 
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Messaggi: 2006
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Chiarissimo!




:shock: Sembri uno di quei professori universitari che spiegano fisica II saltando 5 passaggi
:lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 7:58 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Ma io SONO uno di quei professori. :lol: :lol: :lol:
Di elettronica per la precisione. :mrgreen: :mrgreen:

Salutoni,
Nick


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