Solleticato da varie notizie sparse, di Riccardo Olivero, friulbahn e altri, e dal libro di Ian Rice, tempo fa ho messo il naso nella questione saldatrice elettrica a resistenza.
Ho trovato la questione interessante inizialmente per questi motivi:
1. Velocità della saldatura
2. Possibilità di avere il calore concentrato.
Mi sono poi chiesto se era possibile avere altri benefit dall'utilizzo di questa attezzatura. Credo che altri punti di vista possano essere interessanti e vorrei condividerli, anche per sentire le vostre opinioni.
Innanzitutto ho recuperato un trasformatore con un secondario a meno di 12 volt. L'ho trovato tramite un annuncio privato su un mercatino on line. Credo sia lo scoglio principale, ma con un po' di pazienza si trova. Eccolo qui.
È da 200 VA, pagato 20 euri, giusto per dare un'idea. Il secondario è da 8 volt.
Al primario ho collegato un pedalino per avviare e terminare la saldatura più comodamente.

Bene ma gli elettrodi? Memore della soluzione di Olivero, il mio elettrodo è un portamine dotato di isolamento termico high tech. L'altro elettrodo è un coccodrillo. La mina è una 2H, poiché quelle più morbide, durante la saldatura diventano morbide come la maionese.

Questi due elettrodi li ho collegati al trasformatore usando una comune spina, in modo che siano facilmente collegabili e scollegabili. La spina pare resistere bene alle correnti in gioco.

Però mi son detto: se devo saldare per esempio una condotta della generale alla testata di un carro, bisogna collegare il coccodrillo alla testata, tenere ferma la condotta con una pinzetta e poi applicare l'elettrodo. E questo è uno solo degli esempi che scaturiscono da un fatto basilare: come ci si organizza manualmente per mantenere i pezzi in posizione e fare la saldatura.
Ho cercato di dare una soluzione migliorativa al problema (quante parolacce avete detto mentre un pezzo si muoveva durante la saldatura? Io tante...)
Come prima soluzione ho costruito la pinzetta elettrica.
Prima di tutto mi son mangiato due gelati, poi ho sfasciato una presa e alla fine ho costruito la pinza.

Gli elettrodi in questo caso sono due tondini pieni di alluminio, tenuti in posizione e collegati ai cavi di adduzione della corrente tramite appunto due terminali in ottone, presenti dentro una comune presa elettrica da 10 A.
Anche la pinza è stata equipaggiata di spina per il collegamento al trafo.

Una ulteriore soluzione per aumentare la maneggevolezza e la comodità della saldatura, viene proprio dal fatto che la saldatura è elettrica, quindi un piano di appoggio conduttore e anche magnetico aiuta a condurre la corrente di saldatura e a mantenere in posizione i pezzi. Una piastra di acciaio comune ci viene in aiuto e risolve il problema. L'immagine parla da sola e secondo me è un grosso vantaggio rispetto alla saldatura classica.

Chi ha già provato potrà confermare: una piastra metallica a contatto con i pezzi da saldare, assorbe calore destinato alla saldatura quando detto calore è generato da un saldatore classico o da un cannello. Con la saldatrice invece la presenza di un corpo metallico è praticamente ininfluente.
Ecco per il momento è tutto, anche se i punti interessanti secondo me non sono finiti e spero di scrivere qualcos'altro di interessante a breve. Ad ogni modo, sarei contento di sentire le vostre opinioni.
Ciao
Antonio